Tregua

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Naruto fissava incerto Sasuke mentre si liberava delle corde. Al suo fianco Gaara faceva lo stesso.
Il moro invece lo guardava negli occhi inespressivo.
Era là, fermo, immobile a guardarlo e non aveva avuto nessuna reazione.
Non che Naruto, conoscendo il carattere, si aspettasse una reazione eclatante... che sò, un urlo,uno sguardo assassino,un commento deluso o anche un pugno, perché no?
Ovviamente Sasuke non aveva fatto niente di tutto questo, come già aveva detto non era nel suo carattere.Ma che non reagisse per nulla, bhe questo non se lo era aspettato proprio.Non aveva fatto ne uno sguardo sorpreso, ne deluso, ne arrabbiato.
Non sembrava nemmeno particolarmente infastidito dalla situazione (in fondo erano stati rapiti da degli sconosciuti!).
Sembrava veramente intenzionato ad ignorarli se non fosse stato per il fatto che da loro dipendesse la sua unica possibilità di uscita da quella stanza.
Li stava osservando con lo stesso interesse che un passante frettoloso rivolge alla gente che gli cammina di fronte, costretto a guardarla solo per evitare di andarci a sbattere, altrimenti ne farebbe volentieri a meno.
Naruto si allarmò parecchio a quella "non reazione" tanto che cominciò persino a chiedersi se l'avesse riconosciuto...
L'aveva riconosciuto, vero? Vero? o no?
Certo che l'aveva fatto non era stupido.... e allora perche lo guardava con quell'indifferenza che a lui non aveva mai rivolto, ma che riservava sempre e solo agli altri?
Un leggero panico cominciò a salirgli addosso.
Guardò Gaara come in cerca di consiglio ma trovò a ricambiare il suo sguardo uno quietamente furioso del rosso.
Quando Gaara diventava quietamente furioso c'era davvero da preoccuparsi.Quando era completamene furioso allora sapevi come poteva finire, se proprio andava male ti pestava e ti riempiva di lividi, ma poi si calmava.Un pò di ghiaccio, qualche cerotto e passava la paura.
Ma quando entrava in quello stato, che Naruto aveva definito di "furia quieta" , allora non sapevi mai cosa poteva fare, se gli girava poteva anche piantarti in asso nel bel mezzo di qualsiasi cosa e andarsene , e quello che dovevano fare loro era troppo importante per rischiare una cosa del genere.
Ma in che razza di casino si era cacciato ?
Aveva accanto a se due persone arrabbiate a morte con lui che fingevano calma e indifferenza e lui doveva interpretare i loro stati d'animo dai segnali che mandavano. Segnali chiarissimi, ovviamente.
Cominciò a guardarsi intorno spostando il suo sguardo prima sul rosso e poi sul moro in maniera alternata, senza però dare l'impressione di essere andato in panico.
Doveva fare qualcosa, no?
Andare a parlare, chiarire si, ma con chi?
Ad interrompere i suoi pensieri ci pensò la voce gelida di Gaara (era arrabbiato! quella voce ne era la conferma!) che disse seccamente:
- SPIEGA. - con un tono che non ammetteva repliche.
Naruto si voltò leggermente verso di lui dando un fianco a Sasuke.
- Hanno rapito Sakura - disse senza troppi giri di parole.
- Non ho potuto fare niente, avevano in mano la ragazza priva di sensi, per questo mi sono distratto e ci hanno catturati.  Scommetto che è stato quello stronzo schifoso di...-
Mentre stava dicendo quella parole il tono di Naruto diminuì fino a zittirsi improvvisamente quando si ricordò di non essere solo, e lanciò un breve sguardo a Sasuke come per valutare la sua vicinanza.
Quel comportamento fu ovviamene percepito dall'altro e andò se possibile a peggiorare l'umore già pessimo di quest'ultimo che disse:
- uscirei dalla stanza se ne avessi la possibilità, visto che non ho il diritto di avere spiegazioni, ma se volete mi allontano così potete finire di parlare dei fatti vostri con comodo...-
E cosi dicendo voltò le spalle deciso a dirigersi verso il punto più lontano della stanza rispetto ai 2 ragazzi.
Naruto rimase profondamente ferito da quelle parole e dal tono neutro e allo stesso tempo gelido che aveva usato, che non si rese nemmeno conto di essersi girato per corrergli dietro e aver allungato un braccio per fermarlo.
Che. Cosa. Stupida.
E adesso?
Si ritrovò il viso del suo migliore amico, (ex-migliore amico probabilmente dopo tutta quella storia) che lo fissava in attesa.
L'unico pensiero coerente che lo sfiorò mentre valutava quello che doveva dire o non dire fu quello di definirsi un "ASSOLUTO COGLIONE" o un"Dobe" se si voleva citare Sasuke.
Perchè l'aveva fermato? Perché?
Aveva imposto lui stesso le condizioni di "non chiedere spiegazioni" e Sasuke stava sottostando senza battere ciglia. Quelle condizioni erano giuste lui non poteva spiegare tutto,non ne aveva il tempo, e allora perché adesso stava lì a cercare un modo per riparare l'orgoglio di Sasuke che sicuramente aveva subito un brutto colpo?
Era decisamente più importante spiegare la situazione a Gaara e mettere a punto un piano di fuga...
Allora perchè si sentiva così in colpa nei confronti di Sasuke da non avere la forza di lasciarlo ?
Fece l'unica cosa che gli venne in mente e che si sentiva di fare
- Scusa – disse, sperando che il moro captasse la sincerità dei suoi sentimenti, sebbene la ragione continuasse a ripetergli che non aveva nessun motivo per cui si doveva scusare.
- ti spiegherò tutto te lo giuro, ma non adesso – aggiunse - adesso non posso... non c'è tempo. Ti prego per adesso fidati di me e i...-
- fidarmi? Fidarmi di te? Come puoi chiedermi una cosa simile dopo tutta questa storia? Dopo tutta questa messinscena? Come potrei fidarmi di te? –
Lo disse mettendoci quanto più veleno poteva in ogni parola, lasciando finalmente captare la rabbia che provava.
Naruto lo lasciò come scottato.
Non era la reazione che voleva ma almeno era una reazione, fu quasi contento.
Capiva esattamente che adesso non c'erano possibilità di essere trattato come un "amico" dal moro.
Peccato perchè lui non riusciva a fare diversamente.
- Infatti non puoi – rispose Naruto comprendendo – devi. Purtroppo devi fidarti che tu lo voglia o no, anche se a me piace continuare a credere che tu lo faccia di tua spontanea volontà, perché la nostra amicizia vale ancora qualcosa...-
Poi voltò le spalle pronto a tornare mesto verso Gaara.
Sasuke mentalmente imprecò...
Non poteva dire cose del genere... "ti fidi", "voglio credere nella nostra amicizia" ...
Quel grandissimo stronzo era capace con poche semplici parole di mandare al diavolo tutto il suo irremovibile e ostinato orgoglio, che gli aveva imposto di essere arrabbiato, e di convincerlo a fidarsi o quanto meno a non diffidare.
Credere nell'amicizia... ma era consapevole che lui era l'unica persona che considerasse degno della parola amico?
Sospirando e chiedendosi perchè fosse cosi incapace di far valere il suo carattere ostinato ed orgoglioso su Naruto, si voltò per seguirlo e ritornare sui suoi passi, ma prima doveva mettere bene in chiaro una cosa che, amici o no, gli stava rodendo il cuore dal momento in cui aveva scoperto (o meglio ammesso) che Naruto era Kyo.
- Naruto - disse reclamando l'attenzione del biondo (che aveva ancora i capelli tinti di nero). Pronunciare quel nome era stato così faticoso e aveva lasciato in bocca un gusto amaro. Sembrava che avesse avuto uno strano effetto anche sull'aria circostante perché era diventata improvvisamente gelida.
O forse era perchè erano seminudi in una stanza vuota che sentiva quel freddo? Eppure la sensazione di freddo opprimente durò solo un attimo, attimo in cui fu acutizzata ai massimi livelli, ma comunque solo un attimo.
Fu come se pronunciare quel nome avesse posto fine al periodo di dubbi e incertezze che continuavano a roderlo e lesionarlo, e l'accettazione della verità era stata come un panno bagnato sulla fronte febbricitante, un vero sollievo.
Dopo il breve silenzio che aveva seguito la pronuncia di quel nome Sasuke fissò con nuova forza e determinazione lo sguardo di Naruto e, incapace di odiarlo come voleva, continuò:
- Quando questo sarà finito mi spiegherai tutto! Per filo e per segno... ma sappi che non servirà. Io ti arresterò come ho sempre detto di voler fare. E anche lui. Nessuna motivazione valida che tu mi darai servirà a farmi cambiare idea. Nessuna. Questa è solo una tregua . –
Disse quasi faticando.
Naruto sorrise, uno di quei sorrisi sghembi che Sasuke poteva attribuire al ladro Kyo ma che non sembravano cosi estranei al viso di Naruto.
Era un buon compromesso, la parola tregua significava che avrebbe potuto contare su Sasuke, magari non come amico ma come aiuto per uscire da quella situazione. E soprattutto non sarebbe stato d'intralcio.
Erano entrambe buone notizie.

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