Capitolo 25 - Fuga

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Pov Yoongi

Un insulto spezzò il breve silenzio fatto dei nostri respiri affannosi.

"Vaffanculo!" urlò una voce acuta.

Jimin colpì Jungkook con un pugno sulla guancia. Si accasciò per terra, al mio fianco, e la pistola volò sul pavimento.

"Mi hai tolto le parole di bocca" esclamai alzandomi e stringendo forte il rosa a me. Ricambiò immediatamente l'abbraccio e nascose la testa sul mio collo. Lo sentii piangere leggermente e lo strinsi ancora più forte. "Shhh, è finita. Ora sei salvo, è tutto okay" cercai di calmarlo accarezzandogli la schiena, il suo piccolo corpo scosso dai singhiozzi. Recuperai l'arma e aiutai Jimin ad alzarsi. Barcollammo un po' ma riuscimmo a rimetterci in piedi e i ragazzi corsero subito da noi.

"Oddio state bene? Eravamo in ansia e non sapevamo come aiutarti Yoongi" domandò subito Seokjin. "Tranquilli è tutto a posto, solo qualche livido" li rassicurai. "Bel colpo Jimin!" proruppe Hoseok. Il ragazzo sorrise, anche se era ancora sotto shock. "Ho chiamato la polizia mentre lottavate" mi informò Namjoon. "Arriveranno tra un paio d'ore, il tempo di localizzarci. Intanto immobilizziamo Jungkook" disse. "Sapevi che era stato lui. Perché non ce l'hai detto?" mi chiese poi. "I miei erano solo sospetti. Non ero sicuro che fosse colpa sua. Volevo prima assicurarmi che il colpevole fosse veramente lui, sono andato in palestra per quello" risposi alzando le spalle. Feci per prendere le corde quando sentii un rumore dietro di me.

"Non così facilmente". Era Jungkook, che si era rialzato massaggiandosi la mascella. Teneva il taglierino in mano e guardò verso di noi. "Tu mi seguirai all'inferno" urlò prima di avventarsi su Jimin.

Tutto accadde in pochissimo tempo. Si era avvicinato troppo velocemente e nessuno aveva potuto fermarlo. Il rosa cadde sul pavimento, gli occhi sgranati per la paura.

L'unica cosa che avevo potuto fare era stata premere il grilletto.

Jungkook barcollò all'indietro e cadde a terra.

Pov Taehyung

Non potei fare a meno di piangere.

Lo odiavo, lo odiavo terribilmente. Eppure l'avevo anche amato, quel sentimento non poteva sparire così all'improvviso.

Tutte le emozioni che avevo cercato di trattenere fino a quel momento si riversarono fuori dal mio corpo. Urlai e singhiozzai di fianco a Jimin. Perché a me? Dopo tutto quello che avevamo passato... perché proprio lui?

Una manina mi sfiorò la guancia bagnata di lacrime. "Mi dispiace Tae" sussurrò la voce flebile di Jimin. Anche se era quello messo peggio riusciva comunque a preoccuparsi per me. "No, perdonami tu. Se solo me ne fossi accorto prima... Ho passato intere settimane con lui eppure... sembrava così normale" dissi amaramente. "Non è colpa tua" mi rassicurò Namjoon, mettendomi una mano sulla spalla.

Nel frattempo Yoongi si era avvicinato al mio migliore amico con sguardo preoccupato. "Sto bene, mi ha solo sfiorato la gamba" disse quest'ultimo. "Grazie a Dio" esclamò il corvino con un sospiro di sollievo.

"È morto... l'hai ucciso" disse poi. Yoongi scosse la testa. "Non c'era altra soluzione". "Hai ragione... forse è meglio così" concordò Namjoon. Jungkook aveva fatto un casino, non avrebbe potuto rimediare in nessun modo. Mi calmai. L'importante era che stessimo tutti bene e che Jimin fosse ancora vivo. Jungkook... a lui avrei pensato solo dopo essermene andato da quella dannata casa. Era lui il nostro rapitore, il colpevole, dovevo farmene una ragione.

"Forza, usciamo di qui" disse Seokjin, dopo aver controllato con il fidanzato che Jungkook fosse realmente morto. Una pozzanghera rossa si allargava intorno al suo corpo, gli occhi vitrei che guardavano il soffitto e la bocca leggermente aperta. Jimin tentò di rialzarsi, ma Yoongi fu veloce e lo sorresse prima che finisse di nuovo a terra. "No che non stai bene, non ti reggi neanche in piedi" lo sgridò.

Avvolse un braccio del rosa attorno alle sue spalle e Hoseok lo aiutò prendendo l'altro. Zoppicò fino alla porta d'entrata, poi Yoongi se lo caricò a forza sulle spalle e proseguì fino al piccolo garage.

Pov Seokjin

Nel mentre io e Namjoon eravamo andati a prendere dei giubotti per tutti. Era quasi dicembre e il freddo si sentiva. Il mio ragazzo mi confessò che non se lo aspettava e che si sentiva terribilmente in colpa verso Yoongi. Lo rassicurai dicendogli che il corvino lo avrebbe sicuramente perdonato. Erano diventati molto amici ma chiunque, con tutte quelle finte prove, avrebbe sospettato di lui.

Tornammo dagli altri e distribuimmo i vestiti. Eravamo tutti abbastanza provati da quello che era successo ma cercavamo di tenere duro ancora un po'. Come facesse, Yoongi, a restare così calmo dopo aver sparato ad una persona non lo sapevo.

Ma sotto sotto ero sicuro che gli avesse fatto un certo effetto, semplicemente non voleva darlo a vedere, come suo solito.

Nam ne approfittò per scusarsi con lui che, come avevo previsto, liquidò la faccenda con un cenno della mano. Il biondo lo abbracciò grato e, con grande stupore, l'altro ricambiò un po' impacciato.

Dopo esserci coperti per bene prendemmo le golfcart e le moto, e iniziò la nostra fuga da quel luogo. Jimin era con Taehyung e Yoongi su una macchina, io e Namjoon in moto e Hoseok lo stesso. Guidammo fino al muro e facemmo tutto il giro, ma non trovammo nessun cancello. Sembrava essere stato sostituito con altra pietra.

"E ora che si fa?" chiesi. "Come farà la polizia ad entrare?" domandò poi Hoseok. "Io direi di tornare alla villa e aspettarli al caldo" propose Yoongi. "Sì forse è meglio" annuì Namjoon. E fu così che tornammo là dentro, ma nessuno osò andare al piano di sopra.

Aspettammo, parlando tra noi e usando il telefono per distrarci. Dopo 30 minuti si sentì un suono provenire dall'esterno.

Ci alzammo tutti e uscimmo per controllare. Un elicottero stava atterrando nell'enorme giardino e ne saltarono giù degli agenti, che corsero subito verso di noi. Ci chiesero nome e cognome e poi domandarono chi fosse stato a chiamarli. Namjoon spiegò velocemente la situazione, decretando che il nostro rapitore era morto e che era stata legittima difesa.

"Non vi preoccupate per questo adesso. Salite sull'elicottero, sarete trasportati all'ospedale più vicino. Da lì chiameremo le vostre famiglie e con calma cercheremo di capire meglio cos'è successo" ci tranquillizzò una poliziotta bionda, prima di avviarsi dentro la casa. "Aspetti" la richiamò il mio ragazzo. "Si?". "Dove siamo?" chiese. "Poco fuori Seoul". Così vicini, eppure così lontani.

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S.a.

È finalmente finito tutto.
Ditemi, ve lo aspettavate o pensavate che finisse in maniera diversa?
Il prossimo capitolo, l'epilogo, vi dirà che fine hanno fatto i ragazzi dopo questo terribilmente avvenimento, non perdetevelo!

-1

~L

Escape game - BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora