Capitolo 19

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Anna pov's

Continuo a vagare per le strade di questo piccolo paesino con le cuffie e la musica a tutto volume, nel frattempo ha cominciato a diluviare e ho tutti i capelli bagnati, respiro affannosamente, ma nemmeno la pioggia mi fermerà, voglio restare qui all'aria aperta, voglio perdermi nella mia immaginazione perché molte volte racchiude qualcosa di più bello della autentica realtà.

Mentre passeggiavo ho capito perchè le braccia di Marco non mi facevano paura, perché non dipendevo da esse, l'amore è un po dipendere dall'altro ed è la cosa che più mi spaventa per questo non voglio stare con Cristian, perchè sono certa di essermi innamorata, sono sicura che se iniziassi una storia con lui e poi questa storia finisse, finirei un po anch'io, ma in amore tanto vale rischiare no?
Mia cugina mi ha chiamato da poco, anche lei è arrabbiata e questa volta chiamarla "Kikka" non è servito, mi ha detto che per colpa mia ha litigato con il suo fidanzato, mi ha detto che Cristian stava per picchiare Paola e non so più a cosa credere, cosa pensare, sicuramente il biondo non mi sembra una cattiva persona da arrivare addirittura a fare del male fisico, forse mi stanno dicendo un mucchio di str*nz*t* solo per tenerci lontani.
Arrivo davanti alla famosa panchina e lì seduto proprio davanti a me c'è ancora lui, mi avvicino piano e mi siedo accanto al biondo che vedendomi sorride a 32 denti e mi abbraccia forte, ci rincontriamo, di nuovo qui, solo che diversamente dalla prima volta ora siamo consapevoli che c'è qualcosa di forte fra di noi, una specie di complicità, <<ti aspettavo, una parte di me sapeva che saresti tornata qua>> mi accarezza il viso, <<non è giusto >>mi limito a dire avendo ancora i sensi di colpa.
<<Cosa non è giusto? >>mi domanda lui guardandomi con aria preoccupata, << io e te, siamo sbagliati >>affermo, mentre le lacrime mi rigano il viso, <<non è importante, se anche tu senti qualcosa per me, lasciamo perdere il resto e stiamo insieme >>mi prende per mano e poi alza lo sguardo per fissarmi negli occhi, ma la mia idea non cambia, non è solo la paura a fermarmi, ma anche le persone a cui voglio bene.
Ci lasciamo con un bacio appassionato dettato dall'istinto e dal desiderio l'uno dell'altra di stare insieme e prima che le nostre strade si dividano il biondo mi grida sotto la pioggia " se cambi idea, la mia casa è dopo quella di Andrea, abito in quella casetta gialla con le imposte bianche, ti aspetto!".
Decido di tornare a casa, dopo tutto questo trambusto voglio solamente buttarmi sul mio letto e dormire per giorni interi, salgo lentamente le scale lasciando delle gocce d'acqua ad ogni mio gradino, apro la porta di casa e mi tolgo le scarpe per non bagnare ulteriormente anche l'ingresso, mi affretto ad andare in bagno per prendere un'asciugamano e nel mentre mia mamma mi raggiunge <<sei tornata >>mi abbraccia felice.

Poco dopo arriva anche mio padre che sembra meno felice del mio ritorno, infatti si limita ad informarmi che sono in punizione perché non ho dato mie notizie e ho fatto preoccupare tutti, per un mese potrò uscire solo per andare a scuola, tanto l'avrei dovuto fare comunque visto che ormai ho perso ogni tipo di amicizia e non saprei nemmeno con chi uscire.

Ormai è tardo mattino, ma non riesco proprio ad alzarmi, prendo le lenzuola e mi copro di nuovo girandomi da un lato, non ho nemmeno voglia di sistemarle le cose, me ne starò qui sotto le coperte con la mia tristezza, mia mamma cerca di invogliarmi ad alzarmi, ovviamente invano, "vai via" le dico mentre mi stropiccio gli occhi, << almeno vedi di rispondere al telefono che è la ventesima volta che vibra >>mi informa mentre esce dalla mia stanza, cosí prendo il cellulare e rispondo senza nemmeno vedere chi è il mittente, <<pronto? >> pronuncio con voce assonnata, <<finalmente! pensavo non mi avresti risposto...>>, riconosco subito la sua voce così delicata e sorrido alzandomi velocemente dal letto <<Cristian!>> pronuncio euforica, <<sono proprio io >>ride lui dall'altra parte <<mi chiedevo se oggi ti andasse di passare del tempo insieme>>, << mi dispiace, mi hanno messo in punizione >>lo informo con aria triste.

Cristian mi ha detto che aspetterà che la punizione finirà per vedermi, un mese o due, a lui non importa e questo mi riempe di gioia, perché anch'io non vedo l'ora di rivederlo, penso che sia comunque ingiusto tutto ciò che ho fatto, ma non posso avere ancora paura dei miei sentimenti, più li respingo e più tornano indietro.
Dopo aver riattaccato decido di chiamare la mia migliore amica per aver conforto e magari qualche consiglio, lei è l'unica ad essere rimasta dalla mia parte, infatti mi aiuta ad escogitare un piano per andare a casa di Cristian nonostante la punizione, convincerà i miei genitori a farmi andare a casa sua e invece andrò a casa del biondo, spero che tutto ciò funzioni, andrò contro tutto se serve,però stavolta so che non mi tirerò indietro, per una volta voglio credere in qualcosa e metterci davvero l'anima, ho bisogno dei suoi occhi dal colore del cielo più di quanto possa mai desiderare.

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