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Apro gli occhi e riconosco subito la camera di Luca.
Tutto ciò che è successo ieri, cosa significa? Sto provando delle emozioni che neanche io so spiegare, emozioni che prima ad ora non avevo mai provato per di più con un ragazzo come Luca. E lo ammetto, ho paura. Ho paura perché non so cosa pensi lui, ho paura di una nuova delusione e soprattutto non so se fa così con tutte le ragazze.
"Ma buongiorno" la voce del moro mi riporta alla realtà.
"Buongiorno" ripeto alzandomi dal suo petto sorridendogli.
"Come hai dormito?" mi chiede passando una mano tra i miei capelli.
"Meglio del solito" scrollo le spalle.
"E lo dice con questa nonchalance? Guarda che lo so che sono l'unico che riesce a non farti avere gli incubi" ghigna.
"Sei odioso!" roteo gli occhi al cielo.
"Ah si?" mi tira per il braccio facendomi avvicinare a lui.
"Così tanto odioso che ieri mi hai baciato" sorride baffardo avvicinando il suo volto al mio, sento nuovamente il suo respiro sulle mie labbra.
"Si ma non gasarti troppo" lo prendo in giro.
"Con te è praticamente impossibile" sento le sue labbra sfiorare le mie, si allontana, mi sorride e si alza dal letto.
"Che vuoi per colazione?" mi chiede mentre scende le scale che portano al piano di sotto dove si trova la cucina.
"Lo sai fare un cappuccino?" mi siedo allo sgabello dell'isola.
"Pensi che sia veramente così incapace? Ti potrei stupire Aurora" mi rivolge uno sguardo veloce mentre prepara la moka per il caffè.
"Da quanto tempo non senti i tuoi genitori?" mi chiede di punto in bianco accendendo il fornello del gas.
"Sarà circa un anno, non ho un ottimo rapporto con loro...ancora riesco a superare il fatto che mi abbiano trascurato per tutta la mia infanzia" mi tocco nervosamente i capelli, non è un argomento di cui amo parlare.
"E non ti importa sapere cosa fanno? Come stanno?" si siede di fronte a me, poggiando i gomiti sull'isola di marmo e sorreggendo la testa con il palmo della mano.
"A loro importa sapere come sto? Non mi cercano mai, perché dovrei farlo io. Cosa fanno nella vita lo so, ed è meglio che tu non lo sappia" roteo gli occhi al cielo.
"Perché?"
"Sono stati dei tossicodipendenti fino a qualche anno fa, ora per avere qualche soldo si saranno messi in mano a qualche strozzino o anche peggio a qualche clan" aggancio il suo sguardo e sembra interessanto all'argomento.
"Quando non si ha un euro in tasca si arriva a fare di tutto anche io ci sono passato, la mia famiglia non navigava di certo nell'oro. Mio padre lavora come impiegato nell’ufficio delle case popolari, sta nella hall: guadagna mille euro al mese. Mamma fa la contabile mezza giornata in uno studio d’avvocati e prende 300 euro.  Io, però, volevo avere quei 300-400€ in più così decisi di iniziare a spacciare, o fare da palo nelle piazze. Per questo ti dico che, quando non si ha un euro, si arriva a fare di tutto. Il mio era solo un "capriccio" da ragazzino dato che i miei, nonostante i soldi fossero pochi, non facevano mancare niente né a me, né a mia sorella. I tuoi genitori molto probabilmente stanno in una situazione critica e si arrangiano con qualche 'lavoretto'... Non devi condannarli per questo" mi sorride debolmente per poi alzarsi dalla sedia e andare a preparare il caffè.
Mi piace il fatto che Luca si apra con me raccontandomi la sua vita, che mi faccia ragionare su certi argomenti. Da una parte ha ragione, se non hai i soldi ti devi arrangiare, ma dall'altra parte i miei genitori non sono mai stati presenti nella mia vita e tutt'ora non lo sono.
"Ecco a lei il suo cappuccino signorina" mi sorride porgendomi una tazzina.
"Mi aspettavo di peggio, sinceramente" affermo bevando il cappuccino preparato dal moro.
"Ti aspettavi di peggio? Solo? Devi ammettere che è buonissimo, quando troverai un altro ragazzo che ti farà una delizia del genere di prima mattina, fammi uno squillo" si auto congratula.
"In realtà c'è già un ragazzo che mi prepara un cappuccino buonissimo di prima mattina... E non sei tu" sorrido.
"Fammi sentire, chi è?"
"Enrico, il barista del bar Queen" tossice a causa del caffè andatogli di traverso.
"Enrico? Quel cesso con i capelli così unti che ci esce l'olio per friggere le patatine?" ride continuando a bere il suo caffè.
"Non è brutto, è una bellezza come posso dire... Particolare".
"Se la consideri bellezza particolare hai dei gusti di merda" scrolla le spalle e guarda l'orologio appeso al muro.
"Vatti a cambiare che ti riporto a casa, tra mezz'ora ho un impegno" ed ecco qui che arriva la fine di un momento che non volevo finisse.

Scusate per l'attesa😥.
Cosa ne pensate del capitolo? ❤️
In più sto pensando ad aprire una pagina su instagram dove tratto gli outfits di Luca, vi potrebbe interessare? 🤔

|Mi scordo di noi, che è meglio così| Capo Plaza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora