CAPITOLO 50

1.5K 43 7
                                    

Le solite cose.

"Losito sei strana, Losito sei assente, Losito di qua, Losito di là" non ne posso più nemmeno di loro.

So che lo fanno per aiutarmi, ma così non ci riescono.

Quanto vorrei che mia madre fosse qui con me.
-
Continuano a passare i giorni ed io sono ancora nella stessa situazione.

Non so quante settimane siano passate, credo due.

Adesso sto camminando per tornare a casa.

Sono andata a buttare l'immondizia quasi qui di fronte, anche perché ultimamente non posso più nemmeno truccarmi per andare a scuola e men che meno uscire.

Ad un tratto davanti a me vedo una scena che fa drizzare il pelo, così velocemente cerco di attraversare la strada, però senza risultati.

G- tesoro, che ci fai per strada a quest'ora, vieni qui dai, vieni vieni
disse agitando una bottiglia di vodka ubriaco fradicio gridando dal marciapiede a pochi metri da me, mentre sghignazzava malignamente con i suoi quattro amici altrettanto andati di testa.

Per terra notai le varie bottiglie vuote, ed anche se era pericoloso, decisi lo stesso di avvicinarmi per evitare altri schiaffi. Ormai ne ero piena.

G- avete visto che bel bocconcino che ho qui? Lei è solo mia
e avvicinò la sua faccia alla mia lasciandomi respirare quell'odore marcio proveniente dalla sua bocca.

La sua mano scese sul mio fondoschiena, che iniziò a toccare violentemente ridendo con i suoi amici e abbassando su quel lato il pantalone della tuta di pail che mi teneva al caldo durante quel giorno di fitto inverno.

M- stai esagerando, adesso basta
dissi spostando la sua mano.

Non ne potevo più.

G- ehi ehi, non reagire eh, lo sai come ti finisce
e portò la sua mano nuovamente sul punto di prima.

X- la bambina non sa difendersi, povera!
disse ridendo uno dei quattro ubriaconi.

Casa mia era solo dall'altro lato della strada.

Cercai di scappare ma lui mi prese dal braccio e gli altri mi accerchiarono.

G- dove credi di andare piccola, la serata è ancora molto lunga

M- coglioni lasciatemi in pace!
dissi ormai con le lacrime che scendevano.

Come dovevo difendermi? Erano troppi.

Mi accasciai per terra e vicino i miei piedi trovai una tra le bottiglie che avevano lasciato.

Per creare un diversivo la ruppi per terra e del vetro arrivò anche sugli arti inferiori dei cinque attorno a me.

Ma la mossa fu sbagliata, e me ne resi conto troppo tardi, o meglio, solo quando vidi tutto buio.

Paura di amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora