Capitolo 22

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Oggi io e Cristian abbiamo deciso di marinare la scuola, tra pochi giorni sarò maggiorenne e secondo il biondo non posso compiere 18 anni senza aver mai infranto le regole, mi ha detto che a volte essere irresponsabili può risultare divertente, così l'ho ascoltato ed eccoci qua, sdraiati sotto questo albero alle 10 di mattina, fisso il cielo pieno di nuvole con la testa poggiata sulla sua pancia, <<non ti senti meglio? >>mi domanda ridendo, <<hai ragione, mi sento più libera ora >>lo assecondo e mi sposto sull'erba di fronte a lui, <<ti hanno mai detto che hai un sorriso  dolce? sei così innocente e pura, sei diversa dalle altre, hai un qualcosa di speciale>>mi accarezza i capelli, <<l'unica cosa speciale che possiedo è proprio davanti a me >>disegno più volte con la mano una scia sul suo braccio.
Vengo distratta dalla vibrazione del mio telefono a cui mi limito a mettere il silenzioso per poi riporlo nuovamente nello zaino.
<<Ricordo ancora quella sera, quando mi hai urlato di spegnere la musica, all'inizio eri così antipatica, sembravi la classica ragazza perfetta, ma quando ti ho avvicinato a me ho avvertito qualcosa di insolito, non ho mai...>> Cristian viene interrotto dallo squillo del suo telefono a cui risponde immediatamente, i suoi occhi si spalancano, sembrano preoccupati, quasi arrabbiati.
<<Cosa è successo?>> chiedo preoccupata, << ti hanno sospesa, qualcuno ha disegnato sul muro della scuola e secondo delle voci, l'artefice sei proprio tu>> mi informa il biondo con aria dispiaciuta, <<secondo te, chi è stato?>> mi limito a chiedere mentre un nodo in gola mi blocca quasi la voce, << ovviamente "le tue amiche">> posa una mano sulla mia spalla cercando di darmi conforto invano.
Mi alzo di scatto e mi incammino verso scuola, Cristian prima cerca di fermarmi, poi decide di accompagnarmi, sono fuori di me, rabbia, tristezza e frustrazione sono ammassate nella mia mente, appena arrivata ignoro completamente i miei genitori e il preside che mi attendevano, ho solo una meta e il suo nome è Paola, <<sei una str*nz*>> le lancio uno schiaffo dritto in faccia mentre tutti i miei compagni mi guardano esterrefatti, <<fermati!>> mi grida Ellie tirandomi via di forza, <<come avete potuto farmi questo? come?>> continuo a strillare sempre più fuori controllo, << Anna Corsetti, lei non sarà più sospesa perché sarà direttamente espulsa da questa scuola, non voglio vedere mai più la sua faccia da queste parti, mi ha capito?>> ferma tutto il caos il preside su tutte le furie.
Ho passato tutti questi anni in questa scuola cercando una possibile strada, ho vissuto mille esperienze, ho conosciuto le mie amiche, i miei primi amori, ho sofferto e sorriso immensamente e ora? ora sono costretta a lasciare tutto, ho perso ogni cosa - penso tra me e me.
<< Scusi, potremmo parlare in privato?>> mio padre si rivolge al preside per provare a rimediare ai miei danni, così ci dirigiamo tutti nel suo ufficio, fortunatamente i miei genitori riescono a far ritrarre l'espulsione, gli spiegano che ho avuto dei momenti difficili e tutte queste cose così, però per una settimana dovrò studiare tutto da sola a casa e poi potrò rientrare, il preside mi ha detto che è l'unica possibilità che ho e gli ho promesso che non mi comporterò mai più in questo modo, mi sono presa la colpa anche del murale, accetterò la sospensione che è sicuramente meglio di essere espulsa, almeno so che posso rimediare, che non ho perso nulla.

Prima di tornare a casa vado nella mia classe e con la voce piegata dalle lacrime mi scuso con tutti e sopratutto con le mie amiche che si limitano a farmi un sorriso strizzato e a guardare altrove.

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