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"Hyunjin~ che mi dici di questa collana? Starebbe molto bene con il vestito che ho preso, non pensi?"

Hyunjin si girò verso la ragazza e la guardò per un secondo, disgustato.
Ma chi glielo aveva fatto fare di accollarsela dietro per tutto un mese.

"Yeji, quella collana è uguale a tutte le cinquanta che mi hai fatto vedere prima. Se ti piace così tanto comprala"

La ragazza smise di sorridere e si avvicinò a Hyunjin con faccia seria.
"Senti, se io continuo a farti vedere queste collane ci sarà un motivo. Magari vorrei che il mio fidanzato me ne regalasse una"
Scosse la testa e fece muovere i suoi capelli nell'aria.

Hyunjin si avvicinò di più al viso di Yeji e la fissò negli occhi.
"Come te lo devo dire che tu non sei la mia ragazza. Io non ti amo. Da quel giorno non la finisci di starmi attaccata come una cozza del cazzo"

Yeji però non demorse.
Allacciò le braccia magre al suo collo e fece combaciare le sue labbra con quelle di Hyunjin.

"Allora era vero."

Hyunjin spinse via Yeji e si girò verso la persona a un metro di distanza da lui.
"Seungmin cosa ci fai qui?"

Seungmin lo guardava impassibile, aveva sentito qualcosa dentro di lui rompersi.
Certo, poteva capire il perché Hyunjin lo tradisse, lui non poteva dargli tutto quello che un'umana poteva fare.

"Hyunjin chi è questo ragazzo?"
Chiese Yeji appoggiando le sue mani sul petto del ragazzo.

L'angelo avevanzo verso di loro.
Difficilemente riusciva a trattenere le lacrime.
"Non sono nessuno per lui, scusa il disturbo"

Hyunjin spinse via da sé la ragazza e afferrò il braccio si Seungmin.
"Minnie, non è come pensi, lei per me non è nulla te lo giuro"
Cercò con gli occhi il suo sguardo ma l'angelo continuava a fissare l'asfalto sotto di loro.

"Ti prego Hyunjin, lo sai che un giorno sarebbe andata a finire in questo modo.
Io sono un angelo e tu uno che vaga fra i due mondi, era destino che ci separassimo."

"No, non è vero. Non dire queste cose solo perché sei arrabbiato. Io ti amo."
Disse Hyunjin per poi abbracciarlo stesso a sé.

Seungmin ricambiò l'abbraccio per pochi secondi ma poi lo spinse via.
"È un addio, Hyunjin. Non dovrai più scottarti per causa mia."

Si girò e se ne andò senza guardarsi indietro.

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::

Jisung si sentiva veramente stanco mentalmente.
Era come se si trovasse in un libro fantasy.

Forse fare un giro per la città gli avrebbe schiarito le idee.
In poco tempo era già pronto, prese le chiavi di casa e uscì.
Lasciò il cellulare in camera per non essere disturbato da nessuno.

Decise di non camminare troppo nelle vie del centro e magari di sedersi da qualche parte per avere un po' di pace.
Dopo vari minuti vide una panchina che dava su una strada poco trafficata.
Si sedette e chiuse gli occhi.

L'aria era fresca e si riuscivano anche a sentire il cinguettio degli uccelli.
Avrebbe voluto condividere tutto con Minho, ma come poteva rivederlo se aveva ancora dubbi sul suo conto?

"Scusa mi posso sedere?"
Disse una voce sconosciuta.

Jisung rispose con ancora gli occhi chiusi.
"No, vorrei stare da solo"

"Sei scortese"

"E tu mi stai facendo girare le palle"
Jisung si rese conto subito nel modo in cui rispose al ragazzo e si coprì subito la bocca.
"Mi dispiace"
Alzò di poco lo sguardo e si ritrovò davanti un ragazzo bellissimo.

"Non fa nulla. Sono San, piacere"
Rispose il ragazzo sorridendo.

Ed eccola lì, quell'atmosfera pesante che provava anche con Minho.
Quel ragazzo davanti a lui non poteva essere di sicuro un umano.
Sembrava pazzo a pensare quelle cose  ma in fondo, forse, Seungmin e Minho dicevano cose vere.

"Piacere San. Da dove vieni?"
Non poteva fidarsi subito di quel ragazzo.
"Sono nato e cresciuto all'estero, mi son trasferito da poco."
Ed ecco un altro punto che gli faceva pensare che San fosse un demone.
La vaghezza.
Risposte vaghe e piene di incertezza.

"Cosa sei venuto a fare qui? Dimmelo con sincerità."

"Ti ho visto solo e ho pensato di venirti a far compagnia.
Sembri un po' giù di corda. Sai, sono un ottimo comico e conosco un sacco di freddure."

Sembrava così tranquillo quel ragazzo. Un sorriso dolce e un atteggiamento calmo.
Se solo non sentisse quell'atmosfera pesante intorno a lui, ci sarebbe cascato in pieno per la seconda volta.
Di sicuro era un amico di Minho.

Jisung sorrise e si alzò.
"Ho capito dove vuoi arrivare San.
Ti dico solo che non ci casco nel tuo tranello."
Fece due passi ma si fermò, si girò e vide San con un'espressione arrabbiata.
I suoi occhi erano rossi e puntavano su di lui.

"Lo sapevo. Sei un demone."

Con tutta la calma del mondo se ne andò anche se, dentro di lui, stava morendo di paura.

hello~
Come sta andando la vostra quarantena?
Spero che siate tutti in salute e che questo capitolo via sia piaciuto <3

I know that you are bad Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora