Quando la giornata finì mi precipitai a raggiungere le ragazze e come prima cosa Lia mi diede la lista dei compiti in cui vi era segnato un lavoro a coppie e mi disse che aveva già detto di sì a un altro ragazzo in classe nostra e la capii, era innamorata di quel ragazzo e non l'avrei di certo rimprovero per aver sfruttato l'occasione, anche se significava per me che lo avrei dovuto fare con Jungkook.
Pranzammo e una volta in aula d'arte dissi a Jungkook della cosa e chiesi se avesse avuto il tempo di venire da me dopo scuola per lavorarci e mi disse di sì, e che saremmo potuti andare con la sua macchina.
Nella prima ora d'arte presimo a studiare lo stile di Kia che sembrava avere uno stile molto simile a Va Gogh e mi sorpresi nel notare che faccia d'angelo aveva deciso di rimanere.
A taekwondo ripresimo la figura del giorno prima e il professore chiese a me e Jungkook di aiutarlo così noi ci misimo a guardare gli altri e a correggerli, teoricamente non dovevamo per forza aiutarli insieme, ma spesso dovevamo fare delle dimostrazioni quindi preferimmo non dividerci.
Dopo anche l'ultima ora d'arte mi sentivo distrutta ma sapevo che non era finita lì, avevo un lavoro ad fare e la parte pesante non sarebbe stato il compito in se per se ma sopportare faccia d'angelo.
Io e Jungkook uscimmo insieme da scuola e come prima cosa si accese una sigaretta.
"Quante sigarette fumi al giorno?" chiesi incuriosita mentre camminavamo verso la sua macchina.
"Tre o quattro, non di più" disse lui dopo averci pensato qualche secondo.
"Bene, oggi saranno solo due o tre" dissi per poi prendergli la sigaretta, spegnerla e buttarla.
"Devi smetterla di fare così, sei parecchio fastidiosa" disse lui aprendo la macchina.
"Lo so, ma ti fa male fumare e studi taekwondo, è la cintura che deve essere nera, non i tuoi polmoni" dissi io ovvia salendo in macchina.
"Si ma le sigarette costano, non le hai a gratis" disse lui mentre gli indicavo la strada.
"Visto, se tu smettessi di fumare avresti un doppio risparmio" dissi ancora con un sorriso divertito.
Lui alzò gli occhi al cielo ma non disse nulla finché non arrivammo a casa mia.
"Hai spesso casa libera?" chiese notando un foglio di mia madre dicendo che lei sarebbe tornata tardi, ma senza specificare l'ora.
"Quasi sempre, è un po' sconsolante a lunedì andare, sono anche figlia unica, tu?" chiesi io mentre andavo in camera seguita da lui.
"Ho una sorella maggiore, mia mamma non la vedo da anni e mio padre non torna a casa anche per mesi, ora che anche mia sorella si è trasferita sto sempre fuori apposta per evitare quella casa vuota e i ricordi di tempi migliori" disse lui lasciando lo zaino nel angolo della mia stanza e sedendosi alla mia scrivania.
"Come mai non vedi più tua madre?" chiesi con cautela ma incuriosita dalla faccenda.
"È scappata con il suo apprendista, lei dirigeva una corporazione, ha avuto un trasferimento e anziché chiedere a tutti di trasferirci con lei ha divorziato da mio padre e se ne è andata con il ragazzo con cui lo tradiva, ora quei due vivono alle Hawaii e lei non ci chiama nemmeno per sapere come stanno i suoi figli, sempre che si ricordi di averne altri due oltre a quello che ha ora" disse, sembrava rancoroso verso la donna e mi sorpresi dal capirlo, immaginai come sarebbe stato se mio padre anziché fare trasferire tutta la famiglia avrebbe preso la sua segretaria e fosse venuto qui scaricando me e mia mamma, la casa vuota tutti i giorni e rivederlo ovunque.
"Capisco, la casa vuota fa male, il silenzio rimbomba nelle pareti fino a logorarti e non puoi farci nulla, io in genere affogo la solitudine nello studio e nella lettura" dissi io con un mezzo sorriso.
"Se vuoi sconfiggere la noia dovresti chiamarmi, gli argomenti di discussione mi sembra che non ci manchino" disse lui con un sorriso. Ci pensai qualche secondo per poi sorridere a mia volta e annuire.
"Davvero?" chiese stupito come se si aspettasse un altro due di picche.
"Certo, la noia è tanta e incolmabile alle volte, come hai detto abbiamo parecchi argomenti in comune e poi mi sembra che se non mi inizi a stuzzicare tu sia una persona decisamente vivibile" dissi io facendogli notare che in quel momento la nostra conversazione fosse più che normale.
"Se non iniziano ora a fare quel compito mi sa che dovremo in ogni caso rivederci" disse lui ricordando a entrambi il motivo per il quale era lì.
"Ok, mi sembra che il compito parlasse di Romeo e Giulietta, lo hai mai letto?" chiesi mentre prendevo i miei libri di scuola e li appoggiavo sulla scrivania per poi recuperare lo sgabello davanti al cavalletto da disegno.
"Ho letto qualche paragrafo a scuola e tu?" disse lui pensieroso.
"Idem, magari per le cose che ci chiede non c'è bisogno di leggerlo, perché non diamo un occhiata?" dissi abbastanza dubbiosa.
Guardammo velocemente le domande e non ci volle molto a capire che invece ce lo saremmo dovuto leggere dalla prima al ultima riga per rispondere a quelle domande.
"Cosa vogliamo fare?" chiesi allora.
"Iniziamo a leggerlo insieme, magari riusciamo a mettere giù le prime righe della relazione, se facciamo un po' alla volta sarà più facile" disse lui sorridente.
Guardammo sul nostro libro di letteratura ma oltre a pochi paragrafi non c'era altro così scesi e curiosai nella libreria dei miei genitori fino a trovarne una copia.
Tornai in camera e trovai Jungkook che curiosa a tra le mie tele.
"Cosa stai facendo?" chiesi lasciando il libro sulla scrivania e avvicinandomi a lui.
"Hai parecchio stile ma perché hai un mio ritratto?" chiese allora lui.
"La tecnica è la tua e eri l'ultima persona che avevo visto, quello è il risultato, se ti piace te lo lascio" dissi io tranquilla.
"Ne preferirei uno con la tua tecnica, questo te lo lascio" dissi per poi buttarsi sul mio letto senza chiedere il permesso ma togliendosi gli scarponcini Timberland prima di metterci i piedi.
Lui batté piano accanto a sé come a chiedermi di mettermi accanto a lui così presi il libro e mi andai a sedere al suo fianco.
In un gesto veloce mi tirò a sé e mi ritrovai praticamente stesa appoggiata con la schiena al suo petto. Provai a tirarmi nuovamente a sedere ma lui mi strinse ulteriormente e mi resi conto che se non mi fossi arresa subito avrei dato inizio a una guerra senza fine che non ci avrebbe portati da nessuna parte.
Aprii il libro e subito le mani di Jungkook si sovrapposero alle mie per sistemare il libro in una posizione più comoda per la sua lettura facendomi correre un brivido lungo la schiena che sembrò percepire visto che appena posizionato il libro mi lasciò.
Feci per iniziare a leggere ma la sua voce mi precedette, iniziò a parlare con una voce bassa che sembrava fare le fusa mentre parlava.
Lasciò a me le pagine da girare così che dovessi per forza prestare attenzione ma lesse lui senza sbagliare una sillaba.
Eravamo in procinto di finire il primo atto quando mia madre entrò nella stanza senza bussare chiedendo di chi fosse la macchina parcheggiata davanti a casa nostra.
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Faccia d'angelo
FanficIl classico cattivo ragazzo che incontra la classica secchiona, ma la loro storia è intrecciata nel destino fino dal principio