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Entro dentro casa sbuffando e sbattendo la porta alle mie spalle.
"Incazzata?" la voce di Kilo risuona nella stanza. Annuisco sedendomi di fianco a lui sul divano, mi da un bacio sulla guancia e mi fa segno di parlare.
"Domani devo tornare sul set che l'incapace del fotografo se n'è andato prima e non abbiamo finito lo shooting" sbuffo posando la testa sulla sua spalla.
Io e Kilo viviamo a Milano da 5 anni, i nostri genitori sono in Colombia a Bogotà , la nostra città d'origine. Non sono mai stati molto presenti nella vita mia e di Kilo, infatti è stato proprio mio fratello a proporre di trasferici qua in modo tale da garantire un futuro migliore per me e per lui. Entrambi lavoriamo come modelli per l'Independent Model Management, un'importante agenzia di moda.
"Io ora devo andare ad allenarmi" mi comunica mio fratello alzandosi dal diavano.
"Non ci credo! L'hai detto seriamente?" ho praticamente costretto Kilo ad andare in palestra, io faccio sala pesi mentre lui boxe. Di conseguenza lui ha costretto i suoi amici ad allenarsi.
"Vieni anche tu, così saluti i ragazzi" effettivamente non esco più con i ragazzi di Piazza Prealpi, la zona in cui abito, da un bel po' di tempo... Il lavoro mi tiene impegnata la maggior parte della settimana e il weekend, per quanto sono stanca, preferisco restare a casa.
"Va bene, però non mi alleno" indosso una felpa mentre lui prende il borsone.

"Piccola! Mi sei mancata così tanto" sussurra Philip abbracciandomi appena mi vede. Lui per me è come un secondo fratello, c'è stato dal primo momento sia per me che per Kilo. Philip ora sta debuttando nel mondo della musica e, mio fratello, è il suo manager. Ho ascoltato qualche sua canzone ma per il resto non sento la musica italiana, preferisco il rap francese o americano.
"Billie!" esclamo appena vedo il mio amico, mi avvicino per abbracciarlo ma subito mi blocca.
"Sono sudato e puzzo come un asino, non ti conviene" mi sorride asciugandosi il sudore con un asciugamano.
"Non farti sentire mai brutta merda!" mi deride Sasyno stringendomi a lui.
"Avevo di meglio da fare" gli faccio la linguaccia, lui incrocia le braccia sotto il petto e fa il finto offeso.
"Di meglio da fare?! Ti sei fidanzata?" mi chiede curioso.
"No sasy, non vedo un ragazzo dalla prima guerra mondiale" ironizzo, per poi sedermi sulla panca e iniziare a guardare l'allenamento.
La mia attenzione si sposta su ragazzo minuto che da il suo ingresso in palestra, capelli marroni con lo stesso taglio di mio fratello, occhi del medesimo colore coperti in parte da degli occhiali da vista di forma rettangolare, labbra carnose e naso all'insù. Indossa una conotta bianca che lascia scoperte le braccia dove sono presenti numerosi tatuaggi, ha dei pantaloni da basket anch'essi bianchi, airforce one e calzini della nike che arrivano fino a metà polpaccio.
"Vuoi una foto?" mi chiede con aria seccata.
"E perché dovrei volere una tua foto?" mi metto a ridere incrociando le braccia sotto al petto.
"Mi stavi fissando, molte vogliono la foto perché mi conoscono" lo guardo attentamente ma non credo di averlo visto da qualche parte.
"Non so chi tu sia" ribatto acida guardandolo da testa a piedi, scaraventa il borsone sulla panca dove sono seduta, mi squadra per poi parlare: "Allora, la prossima volta, evita di fissare le persone, sembri una maniaca" sgrano gli occhi.
"Il mondo non gira intorno a te caro" lui sembra non ascoltarmi, indossa i guantoni da boxe e sale sul ring.
Non so chi sia, ma già mi sta sulle palle.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ❤️

|Mi scordo di noi, che è meglio così| Capo Plaza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora