Capitolo 2 Sorpresa

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Quando la chiamata finisce il mio manager mi fissò dritto negli occhi.
Era la prima volta che mi guardava con quella serietà, era la prima volta
che non ci provava spudoratamente con me come se fosse un mezzo
pervertito.
E cominciai a preoccuparmi, non capivo perché era così serio.
- Emh...allora? – chiesi.
Quella situazione di stallo mi stava facendo venire la pelle d'oca.
- Il big boss ha detto che ti licenzi, è vero? – mi chiese Gabriel andando
dritto al punto.
Sussultai. Non capivo come diavolo aveva fatto a saperlo! Non lo avevo ancora detto a nessuno, nemmeno a Ryan! Come era possibile che il mio
manager lo sapesse e soprattutto il mio capo, visto e considerato che non
gli avevo ancora detto nulla.
- Allora è vero! – esclamò Gabriel.
Sembrava davvero scioccato. Si portò le mani tra i folti capelli e poi mi
prese una mano tra le sue. Prese a farmi dei massaggi regolari che mi
diedero i brividi, più per l'inquietudine che per altro, sicuramente in quel
momento non stavo provando alcun tipo di piacere a farmi toccare.
Soprattutto non da Gabriel che era famoso per le sue toccatine e carezze
a tutto il genere femminile.
- Anche se fosse non credo siano affari tuoi – dissi togliendo la mano e
portandola in grembo.
- Non sono affari miei? – mi chiese – Tutto quello che succede qui sono
affari miei e poi...non ti ho ancora avuta tutta per me –

Scattai in piedi come una molla, se all'inizio pensavo che Gabriel era
morbosamente schifoso con questo vizio di toccare e provarci con tutte
adesso potevo dire che stava decisamente esagerando.
Gli voltai le spalle stizzita e senza rispondergli uscii dal suo ufficio
infuriata. Era deciso, Gabriel era ufficialmente impazzito.
Uscendo però non mi accorsi che sull'uscio c'era qualcun altro e andai a
sbattere contro il petto solido di un uomo. Persi l'equilibrio ma non toccai
il pavimento perché le braccia dell'uomo mi presero al volo. Alzai gli occhi
e incontrai quelli marroni e caldi di Mark Leviels.
Mi sorrise.

- Tutto bene, Miriam? – mi chiese.
- Io...emh...si – risposi balbettando come una ragazzina delle medie.
Mark mi lasciò andare e mi accarezzò la testa come se fossi stata,
effettivamente una bambina.
- Ti conviene andare sopra – mi disse – Ryan vuole parlarti –
A quel punto mi riscossi. Mark era quello più gentile di tutti e forse l'unico
che non voleva mangiarmi come se fossi stato un cibo prelibato. E io ne
sapevo decisamente qualcosa di essere il cibo prelibato di qualcuno.
- Mark? – lo chiamai prima che potesse allontanarsi.
Lui mi guardò.
- Come fa Ryan a sapere che me ne voglio andare? –
Lui mi guardò quasi dispiaciuto.
- C'è qualcuno per te nel suo studio, Miriam –
Le sue parole non mi piacquero per niente e mi diressi al piano di sopra di
tutte fretta. Quando arrivai però, rimasi scioccata.

Lui non doveva essere qui, non a New York, non così lontano da casa. Mistery Spell era venuta a prendermi a New York prima che io avessi
preso una decisione definitiva.
Davanti a me, vestito con un'eleganza innaturale, con jeans scuri e felpa
bianca, capelli biondi dalle sfumature argentee verso le punte, il volto
angelico e senza età c'era...Drogo Bartholy.


SPAZIO AUTRICE
Sopra c'è l'immagine di Drogo, se avete un telefono quando leggete la storia, cliccate sull'immagine per vederlo meglio

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