Paura di amare

CAPITOLO 49

"Vorrei avere il coraggio di lottare.
La forza di parlarne. Di riuscire ad andare via, ad allontanarmi. Di dirgli di lasciarmi da sola perché tra noi è tutto finito. Anche se in realtà non è mai iniziato.
Perché questo non è amore. Perché l'amore non alza le mani, l'amore non ti calpesta. È consenso. L'amore ti prende per mano.
È solo ossessione. Questa è la parola corretta.
L'amore non è violenza.
L'amore non ha lividi.
Quei lividi e quelle cicatrici che porterò per sempre con me.
L'amore toglie il fiato, toglie le parole, ma non con i pugni o con gli schiaffi.
L'amore è rincorrere quando l'altro scappa, è stringere l'altro mentre dorme ed ha gli incubi, ma non tenerlo stretto per obbligarlo a fare ciò che non vuole.
Non è picchiare. Questo non significa amare.
L'amore non è un pugno. Non è uno schiaffo. Non sono le mani sul collo fino a stringerlo.
L'amore è lasciare che una persona sia ciò che davvero è. L'amore è quando la felicità di un'altra persona è più importante della tua e all'interno è presente il perdono insieme a colori vastissimi, un po' di chimica, un po' di incastro e un po' di destino, brividi, capricci e risate e la voglia di avventurarsi insieme nelle spire incantate del tempo.
Questo è amore."

L'ora di filosofia era volata mentre gettavo queste parole sulle righe di uno stupido foglio di carta bagnato da qualche lacrima, ma che subito dopo venne accartocciato e riposto nello zaino solo quando mi accorsi che Sofia, dal banco davanti, stesse cercando la mia attenzione.

Non posso più nemmeno sedermi con lei.
Gianmarco me lo ha vietato.
E se lo contraddico, uno schiaffo.

Fortunatamente Sofia è una ragazza intelligente e capisce tutto al volo, anche se le ho detto che non potevo più sedermi con lei perché tutte le prof dicevano che parlavamo troppo.

Ma non è vero.

S- Marta, la prof ti chiama
M- mi dica prof
dissi asciugando le lacrime velocemente
P- Losito devo parlarle, appena suona la campana venga con me

Io annuii.