Epilogo

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1 dicembre

Dopo quasi due mesi dalla scomparsa dei 7 ragazzi di Seoul ecco la verità su ciò che gli è successo.
Sono stati trovati e tratti in salvo dalla polizia della città. Pare infatti che Kim Namjoon abbia telefonato alla centrale per chiedere aiuto. Gli agenti, dopo aver rintracciato il cellulare del ragazzo, si sono subito mobilitati. Dopo essersi precipitati sul posto si sono ritrovati davanti ad un enorme muro, così hanno dovuto richiedere l'aiuto di un elicottero. Entrati nella proprietà, una villa sotto falso nome, hanno poi trovato quelli che sembrano essere i superstiti di un terribile gioco. Il loro rapitore altro non era che il figlio di una ricca famiglia, Jeon Jeongguk, nonché uno tra le persone scomparse. Da quanto hanno raccontato i 6 sopravvissuti dopo essersi ripresi in ospedale, lui avrebbe pagato delle persone tutt'ora ignote per rapirli e imprigionarli in quella casa. Avrebbe così dato inizio a due mesi di prigionia, nei quali i ragazzi dovevano scoprire chi fosse e nel frattempo rispettare regole e sfide, pena la morte. Oltre a loro sono state rapite e imprigionate altre 6 persone, di cui si è sentito recentemente parlare. Le amiche Jisoo e Na Eun, il famoso attore Chen, gli idol Leedo e Hwanwoong, e Yuna, la ragazza scomparsa all'aeroporto di Incheon. Queste sei persone sembrano essere le vittime di tutto ciò, sono stati infatti ritrovati i loro cadaveri assieme a quello del loro rapitore. I sopravvissuti hanno poi raccontato di aver saputo tutto quello che gli era successo direttamente da Jeongguk, ripetendo cosa avesse fatto nei dettagli alla polizia. Pare che il ragazzino assumesse farmaci per i suoi problemi di umore e personalità, in modo del tutto irregolare. Questi infatti non hanno fatto altro che peggiorare il suo comportamento già disturbato, mandandolo fuori di testa e rendendolo una persona instabile e pericolosa. Infine Min Yoongi per salvare la vita a Park Jimin, uno degli altri ragazzi, avrebbe sparato a Jeongguk, uccidendolo. È ora sotto accusa per omicidio volontario, il processo si terrà tra qualche mese. Per quanto riguarda i superstiti, stanno tutti bene e sono tornati dalle loro famiglie. Hanno riportando solo qualche lieve contusione e un po' di shock, ma niente di grave. L'intera nazione è addolorata per la perdita di 6 giovani vite e si spera che un evento del genere non accada più in futuro.

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Pov Taehyung

Quattro mesi dopo...

Alzai lo sguardo sentendo la porta del tribunale aprirsi. Ne uscì Jimin, che si buttò tra le mie braccia piangendo.

"Chim che è successo? Qual'è il verdetto?" chiesi, Seokjin e Hoseok al mio fianco.

"L'hanno assolto" esclamò la voce di Namjoon. "Ovviamente" rispose seccato Yoongi, camminando assieme all'altro nella nostra direzione. "Non potevano dichiararmi colpevole dopo tutto quello che ci è successo. Fanculo" sputó col suo solito tono aspro.

"Jimin, perché piangi allora?" chiesi preoccupato. Tirò su col naso e poi mi guardò. "Finalmente è finita Tae" disse con un sorriso. Lo strinsi forte a me. Sapevo quanto il mio migliore amico fosse stanco di ripetere agli investigatori tutta la storia, e quindi riviverla per l'ennesima volta. Finalmente anche lui aveva un po' di pace.

Dopo più di un mese di sedute dallo psicologo eravamo tutti riusciti a superare, chi prima chi dopo, l'accaduto. E ora stavamo cercando di ricominciare, a partire da tutte le ore scolastiche perse. Persino io ero riuscito ad andare avanti dopo Jungkook. Alla fine l'odio nei suoi confronti, per ciò che ci aveva fatto, era prevalso. Era così che ero riuscito a passare oltre tutta quella storia.

Avevamo passato un sacco di tempo insieme e mi stavo legando a lui. Ma quello non era il Jungkook a cui mi ero affezionato. Quella persona non esisteva, era solo frutto di una sua perfetta recita. Forse se non avesse iniziato ad abusare di medicine a caso non sarebbe diventato un mostro. O forse era sempre stato così e col tempo era soltanto peggiorato, grazie anche all'aiuto di inutili farmaci. Ma ormai era troppo tardi per lui, non esistevano scuse per ciò che aveva fatto.

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