Nervosismo

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Piccolo avviso
Capitolo Che segue i pensieri di Sasuke, pensieri ripetitivi e disordinati, confusionari e nervosi.
Frasi corte e ripetute e nemmeno nell'ordine giusto, oppure lunghe e prive di punteggiatura perché frutto di un unico pensiero.
Spero che non sia troppo fastidio ma lo trovavo un modo carino per esprimere il "nervosismo ".

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Sasuke quel pomeriggio era di umore pessimo.
Per quale motivo?
Beh ce ne erano svariati di motivi, non sapeva metterli in ordine di irritazione.
Tanto per cominciare odiava quella scuola di stupidi trucchi e odiava quello stupido dobe.
No, non era geloso, semplicemente odiava tutti, il che era pure normale visto il suo carattere. Il problema era il motivo per cui odiava tutti: nessuno sembrava rendersene conto apparte lui ma quegli sguardi che lanciavano verso Naruto, tutti quelli che lo guardavano ammirati, troppo invadenti.
Da quando era entrato nella palestra della scuola in cui si allenavano tutti sembravano pendere dalle sue labbra o cercare di attirare la sua attenzione in qualche modo.
E poi quel dobe era dannatamente bravo.
L'aveva visto allenarsi facendo sparire oggetti di grosse dimensioni,  giocare con gli anelli con un'abilita che non credeva possibile.
Il fatto che Naruto non facesse caso a tutti quegli sguardi gli dava immensamente sui nervi... forse lui era infastidito perché per una volta non era al centro dell'attenzione? Era invidioso?
Gli Uchiha non sono invidiosi ne tanto meno gelosi, non di tipi come Naruto.
Il suo livello di nervosismo poi era salito ad un livello più allarmante quando uno degli altri idioti che frequentavano quella palestra aveva deciso di trovare un modo per distrarre Naruto mentre eseguiva uno dei suoi trucchi, e il suddetto modo consisteva nell' abbassargli quegli orrendi pantaloni color arancione.
Il tutto era terminato con il dobe per eccellenza che aveva deciso di rincorrere il disturbatore in quelle condizioni per tutto il perimetro della palestra urlando "Deidara ti faccio esplodere io!" .
Sempre in mutande. Davanti a tutti.
Le cretinate di questo tipo gli facevano salire il sangue alla testa.
Si, era decisamente il comportamento cretino ad irritarlo anche se Naruto poteva evitare di continuare a girare seminudo.
Aveva represso più volte la voglia di picchiarlo e rivestirlo a forza (anzi diciamo pure strozzarlo con i suoi pantaloni!).
Cercando di calmarsi si era messo ad analizzare la situazione appuntandosi mentalmente nomi e facce delle persone che frequentavano quel posto.
Oltre a Naruto c'era Deidara (quello che l'aveva importunato) che aveva dei capelli lunghi e biondi ed era fissato con gli effetti speciali e le esplosioni ; un certo Sasori dai capelli rosso fuoco che faceva il ventriloquo ed evidentemente non si accorgeva che le sue marionette non erano ne simpatiche ne divertenti ma piuttosto inquietanti.
Ancora c'erano Hinata e una sua amica con capelli corti e verdini che non aveva mai visto.
In seguito erano arrivati Tenten, una ragazza di un anno più grande di loro con due stupide palline sulla testa , e Neji (incredibile! anche lui che si era sempre mostrato così composto e distaccato) che non appena l'aveva visto aveva cominciato a blaterare scuse sul fatto di dover solo "controllare l'incolumità della cugina".
Infine erano arrivati altri due ragazzi che aveva intravisto nell'istituto scolastico ma con cui non aveva mai avuto a che fare, una biondina con 4 codini e una gonna con uno spacco allucinante, e un ragazzino dall'aria scontroso e dai capelli rossi che aveva scoperto chiamarsi Gaara.
Naruto, con sommo disappunto di Sasuke, aveva salutato tutti fin troppo calorosamente (lui non approvava quelle smancerie!)  incluso questo insulso rossino su cui si era praticamente gettato addosso.
E il suo livello di nervosismo aveva raggiunto picchi che credeva non potevano essere raggiunti da un semplice umano.
Poi si era corretto, lui era un' Uchiha non un semplice umano. Cercando di trattenere i suoi istinti omicidi verso tuto il resto del mondo si era alzato ed era semplicemente uscito da quella bolgia senza avvisare nessuno, conscio (dolorosamente) del fatto che nessuno si sarebbe accorto della sua mancanza, nemmeno Naruto.

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