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"Va bene così o vuole altro?" chiese la cassiera mentre mettevo il vestito sul bancone.

"Ve bene così, grazie" dissi io con un sorriso, avevo preso un vestito nero molto elaborato e sapevo che lo avrei usato alla serata di Halloween, Charlotte aveva detto che davano un ballo ad ogni festa e ciò non andava male.

"Non credevo che tu fossi così piena di soldi da comprare qui o sei come la tua amica Charlotte che compra un vestito decente al anno e poi finge di fare la spocchiosa?" chiese una voce fin troppo familiare in maniera divertita.

"Sei anche tu qui dentro, potrei farti la stessa domanda" dissi divertita pagando con la carta di credito.

"È vero, tu mi conosci solo per la storia del farsi le ragazze, non sai che ho così successo con le ragazze perché sono pieno di soldi" disse lui mentre io facevo per uscire.

"Allora per tua informazione, sono figlia unica con due genitori dalle tasche piene, fai conto che il padre di Charlotte e il mio guadagnano lo stesso solo che io non ho quattro fratelli e mia mamma lavora al contrario della sua" dissi io allora mentre lui mi seguiva mentre continuavo il mio giro.

"Se vuoi ti porto in una boutique ai tuoi livelli" disse lui allora.

"E per cosa? Non ho bisogno di vestiti, ho preso questo per il ballo di Halloween, ora credo passerò al museo d'arte in centro, poi in biblioteca, poi uscirò a cena e rientrerò prima che mia madre ritorni" dissi io felice dei miei piani.

"Potrei accompagnarti, adoro quel museo e ci sono cose che ancora non riesco a spiegarmi" disse lui allora.

"Come ti spiego che ancora non mi stai simpatico e non gradisco la tua presenza?" dissi io continuando a camminare.

"Solo il museo, poi ti lascio stare, promesso" insistette lui.

"Ho l'impressione che se rifiutassi non andrebbe a finire bene e mi seguiresti finché non torno a casa?" dissi io alzando gli occhi al cielo.

"Perché è così, ti faccio vedere una strada particolare" disse lui prendendomi sotto braccio e indicando una via secondaria.

"Continui a non starmi simpatico, levami le mani di dosso e no, non ci vengo in una via secondaria con te" dissi io togliendomi il suo braccio di dosso.

"Dovresti smetterla di trattarmi come si tratta il figlio del anticristo, non ti farò nulla, va bene?" disse allora lui disperato.

"Hai una ragazza, perché non passi il tempo infastidendo lei al posto mio?" chiesi io proseguendo sulla strada principale.

"Io non ho una ragazza o almeno non più" disse lui ghignante.

"Ti direi che mi dispiace ma non sembra che ti importi" dissi io allora senza guardarlo.

"No, non mi dispiace, è stata una mia scelta lasciarla" disse lui seguendomi.

Arrivammo al museo, pagammo il biglietto e entrammo.

Osservammo i quadri e discutemmo delle tecniche e delle storie dei pittori finché non ci fermammo davanti un quadro e vidi Jungkook incantarsi ad osservarlo.

"Che hai ora?" chiesi stranita.

"Questo è uno dei più grandi dubbi che mi affligge" disse lui ancora incantato.

"Perché?" chiesi incuriosita osservando il quadro.

"L'artista è famoso per avere diverse tecniche ma sono tutte dai tratti morbidi e i colori non sono mai puri eppure guarda, questo quadro non lo è per niente, i tratti marcati, i colori non diluiti, le pennellate decide, cosa è successo? Perché ha deciso di fare questo? Perché proprio in questo periodo della sua vita? E perché non ne ha più fatti?" disse lui incantato a guardare il disegno.

Pensai ai miei quadri, conoscevo quel artista e le mie tecniche erano morbide e leggere come le sue e poi al quadro che avevo fatto quel pomeriggio, era così diverso dalla mia tecnica e non mi si addice a affatto, probabilmente non ne avrei mai fatti altri e quello sarebbe rimasto l'unico con una tecnica simile.

"Forse voleva solo provare una tecnica vista da qualcun'altro, d'altronde è famoso come artista per prendere spunto anche da altre persone" dissi io pensierosa.

"Perché non usarla più?" chiese ancora lui.

"Forse perché non gli si addiceva, secondo me ti fai troppe paranoie" dissi tranquilla proseguendo.

"Per me continua a non avere senso" disse lui facendo spallucce.

Alzai gli occhi al cielo e continuai il giro.

Finimmo il giro al museo e come promesso poi ognuno prese la sua strada senza discussioni.

Visitai la biblioteca, uscii a cena e tornai a casa venti minuti prima di mia madre al quale raccontai che avevo preso un vestito di cui fu fiera.

Il giorno successivo mi ritrovai in primo banco a parlare con Lia del iniziò dei corsi aspettando l'inizio della lezione.

"Perché lui mi ha dovuto lasciare per te? Cos'hai di speciale?" sentii quel urlò senza dargli davvero peso, sapevo che spesso le ragazze in quella scuola facevano risse, ma appena mi arrivò un pugno sullo zigomo mi resi conto che era la ragazza di Jungkook ad avere parlato ed era rivolta a me.

Fece per sollevate la mano per darmi un altro pugno ma in pochi attimi la scostai a diversi metri da me e mi misi in posizione di difesa.

Provò ad attaccarmi nuovamente ma la mandai nuovamente atterra lontana da me sotto gli occhi del professore atterrito.

Non le volevo fare del male e non lo stavo facendo ma se avesse continuato avrei dovuto per fermarla visto che sentivo lo zigomo iniziare a gonfiarsi e sapevo che mi si sarebbe sfuocata la vista al occhio destro facendomi perdere il senso di profondità.

"Ora basta, andate entrambe dal preside" ci sgridò allora il professore finalmente reagendo.

Io annuii per poi prendere le mie cose e iniziare a seguirlo assieme al altra.

Lungo la strada trovammo Jungkook che vedendomi con un livido in faccia chiese cos'era successo e il professore disse anche a lui di seguirlo dal preside e così fece.

Ci lasciò nel ufficio per poi tornare in classe lasciando il preside interdetto e Jungkook ancora perplesso.

Faccia d'angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora