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[Il capitolo è un po' triste, sorry]

Karma's pov.

La luce fioca dei fuochi d'artificio illuminava il volto di T/n, stavo osservando il suo sguardo concentrato sul cielo, il suo lieve sorriso rilassato sulle labbra. I suoi occhi (c/o) riflettevano le varie esibizioni dei fuochi.

D'istinto, le presi la mano delicatamente, la vidi girarsi, in uno scatto spostai lo sguardo altrove, con un calore sulle guance. Sentii una leggera risatina dalla ragazza, poi la sua presa sulla mia mano farsi più stretta. Rimanemmo così, in silenzio, in contrasto alle esplosioni nel cielo.

Skip Time.

La mattina dopo, mi svegliai nel mio letto, sentendo il tumore della porta d'ingresso che sbatteva. Mi alzai di scatto per vedere chi fosse entrato. Aspettandomi un ladro. Mi diressi verso l'ingresso, ma sentendo il vociare capii chi fosse alla porta.

Dovevano tornare oggi?

Vidi mia madre e mio padre iniziare a litigare, come al solito. Entrambi lavoravano molto all'estero, per due aziende diverse, le poche volte che si incontravano tornando a casa, iniziavano a litigare.
"Sei solo una donna inutile come tutte le altre".

"Intanto tu non hai mai fatto carriera!"
Ecco che iniziano.

Né mia madre, né mio padre, si sono mai interessati a me. Ogni volta che cercavo la loro attenzione non se ne sono mai importati. Quando tornano qui in Giappone, esco e faccio rissa con i primi tipi che trovo, così per sfogarmi. Una bella famiglia unita in poche parole.

"Ciao mamma, ciao papà." Dissi, con voce ancora impastata dal sonno e uno sguardo alquanto scocciato.

"Abbiamo saputo i risultati degli esami di fine periodo, come lo spieghi?" Chiese mia madre, come al solito, doveva utilizzare la prima cosa che trovava per farmi diventare la sua valvola di sfogo.

"Come se ve ne fosse mai fregati qualcosa della mia carriera scolastica." Sbuffai.

"Non rispondere così a tua madre!" Urlò quell'uomo che neanche lontanamente poteva essere chiamato "padre".

"Non che tu faccia meglio di me, per la cronaca." Risposi, come mio solito a tono. Ormai non c'era modo di recuperare i rapporti, sempre se ci fossero mai stati.

Alla mia risposta, mi beccai uno schiaffo dritto sulla guancia sinistra da parte di mio padre. Sentii il gusto del sangue sulla mia lingua.

Senza proferire parola, andai nuovamente in camera, chiudendomi velocemente a chiave. Iniziai a vestirmi.

Di sicuro stare fuori sarebbe stato meglio che stare con quei due.

Quel giorno non c'era scuola, mi misi dei jeans neri e una maglia bianca, per finire delle converse bianche alte, uscii dalla mia camera, andai in bagno, mi lavai i denti e la faccia e, velocemente uscii. O meglio stavo per uscire, quando mia madre mi fermò.

"Dove pensi di andare? Non hai ancora spiegato il tuo voto."
La mano sinistra di mia madre, con le sue unghie tinte di rosso, si fermò sulla mia spalla.

"Ho sempre preso il massimo dei voti, ve ne è mai fregato qualcosa?"
La stretta sulla mia spalla ora era più stretta e forte.

"Sei inutile come pensavo. Anche solo un errore in una carriera ti porta al fallimento. Probabilmente tu sei l'unico fallimento che ho avuto nella vita."
Le parole aspre e acide che uscivano dalle labbra di mia madre non potevano che trafiggermi il petto.
Mi staccai velocemente, arrabbiato, triste, deluso, uscendo, con altrettanta velocità, dalla mia abitazione e sbattendo la porta.

𝕴𝖋 𝕴 𝖈𝖆𝖓'𝖙 𝖍𝖆𝖛𝖊 𝖞𝖔𝖚- {𝐊𝐚𝐫𝐦𝐚 𝐱 𝐑𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora