Capitolo 12

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Mi alzo dal letto più presto del solito e vado in cucina per preparare la colazione a tutti, non conosco bene dove si trova il cibo fra tutti questi scaffali ma con un po'  di pazienza sono riuscita a trovare la moca per fare il caffè e dei biscotti al cioccolato, dopo poco anche Andrea e Marco mi raggiungono e ci mettiamo seduti a tavola a mangiare.
<< Come hai dormito ?>> mi domanda il fratello del moro seduto alla mia destra, <<molto bene, grazie per l'ospitalità>>, << è il minimo >>sorride Marco mentre posa la sua mano sulla mia, << avete fatto scintille stanotte?>> chiede  Andre scherzando,il moro gli da uno spintone innervosito e io mi metto a ridere, << vabbè, io vi lascio, devo uscire prima stamattina, spero di vederti al mio ritorno >> pronuncia rivolgendosi a me << divertitevi! >> aggiunge mentre sale le scale.

<<Ah... non far caso a mio fratello, è scemo>> mi scruta il moro, << chissà da chi ha preso >> scherzo io, lui si avvicina e comincia a farmi il solletico , finiamo col ridere a crepapelle.

Questa notte è stata totalmente diversa, Marco è un ragazzo intelligente e ha percepito tutto il mio sconforto, mi è stato accanto, senza troppe parole che a volte non servono neanche.

Più tardi nel pomeriggio mentre io e il moro stiamo accoccolati sul divano a guardare un film, mi squilla il telefono - Chiamata da Ellie in corso -

<<ehy, cosa c'è?>> chiedo con aria distaccata

<< ho chiamato i tuoi genitori, mi hanno detto che non sei tornata a casa, si può sapere dove sei?>> la sua voce è preoccupata, percepisco subito la sua angoscia ma continuo a restare sul mio tono freddo << non devo dare spiegazioni a nessuno, lasciatemi stare>>

<<ma sei seria? cosa c'entro io?>> sembra si sia innervosita

<< niente, non sono arrabbiata con te, voglio solo stare sola, chiedo tanto ?>> rispondo con rabbia

<< va bene, ma potresti almeno dirmi dove sei e non farmi morire d'ansia. >> controbatte lei

<<sono con il mio fidanzato.>>

<< fidanzato? da quando? >>

<< senti, sto bene, dillo a tutti, ciao. >> stacco la chiamata.

Marco mi scruta preoccupato, io spengo il cellulare e lo lascio sulla tavola, poi ritorno fra le sue braccia.

Non sono una persona facile lo so, mi faccio condizionare dalle emozioni e starmi accanto diventa un vero incubo, a volte sono davvero irrazionale, un giorno mi vedi sorridere e l'altro piangere, avrò litigato un milione di volte con le mie amiche, la maggior parte per cose futili, però mai mi sono sentita così in rancore verso qualcuno, in questo momento è come se Paola si fosse auto cancellata dalla mia vita, non la considero neanche più mia amica, non posso pensare che aveva il sorriso sul volto mentre mi umiliava.

Raccontarsi è così bello, Marco mi parla della sua infanzia e io della mia, ci confrontiamo, ci capiamo, ho sempre associato l'anima ad un libro e ora nel mio manoscritto c'è scritto di lui, con i suoi riccioli, con le sue spalle larghe, con le sue parole, i suoi abbracci e i suoi baci; la sua vita e la mia sono due colori, come il giallo e il rosso, che formano l'arancione, Wikipedia dice che l'arancione è il colore che simboleggia la creatività artistica e sessuale, rappresenta l'equilibrio, l'ambizione e la saggezza, ora  ho la conferma che questo sia il nostro colore.

Il telefono del moro squilla interrompendo la nostra quiete e armonia << pronto?>> riesco a capire solo quello che dice lui e non ciò che chiede l'altra persona << si è con me, non si preoccupi>>, << lei non vuole tornare, può restare da me per un pò>>, <<mi prenderò cura di lei, non si preoccupi>>, <<va bene, la riporterò io a casa>>, << ciao>>.

Scruto il moro perplessa alla ricerca di spiegazioni, ma lui si limita a dire "era tuo padre" e poi "ha detto che puoi restare da me", sorrido ignorando le mille domande che mi passano per la testa e poi andiamo di nuovo a letto, ma questa notte non vogliamo dormire, ci mettiamo uno davanti all'altro e ci scrutiamo negli occhi, poi lui fa scivolare la sua mano sulla mia schiena lasciandomi un brivido, ci parliamo attraverso i gesti, ci spogliamo dalle paure e ci amiamo, nella versione più pura dell'amore, come se non contasse nient'altro.

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