Capitolo Venti - Il Matrimonio

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Capitolo Venti - Il Matrimonio

Oggi è il gran giorno.

Il giorno del matrimonio. L'ultimo giorno del 2014.

Sono solo le sette di mattina ma qui c'è già un gran casino. Damon e mio padre sono fuori, perchè la sposa non può essere vista dallo sposo prima delle nozze.

Io, Noelle e mia mamma ci stiamo dando da fare per preparare Leslie, la futura moglie di mio padre. Non la conosco molto, non vengo qui da tantissimo, infatti non sapevo nemmeno che avessero traslocato.

Si sono presi una casa più grande.

-Tua mamma ti ha detto che vogliamo adottare un bambino?- mi chiede Noelle, mentre tiriamo fuori dalla pellicola l'abito della sposa.
-No, non abbiamo ancora avuto modo di parlare- scuoto la testa. -Potete farlo qui in Irlanda?- chiedo, alludendo all'adozione.
-Sì, ma non possiamo sposarci- scuote la testa, lisciano l'abito. -Vado a chiamare Leslie e la faccio salire, tu intanto prendi le scarpe da quella scatola- mi sorride, aiutandomi a posare il vestito sul letto.

Prendo la pellicola del vestito e la metto dall'altro lato del letto, prima di tirare fuori delle scarpe bianche, di raso, dalla scatola.

Sono davvero belle, ma sono comunque da matrimonio, quindi è escluso che io vada a comprarle.

Nel momento in cui chiudo la scatola, con ancora le scarpe in mano, la porta si apre e Leslie e Noelle entrano nella camera da letto di papà e Leslie.

-Potete aiutarmi con il vestito? Nervosa come sono farò sicuramente qualche danno- ridacchia Leslie, legandosi i capelli scuri in una coda non curata.

Inizia a spogliarsi mentre io e Noelle prendiamo il vestito dal letto. E' davvero, davvero, davvero enorme. Aiutiamo Leslie e raccogliamo tutta la coda del vestito in un punto della camera, per non sporcarlo.

Le passo le scarpe e la faccio appoggiare su di me, mentre Noelle va in bagno a prendere il beauty-case, per truccare la sposa.

-Hai mai pensato di sposarti?- mi chiede Leslie, mentre si siede sul letto.
-Cosa?- corrugo le sopracciglia. -No- scuoto la testa. -Ormai la tradizione irlandese non esiste più, quindi penso che non mi sposerò mai- spiego, sedendomi sulla sedia della scrivania.
-Se ti innamori davvero tanto di qualcuno, fidati che il grande passo sarà sempre fisso nella tua testa- ridacchia lei, mentre Noelle entra.

Ha uno sguardo un pò triste, forse perchè sta aiutando Leslie con i preparativi del matrimonio, che le fanno ricordare il fatto che non può sposare mia mamma.

-Io non mi innamorerò- faccio spallucce, convinta di ciò che sto dicendo.
-Quanti anni hai?- chiede ridacchia Leslie, mentre Noelle ascolta la conversazione in silenzio, mentre la trucco leggermente.
-Venticinque- rispondo, guardandolo, mentre chiude gli occhi.
-Io ne ho trentadue e anche io non volevo innamorarmi. Ma a ventisette anni ho trovato tuo padre- fa spallucce.

Cavolo, trentacinque anni?

-Dove sono andati Fred e Damon?- chiede poi Noelle, spezzando il silenzio.
-Non so, papà mi ha detto che andavano a farsi un giro per cercare di smorzare la tensione- ridacchio.

Fred è mio padre. Non parliamo quasi mai, io e lui. Non perchè c'è un rapporto d'odio o cose simili, solo che sono più in confidenza con mia mamma.

-E Loren?- chiede Leslie, alludendo a mia mamma.
-Non lo so, la vado a cercare?- chiedo, guardandole.
-No, grazie. Ma se vuoi puoi andare, dopo il trucco è tutto finito- mi sorride Leslie, mentre Noelle prende il rossetto come ultima cosa.
-D'accordo, a dopo- sorrido, uscendo dalla stanza.

Scendo le scale e quasi mi perdo nella nuova casa.

-Mamma- urlo, cercandola.
-Sto arrivando io- urla lei di rimando, uscendo poi da una stanza. -Non ti sei ancora preparata?- sbuffa, vedendo il mio pigiama.
-Hai detto che me lo davi tu il vestito- faccio spallucce, accendendo una lampadina in quella sua testa.
-Giusto, vero. Vieni con me- mi sorride, tirandomi su per le scale.

Entriamo nella camera da letto sua e di Noelle e apre un armadio situato sulla destra, tirando fuori pioi un grazioso abito bianco, corto più o meno fino alle ginocchia.

-Leslie vuole una specie di matrimonio a scacchi- ridacchia. -Le persone sedute si dovranno alternare in uomo e donna, perchè le donne saranno tutte vestite di bianco e gli uomini di nero- spiega.
-E' un'idea bella, mi piace- sorrido, iniziando a spogliarmi. -Ma non ho delle scarpe bianche, da cerimonia- faccio una smorfia, mentre indosso il vestito.
-Ti presto quelle che ho usato al mio matrimonio, se vuoi- mi sorride.
-Sì, amo quelle scarpe- annuisco, ricordandomi di quando me le mostrò, insieme alle foto del matrimonio.
-Io metterò il vestito che mi ha regalato Noelle- sorride lei, prendendo delle scarpe dal fondo dell'armadio.

Sono ancora nella scatola e, appena apre quest'ultima, rivelando le scarpe, i miei occhi luccicano come le stelle.

-Dio, sono bellissime- sorrido, prendendone una.
-Provala- dice lei, guardandomi.

Siamo alte uguali, più o meno, senza tacchi, quindi dovrebbero andarmi.

-Sono di qualche millimetro più piccole, ma non mi danno fastidio, per il momento- sorrido, prendendo anche l'altra.

Immediatamente mi alzo, superando mia mamma, ancora in pantofole.

-Tu cosa indosserai?- chiedo, mentre chiudo la scatola e la passo a mamma, in modo da fargliela mettere via.
-Questo- sorrido, mostrandomi un vestito liscio, lungo. -Quello che hai tu mi piace molto, ma è più da ragazzina, non starebbe bene ad una donna- spiega.
-Mamma, non sono una ragazzina- ridacchio.

Per lei, tutte le persone più piccole di lei sono ragazzine.

-Non pensavo che Leslie fosse così giovane- dico, mentre si veste.
-Lo so, si sono incontrati alla festa del paese. Hanno ballato insieme un paio di balli e la sera stessa Fred mi ha raccontato che aveva incontrato una giovane stupenda e simpatica- ridacchia lei.
-Leslie mi ha spaventata con la questione del matrimonio- ridacchio, nascondendo un velo di verità sotto allo scherzo.
-Non farti impaurire, vuole solo convincere tutto il mondo che prima o poi si sposerà, perchè l'amore verrà a bussare alla loro porta- ridacchia lei, indossando le scarpe, mentre io apro la porta della camera.
-E' quello che ha detto a me- dico, mentre usciamo.
-Tu tieni l'insetticida in mano e intossica Cupido appena si avvicina a te- strizza l'occhio, picchettando la sua mano sulla mia spalla, mentre mi supera per entrare in camera di Leslie. -La sposa è già pronta- sorride eccitata, mentre scendiamo le scale.

Evidentemente la camera era vuota, dato che ha detto così. Il matrimonio si terrà nel giardino qua fuori, è abbastanza spazioso per ospitare una partita di calcio.

No, okay, magari non è così grande, però l'idea è quella.

Tutti gli invitati iniziano a presentarsi e sono davvero tutti vestiti di bianco e nero, come mamma mi aveva detto. Molte di queste persone sono tutt'ora amici dei miei e insinuano di ricordarmi da quando ero piccola.

Io è già tanto se ho riconosciuto mia mamma, all'aereoporto. Tra la gente, noto anche alcune ragazze e ragazzi, la maggior parte più piccoli di me.

-Ciao- sento dire alle mie spalle.

Mi giro, presa dalla curiosità, e capisco che il ragazzo davanti a me ce l'ha con me.

-Ciao, hai bisogno?- sorrido cordialmente mentre mi mostra un sorriso.
-Mi hanno detto che sei la figlia di Fred, giusto?- chiede, avvicinandosi di poco.
-Sì, e tu sei?- chiedo, guardandolo.

Ha dei capelli corti, castani, e gli occhi azzurri. Ovvio, chi in Irlanda non ha gli occhi azzurri? E' vestito con un elegante smoking nero ed ha un fiore bianco nel taschino.

-Laura, tesoro, ho dimenticato di darti questo- mi raggiunge mamma, con qualcosa in mano.

Mi mette un bracciale con una rosa nera al polso sinistro, notando poi il ragazzo davanti a me.

-Oh, vedo che vi siete già conosciuti- sorride mia mamma, guardando prima lui e poi me.
-Sinceramente non so ancora chi è- faccio una smorfia, guardando entrambi.
-Sono Gregory, il cugino di Leslie- sorride lui, porgendomi la mano.
-Ottimo, vi lascio e vado a cercare la mia ragazza- sorride mia mamma, andando via.
-Avevi bisogno?- chiedo, guardandolo.

Non so, ma non mi sta affatto simpatico. E' una cosa a pelle, non so spiegare il motivo.

-In verità volevo solo fare la tua conoscenza- fa spallucce, continuando a sorridere.
-Io però ora devo raggiungere mio fratello- sorrido, prima di fare un piccolo cenno con la mano, per non apparire del tutto maleducata.
-Chi era?- mio fratello mi posa una mano sulle spalle, mentre regge un bicchiere d'acqua in mano.
-Un parente di Leslie, non ricordo nemmeno il nome- faccio spallucce.
-Non può competere con Harry- fa schioccare la lingua contro il palato e in questo momento sembra davvero gay.
-Signore e signori vi prego di prendere posto, la cerimonia inizierà tra poco- urla Noelle al microfono, attirando l'attenzione di tutti.

C'è un leggero venticello, ma il sole è comunque in alto, ad illuminare tutto.

-Vieni, andiamo a sederci vicini- dice Damon, camminando davanti a me.

Cos'è tutta questa protezione improvvisa verso di me? Ridacchio, mentre lo seguo, sedendoci sulle prima file. Lui si siede sulla prima sedia, accanto alla navata, ed io mi siedo accanto.

Davanti ci sono mamma, Noelle ed altre persone che non conosco. I miei nonni sono morti, quindi non assisteranno al matrimonio, ovviamente.

Ma penso che i genitori di Leslie siano seduti accanto a Noelle, data la loro anzianità.

-Tu sai se quelli sono i genitori di Leslie?- chiedo, indicando la coppia di anziani.
-Bho, io è già tanto se so chi è Leslie- ridacchia lui, mentre finisce il bicchiere d'acqua.

Si alza velocemente a buttarlo e torna, guardandosi intorno.

-Mi aspettavo che quel manichino si facesse vivo, fottendomi il posto- borbotta, mentre si siede.
-Cos'hai contro di lui?- ridacchio, facendogli scuotere le spalle.
-Antipatia a pelle. E poi si nota lontano un miglio che vuole provarci con te- sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
-Quindi approvi Harry, eh?- lo schernisco, dandogli una leggera gomitata.
-Ovvio, quando lo vedi sei così felice- dice. -Cioè, almeno non mi rompi le palle- aggiunge, non volendo essere troppo dolce.

Mi lascio scappare una risata, mentre mio padre inizia a salire all'altare, seguito dai nostri applausi. Si mette a posto le maniche, mentre il prete si posiziona al suo posto.

-E' libero?- chiede il tizio di prima.
-No, vattene- sbotta Damon, sporgendosi.
-Damon, smettila- mormora mamma, girandosi verso di noi, per dargli un leggero schiaffetto sul ginocchio. -Siediti pure, caro- dice poi al ragazzo.

Lui si siede e mi sorride, mentre io giro la testa verso mio fratello, alzando gli occhi al cielo. Trattiene una risata e la tipica canzoncina che si sente ai matrimoni inizia a suonare, riprodotta da uno..stereo?!

-E' davvero uno stereo?- rido, guardando Damon, che sta sorridendo mentre annuisce.

Ci alziamo tutti quanti, girandoci verso la sposa, che inizia a camminare a passo lento verso l'altare, tenendo a braccetto il signore che ho visto prima, accanto a Noelle.

Quindi sì, quelli sono i suoi genitori. Una volta arrivata all'altare, ci sediamo tutti quanti e quel signore torna a sedersi tra la moglie e Noelle.

La cerimonia inizia e il prete dice le solite cose che si dicono ad un matrimonio.

Nel momento in cui Leslie e mio padre dicono "Lo voglio" iniziamo ad applaudire, coprendo la voce del prete che gli da il permesso di baciarsi. Gli applausi diventano più forti e scommetto di aver sentito qualche fischio partire da qualcuno.

Mia mamma si gira, porgendoci un pò di riso da tirare. Cosa che facciamo non appena gli sposi percorro insieme la navata, diretti verso il resto del giardino.

Noi donne ci mettiamo tutte in gruppo dietro la sposa, mentre gli uomini si congratulano con mio padre.

-Pronte?- sorride Leslie, dandoci poi le spalle.

Sono in mezzo a persone sconosciute ma sono molto superstiziosa e non ci tengo davvero tanto a prendere quel mazzo di fiori che Leslie sta per lanciare.

Per fortuna, quando sento urlare, noto che il mazzo è stato presa da una donna di cui ignoravo l'esistenza fino a qualche minuto fa. Applaudo per lei, prima di cercare mio fratello tra la folla.

Non appena mi vede mi raggiunge con due bicchieri di spumante.

-Sei ancora piccolo per bere- ridacchio, mentre mi porge un bicchiere.
-Manca poco- mi strizza l'occhio. -Oggi vieni a festeggiare con me il capodanno?- chiede, guardandomi.
-Alla solita festa?- chiedo, bevendo un sorso.
-Sì, stiamo con i nostri vecchi amici- spiega lui.
-Non ho amici, qui, ma okay- ridacchio, annuendo.

~

La sera non mette molto ad arrivare e a me manca terribilmente Harry. Abbiamo passato tutto il giorno a festeggiare, mangiare e bere. Io mi sono per lo più annoiata, dato che Damon stava cercando di abbordare una ragazza presente alla cerimonia.

Mi finisco di vestire con un jeans ed una maglia a maniche lunghe, mettendomi poi una giacca ed il cappotto sopra. Prendo il mio beanie nero e mi metto un paio di Adidas nere, con il rialzo.

Sono quelle scarpe che ha pubblicizzato Selena Gomez, mi piacciono troppo. Lascio i miei capelli sciolti e decido di mettermi solo la matita, cosa rara per me, ma non mi va davvero di essere presentabile a questa festa.

Sarà pieno di persone arrapate che vogliono scopare il primo dell'anno, per poterlo fare tutto l'anno. Io voglio solo stare tra le braccia di Harry, in questo momento.

Sentire il calore del suo corpo a contatto con il mio. La sua voce che si prende gioco di me. Le fossette ai lati della bocca. Voglio poter sentire il suo odore. La sua risata.

Voglio potergli toccare i morbidi capelli, per poi sentirlo sbuffare perchè li disfo facendoli cadere sui suoi occhi. Voglio lui, non voglio stare in Irlanda per questa stupida festa.

Fosse per me partirei adesso, subito. Nuoterei e raggiungerei l'Inghilterra. Ma non posso, morirei mentre sto nuotando, tipo quella del Titanic di cui non rammento il nome.

-Ma ti vuoi muovere? O hai intenzione di fissare il muro per un altro quarto d'ora?- sbotta Damon, entrando nella camera in cui dormirò per i prossimi giorni.

Sbuffo e prendo il cellulare e le chiavi dell'auto, prima di uscire dalla camera. Scendiamo entrambi e salutiamo velocemente Noelle e mia mamma, dato che mio padre e Leslie sono in un aereo per Bora Bora, in questo momento.

Entriamo in auto e Damon mi indica la strada per la festa, arrivando ad una villa  abbastanza grande, piena di verde e persone intorno. Ha due alberi nel giardino e molti tavoli pieni di snack e drink fuori.

La festa è dentro e probabilmente è lì che si troveranno gli alcolici e i preservativi. E' una cittadina non troppo grande, quindi non si può spacciare droga o il giorno dopo sei già in carcere, ma l'alcool non è un reato, quindi ne approfittano.

Parcheggio ed entriamo in casa. Damon saluta molti dei suoi ex compagni di scuola, mentre io non so più che fare. Cioè, una volta qui, che faccio?

-Non ci credo, questo si chiama destino- sento due braccia stringermi ad un corpo troppo magro per i miei gusti.

Mi stacco, riconoscendo il ragazzo davanti a me.

-Tu sei quello del matrimonio- dico, sopra la musica, staccandolo da me.

Non è ubriaco e nemmeno fatto, ma si vede che qui si trova molto più a suo agio. Adesso indossa dei jeans a vita bassa, forse troppo bassa, ed una maglia scollata abbastanza da poter mostrare la poca peluria sul suo petto.

-Mi chiamo Gregory, tonta- ride, cercando di sembrare divertente, dandomi una leggere gomitata.
-Ottimo, adesso puoi andare- lo scanso, cercando un posto tranquillo in quella cosa.
-Su divertiti con me- ride lui.
-Ascoltami, ragazza di bimbo arrapato che non sei altro, avrò sicuramente otto anni in più di te, quindi vedi di evaporare se non vuoi passare guai- sbotto, spingendolo.
-Levati, dai- sbotta Damon, spuntando dal nulla.

Adesso è in compagnia di due ragazzi abbastanza robusti, mentre il suo braccio è attorno al fianco di una ragazza, all'apparenza timida.

Ma si sa che le timide sono le più troie.

-E tu saresti?- chiede il tizio, guardando male Damon.
-Noi siamo quelli che ti spaccano la faccia se provi ad avvicinarti- sbotta uno di quegli armadi, facendo qualche passo avanti.
-Andiamo, non le ho fatto nulla, tranquilli. Volevo solo scherzare, d'accordo- sorride, nervosamente, prima di andarsene in giardino a grandi passi.
-Me la cavavo da sola- sbuffo, guardando mio fratello.
-Oh, non c'è bisogno di ringraziarmi, sorellina- ride lui, prima di ringraziare i suoi amici, che se ne vanno sorridendogli. -Io sono di sopra, d'accordo?- mi avverte.
-Io sono in macchina- sbuffo, facendolo annuire.

Esco da quella casa e cerco la mia macchina, prima di chiudermi dentro. L'orario del cellulare segna le 11.50 e mi viene la brillante idea di chiamare Harry, così cerco il suo nome in rubrica e avvio la chiamata.

Dopo alcuni squilli parte la segreteria, così riprovo per altre tre volte, prima che di sentire la sua voce alla quarta chiamata.

-Pronto?- urla Harry, per sovrastare il volume.
-Harry, mi senti?- urlo anche io, tappandomi l'orecchio, nonostante qui ci sia parecchio silenzio.
-Sì, scusa se non ti ho risposto prima, non l'ho sentito- spiega. -Ti chiamo fra qualche minuto, aspetta- dice lui, prima di mettere giù.

Lo uccido, giuro che lo uccido la prossima volta che mi chiude il telefono in faccia. Scommetto che è in qualche locale con i suoi amici per festeggiare il Capodanno.

Ogni anno venivano nuove foto di lui ubriaco in qualche locale insieme ad almeno un altro componente della band.

Il mio telefono suona dopo poco e appare il nome Baby Harry sul display.

-Harry- sorrido, guardando davanti a me.
-Laura, Dio quanto mi sei mancata. Volevo chiamarti, giuro, ma ho finito i soldi prima, per avvertire Louis che ero venuto al locale con Liam e non doveva aspettarmi- si scusa.
-Tranquillo, quindi sei ad una festa, eh? L'hai già trovata la ragazza che mi rimpiazzerà?- scherzo, sentendo un gran silenzio dall'altra parte del telefono, in sottofondo.
-Nah..nessuno è come te- ridacchia lui.
-Sei in auto?- chiedo, mantenendo un sorriso sulle labbra.
-Sì, tu sei a casa?- mi chiede.
-No, mio fratello voleva andare alla solita festa che fanno qui, a Capodanno, e quindi sono venuta con lui. Ma sono per lo più diciassettenni, quindi sono tornata in auto- spiego.
-Festeggiamo l'anno nuovo al telefono, allora?- chiede lui, con un velo di tristezza nella voce.
-A quanto pare- mormoro, abbassando la testa. -Vorrei poter essere lì con te, ora- dico poi, sentendo un sospiro da parte sua.
-Anche io, Laura- mormora lui.

Sia da me che da lui inizia il conto alla rovescia, a partire da venti.

-Sento il conto alla rovescia che stanno facendo da te- rido.
-Anche io- ride lui.

Ci mettiamo anche noi a fare il conto della rovescia e da entrambe le parti scoppiano dei fuochi d'artificio nel cielo.

-Laura, ti amo- urla lui.

Probabilmente è uscito dall'auto, cosa che sto facendo anche io, per guardare meglio i fuochi.

-Anche io- ridacchio, ricordandomi la faccia che ha fatto la prima volta che me l'ha detto.
-Come un'amica-
-Come un amico- ripeto. -Buon anno nuovo, Harry- mormoro poi, guardando i fuochi.
-Buon anno nuovo, amore- dice anche lui, tristemente.

Friends With Benefits (Harry Styles)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora