Ok rieccomi, Sorvoliamo che ho fatto tardi per finire di correggere il capitolo, suppongo che il risultato sia molto assonnato ma fa niente.
Diciamo che è un capitolo rivelatore, forse.
Svela qualcosa ma mette in mezzo altri casini.
E si la storia fra un paio di capitoli entra nel suo cuore, cioè siamo quasi a metà.
Intanto ringrazio chi legge come sempre e in particolar modo chi lascia un traccia del suo passaggio.
BUONA LETTURA!!!———-
Un silenzio irreale regnava quella sera come l'avviso prudente di qualcuno che voleva avvertire quanto fosse pericoloso camminare per le strade.
C'era troppo silenzio, un silenzio sospetto.
In un tale silenzio pure i propri passi fanno fin troppo rumore e ogni suono risulta fuori posto e dissonante.
Muoversi in quel silenzio era non solo inquietante ma anche rischioso.
Eppure, sprezzante dei chiari avvertimenti che l'ambiente gli mandava, una figura si muoveva agile in quel silenzio camminando silenzioso sui cornicioni e balzando da un balcone all'altro.
I suoi passi veloci e furtivi non sembravano disturbare poi troppo il silenzio della notte.
Questa volta stava rischiando e lo sapeva, ma non gliene importava. Il rischio era il suo pane.
E poi doveva controllare subito, non poteva perdere tempo per avvisare gli altri o organizzare piani.
Arrivò alla palazzina desiderata e fece un salto aggraziato sul balcone. Ringraziò di non aver trovato piante o altri impedimenti ad ostacolargli l'atterraggio, mentre si ripeteva che questa volta stava facendo tutto un po' troppo "all'avventura".
Si accorse appena in tempo di un oggetto non meglio identificato e lo saltò con agilità ringraziando madre natura di questo dono innato. Si girò un momento per fissare il tetto dove aveva lasciato il suo fidato deltaplano.
Aveva cominciato ad adorare quel deltaplano, serviva a fuggire abbastanza lontano per poi disfarsi degli abili banchi di Kyo e mimetizzarsi tra la folla. Gli dava ancora di più un'atmosfera magica perché sembrava veramente che lui volasse ma oltre l'effetto scenico era veramente utile, infatti sia a piedi sia in macchina sarebbe stato impossibile per gli agenti seguire qualcuno che invece usava come mezzo di trasporto un paio d'ali e come strada l'intero cielo.
Si mise una mano in tasca. Aveva ancora quelle mimi bombe che aveva costruito quel pazzo di Deidara e che gli erano servite al museo. In caso di necessità le avrebbe usate.
Sorrise pensando che anche un tipo come Deidara alla fine si era rivelato utile mentre si immaginava la faccia che avrebbe fatto il biondo se avesse scoperto l'utilizzo di quella sua invenzione. Probabilmente avrebbe esultato di gioia.
Guardò il suo orologio. Erano più o meno la 4 e 30 di notte.
Tsunade l'avrebbe ucciso, questa volta ne era sicuro.
Sicuramente il giorno dopo sarebbe stato uno straccio a scuola, come sempre del resto.
Scosse la testa allontanando i pensieri. Basta cazzate... concentrazione.
Prese dalla tasca del pantalone bianco quella che sembrava una scheda telefonica e la infilò nello spessore che c'era tra le ante a vetro che chiudevano il balcone.
Con un paio di movimenti esperti fece scattare la serratura. Apri la porta a vetro attento a non fare il minimo rumore e la richiuse dietro di se. Scostò la tenda (tende! Con delle tapparelle avrebbe avuto molto più difficoltà ad entrare invece c'erano solo tende! La gente non avrebbe imparato mai!) e si introdusse nella camera da letto.
Vide i 2 coniugi dormire abbracciati: il commissario Haruno teneva inconsciamente stretta la vita di sua moglie con un braccio.
Gli scappò un sorriso.
Diede un'occhiata sul comodino della signora.
Non c'era quello che cercava.
Nemmeno sopra al mobile di fronte al letto matrimoniale c'era nulla.
Orecchini di oro, collane, bracciali, orologi, persino il distintivo, ma non "quello".
Strano eppure avrebbe giurato che doveva essere suo, quel gioiello non poteva essere della figlia non glielo aveva mai visto al collo prima di quel giorno e lei di solito era un tipo che ostentava tutti i gioielli che possedeva. Per questo aveva pensato che fosse di sua madre. Forse si era sbagliato...
In ogni caso avrebbe dovuto cercare altrove.
Uscì dalla camera passando dalla porta socchiusa e prese a camminare nella casa buia. Ringraziò mentalmente il fatto di esserci già stato altre volte altrimenti, ne era sicuro, la sua proverbiale sbadataggine avrebbe sopraffatto la sua aglità innata e avrebbe causato un casino unico.
Trovò la porta desiderata contrassegnata da un cartellino rosa con delle fragoline con su scritto "SAKURA'S ROOM".
Anche la sua porta era socchiusa.
Vide la ragazza addormentata con i morbidi capelli rosei sparsi sul cuscino. Sorrise.
Era proprio bella.
Cercò di non fare rumori mentre apriva il portagioie sul suo comodino.
Si sentiva quasi un ladro con tutta quella circospezione nei movimenti... Anzi a pensarci bene lui era un ladro ma in fin dei conti non aveva mai rubato niente davvero.
Lui aveva indossato i panni di kyo per due motivi.
Il primo era l'ovvia pubblicità che ne sarebbe derivata...ripensò a quanto avesse bisogno di farsi pubblicità per raggiungere il suo scopo e a quando Tsunade gli aveva proposto quel modo assurdo e divertente per farsi conoscere.
Non pensava che avrebbe funzionato e invece...
Il secondo motivo era che cercava qualcosa, qualcosa che era suo di diritto... e ovviamente non l'aveva ancora trovato.
Mentre frugava fra i gioielli la vide, nascosta in fondo al portagioie: una collanina con appesa una splendida pietra azzurra.
Non poteva crederci, allora non si era sbagliato, c'era.
Adesso che l'aveva trovata però si rese conto che in quel preciso momento non poteva fare assolutamente nulla. Non c'era abbastanza luce per esaminarla e non poteva portarla via, in fondo non era un vero ladro e non aveva intenzione di andare contro il suo onore sottraendo qualcosa in piena notte senza neanche preavvisare. Sarebbe dovuto tornare e questa volta doveva organizzare le cose per bene.
Mentre era assorto in quei pensieri sentì la ragazza mugugnare nel sonno.
Giusto, Sakura.
Gli venne un'idea.
Si avvicinò all'orecchio della ragazza mentre i ciuffi neri ricadevano sulla fronte e ai lati delle guance.
- Sakura-chan – sussurrò alitandole piano nel padiglione auricolare. Aveva usato la sua vera voce ma la stava camuffando abilmente. Se avesse sentito il suono metallico del distorsore vocale probabilmente sarebbe morta di paura e non voleva farle questo.
La ragazza spalancò gli occhi.
Aveva sentito benissimo quel sussurro.
La prima cosa che notò fu un intenso odore di vaniglia, troppo intenso.
Era sicura che non fosse profumo, forse bagnoschiuma o shampoo. Subito dopo si accorse della persona accovacciata accanto a lei.
Il primo istinto fu quello di gridare ma una mano gli fu premuta prontamente sulla bocca.
Un po' per il buio un po' per il sonno non riuscì a distinguere bene la figura che aveva di fronte ma non potè non pensare che fosse bellissimo con gli occhi e i vestiti chiarissimi che parevano risplendere nel buio.
Solo dopo, molto dopo, si accorse che quella descrizione nella sua testa poteva essere collegata con un solo nome: kyo.
Non sapeva quale reazione avere.
Kyo si portò un dito alle labbra e fece cenno alla ragazza di tacere.
Lei rimase affascinata da quella figura magnetica e decise di non gridare, non poteva comunque farlo.
- Ciao Sakura-chan sono Kyo - disse in un sussurro , con un tono che lei dovette avvicinarsi un po' per sentirlo.
-Adesso non gridare per favore e ascoltami, mi ascolterai? -
Quando la ragazza fece un cenno affermativo con la testa Kyo tolse la mano dalla sua bocca.
Sakura non urlò, non fiatò nemmeno, sembrava trattenere il respiro.
- Scusami se mi sono introdotto così in camera tua ma cercavo questa -
E così dicendo mostrò alla ragazza la collana. Sakura fece per dire qualcosa ma Kyo le fece nuovamente cenno di tacere.
- Non ti preoccupare non ho intenzione di prenderla, non adesso in ogni caso. Non sarebbe cortese prendere qualcosa senza prima avvisare e stanotte ho fatto già qualcosa di scortese entrando senza permesso nella camera di una signorina ...-
Sorrise, uno splendido sorriso che la fece rabbrividire.
- Adesso io me ne andrò -continuò Kyo - facendo un po' di confusione e tu chiamerai tuo padre ok? gli riferirai esattamente queste parole. Capito Sakura-chan? Devi dirgli che tornerò presto a prendere in prestito questa collana per qualche giorno. Te lo prometto Sakura-chan solo per qualche giorno - aggiunse infine alzandosi in piedi.
Sakura vide la figura in ombra prendere qualcosa dalla tasca e posarlo per terra, poi lo vide dirigersi verso la finestra e voltarsi un'ultima volta verso di lei e sussurrare - ora puoi gridare, ci vediamo Sakura-chan-
Nel momento stesso in cui apri la finestra l'oggetto misterioso esplose riempiendo la stanza di fumo mentre la voce di Sakura risuonava nella notte.
- PAPAAAAAAAAA'!!!!!!!!-o ~ o ~ o ~ o ~ o ~ o ~ o ~ o ~ o ~ o ~ o ~ o ~ o ~ o ~ o ~ o ~
Ciao. Sono al seggio e fa caldo.
Tanto caldo.
E questo capitolo mi piace troppo.
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Deep blue
FanfictionTratto dal testo "Doveva fare in fretta, qualcuno poteva acorgersi di lui. La lucina azzurra, quasi fluorescente, che emanava il gioiello sembrava perfetta. Forse questa volta l'aveva trovata. con mani tremanti alzò la pietra sopra la sua testa fac...