I pezzi del puzzle

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Capitolo lunghissimo, tarderò ad aggiornare il prossimo .... ma era troppo intenso per dividerli. Godetevelo.
Sarà l'unico almeno fino a venerdì quando avrò tempo di correggere il prossimo.


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Orochimaru era una persona abbastanza conosciuta nel suo quartiere, un imprenditore a prima vista, un uomo elegante.
Indossava sempre una giacca ma mai di colore scuro, prediligeva i colori chiari come il bianco,il beige,il lilla...Forse era questo a renderlo un po' inquietante: quelle giacche chiare si confondevano con il viso pallidissimo. La cosa che spiccava di più erano però i capelli nerissimi e lunghi.
I bambini che lo incontravano per strada giuravano di aver visto un fantasma, per gli adulti era semplicemente un uomo d'affari un po' originale, forse troppo magro.
Se non fosse stato così magro qualcuno forse avrebbe pensato che fosse un bell'uomo.
Quella mattina Orochimaru stava passeggiando per strada tranquillamente con le mani dietro la schiena. Aveva l'aria abbastanza felice, anche se il ghigno che aveva sul volto poteva essere definito più sadico che felice.
Era in una zona della città che non conosceva e quindi, di conseguenza, nessuno conosceva lui. Poteva essere scambiato per uno di quei turisti stranieri che si guardavano intorno curiosi. Ogni tanto si fermava ad osservare le vetrine senza cercare qualcosa in particolare, solo per il gusto di guardare.
Era fermo davanti a quella vetrina di giocattoli da più di cinque minuti ma non gli importava.
In realtà non era interessato minimamente ai giocattoli, ma da quella vetrina, lucida come uno specchio, si poteva guardare bene la strada alle sue spalle e la gente che camminava frettolosa. A lui non restava che aspettare...







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Sakura quella mattina era uscita più che volentieri dalla sua casa, il via vai degli agenti di polizia la infastidiva. Erano persino entrati in camera sua!
Si era sentita morire dalla vergogna quando alcuni agenti, frugando nei cassetti alla ricerca di non sapeva quali tracce (eppure glielo aveva detto che Kyo non aveva toccato nulla!) , avevano trovato alcune foto di Sasuke. Aveva cominciato a sbraitare come una pazza. Stava maledicendo il giorno in cui aveva deciso di mettersi quella collana.
L'aveva trovata in una scatola nell'armadio di sua madre e l'aveva indossata senza pensarci troppo né chiedere il permesso perchè stava troppo bene abbinata con il suo vestito nuovo. Come poteva immaginare che quella collana avrebbe attirato l'attenzione di Kyo?
E per di più sua madre l'aveva rimproverata aspramente dicendo che quella collana era un prezioso ricordo e che non doveva toccarla per nessuna ragione al mondo. Non aveva voluto aggiungere altro ma lei aveva origliato quando aveva raccontato la storia a suo padre e quindi adesso sapeva la sua provenienza e non vedeva l'ora di raccontarlo ai suoi amici
-ops...-
Una botta le fece perdere l'equilibrio finendo con il sedere per terra. Lo zaino volò in mezzo alla strada. Chiunque fosse stato il cretino o la cretina che gli era finito addosso in quel momento stava per morire...lo avrebbe pestato!
- Mi scusi signorina ma non l'ho proprio vista, si è fatta troppo male? –
Sakura alzò lo sguardo arrabbiata ma tutta la rabbia passò non appena incrociò gli occhi della persona che le era di fronte. Un uomo dai lunghi capelli neri e la giacca bianca le porgeva la mano per farla alzare e la osservava in maniera penetrante.
Sakura come incantata accettò la mano e l'aiuto per rimettersi in piedi. L'uomo le sorrise mentre la ragazza si ripuliva la gonna e andò a prenderle la cartella.
- Grazie - borbottò Sakura rimettendosi lo zaino sulle spalle.
- Prego, Signorina..?-
- Sakura - rispose ancora incantata.
- Allora mi scuso ancora signorina Sakura per il disturbo e per la brutta spinta, ma ero veramente sovrappensiero. Mi sento terribilmente in colpa... c'é qualcosa che posso fare per sdebitarmi? - fece con un tono che alla ragazza sembrò estremamente malizioso.
- No, si figuri è stato solo un incidente, davvero non è successo niente. .. - fece imbarazzata rendendosi conto che stava parlando con uno sconosciuto. Incomincio a salirle uno strano senso di inquietudine. Non voleva stare lì.
- Se posso fare qualcosa per farmi perdonare... magari accompagnarla nel luogo dove era diretta?-
Sakura cominciò ad andare nel panico , non voleva essere accompagnata da lui da nessuna parte!Continuò a balbettare frasi del tipo "non è successo niente" , "davvero non occorre", " si figuri non è necessario " sperando di levarselo di torno. Era già pronta a correre in caso lui avesse insistito e si fosse rivelato un qualche viscido maniaco.
Invece il suo declinare l'offerta funzionó.
Alla fine l'uomo si convinse a desistere e, scusandosi ancora, se ne andò lasciando Sakura molto più tranquilla. Quello strano scontro le aveva fatto sparire dalla mente i pensieri sulla collana.

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