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Uscii per ultima dalla classe e dopo qualche passo qualcuno mi prese e mi inchiodò al muro, feci per urlare ma mi ritrovai una mano alla bocca.

Osservai gli altri che stavano sparendo dietro l'angolo e andai nel panico iniziando ad agitarmi.

"Finiscila, non ti farò del male" sentii dire dalla voce di Jungkook con un tono profondo.

Mi fermai e gli tolsi la mano dalla mia bocca osservandolo infuriata per lo spavento che mi aveva fatto prendere anche se avevo l'impressione di non essere comunque al sicuro.

"Ti ho aspettato, cosa hai fatto la dentro per un ora anche se avevi finito?" chiese senza lasciarmi andare.

"Mi sono confrontata, avrei voluto fare delle domande anche a te sulla tua tecnica ma te ne sei andato" dissi io per poi scostarlo da me e iniziare ad andare verso l'uscita.

"Tipo?" chiese quasi incuriosito.

"Il pennello che usi, il rapporto tra tempera e acqua, se fai la base o che sistema usi per le proporzioni, so che non sembri davvero interessato al arte, sei bravo e qui è quanto basta per restare nel corso ma sono una persona curiosa" dissi io tranquilla continuando a camminare mentre lui mi seguiva.

"Uso un pennello in setole di cinghiale di dimensione tre per i tratti larghi e uno per quelli stretti, lasciò la tempera pura, lascia i colori più decisi e uso una tecnica di proporzioni in base al orecchio e poi alla larghezza della testa, fammi indovinare invece, tu hai una tecnica più ottocentesca quindi ammorbidisci la tempera con un 30 o 40 per cento di acqua, pennelli a punta morbida e sinceramente credo che per le proporzioni tu usi la punta del pennello, a occhio" disse lui tranquillo e la cosa mi stupì.

"No, uso una tecnica mista in realtà per le proporzioni e faccio cinquantina e cinquanta per le tempere" dissi con un sorriso.

"Mai mai provato i colori a olio?" chiese incuriosito mentre uscivamo nel piazzale deserto.

"Si, non mi trovo male ma non sono i miei preferiti, prediligo gli acrilici, tu invece?" chiesi io, era la prima volta che avevo una buona discussione con lui e pensandoci se fosse sempre stato così saremmo anche potuti essere amici.

"Non mi trovo male solo che i colori sono tendenzialmente scuri e invece preferisco toni più accesi" disse lui fermandosi davanti al cancello per accendersi una sigaretta.

"Fumi?" chiesi stranita osservandolo.

"Si, perché?" chiese passandomi la sigaretta per farmi fare un tiro.

"Perché fa male e i tuoi polmoni ne risentiranno" dissi prendendo la sigaretta e spegnendola per poi buttarla e iniziare a camminare verso casa.

"Oggi non torni a casa con la tua amica?" chiese lui allora.

"Non fa ancora i corsi pomeridiani, lei fa basket e inizia ad ottobre" dissi con un sorriso per poi sparire dietro l'angolo.

Nel tragitto verso casa pensai alla piccola conversazione che avevamo avuto, era stata ispirante e mi resi conto che era davvero la prima volta che avevo una vera conversazione con lui finché non mi ritrovai a pensare cos'altro potevamo avere in comune e al idea mi resi conto di essere ridicola.

Arrivai a casa, salutai mia madre e andai in camera mia trovando una tela bianca ad aspettarmi, volevo provare tutte le tecniche apprese quel giorno ma non sapevo minimamente da dove iniziare.

Rimasi qualche minuto indecisa per poi rendermi conto che l'unica tecnica che avevo capito appieno era quella di Jungkook e quindi avrei potuto iniziare con quella.

Iniziai a lasciare che i tratti si stendessero sulla tela da soli finché non mi ritrovai davanti proprio il viso di Jungkook che mi lasciò stupita.

Per un momento pensai che fosse solo perché, visto che era l'ultima cosa che avevo dipinto, mi era rimasto impresso nella retina per poi rendermi conto che era il momento nel quale stava fumando.

"Forse era meglio quando lo odiavo" pensai divertita, era comunque l'ultima persona che avevo visto e ero brava nei ritratti quindi aveva senso che avessi dipinto lui e non qualcun'altro.

"July com'è andata oggi a lezione d'arte"? chiese mia madre entrando in camera con due tazze di cioccolata calda.

"Bene, abbiamo fatto un po' di pratica, era solo la prima lezione" dissi con un sorriso prendendo una delle due tazze che mi stava progendo.

"E lui chi è?" chiese indicando il ritratto alle mie spalle che avevo appena finito.

"È un mio compagno di classe, oggi ho fatto pratica con lui e mi è rimasto il suo viso impresso quindi ho provato una nuova tecnica con il suo viso" dissi io tranquilla.

"Siete in classe d'arte assieme?" chiese incuriosita allora.

"Siamo in quasi ogni classe insieme, anche lui fa molti corsi avanzati..." dissi quasi imbarazzata.

"E siete amici?" chiese ancora lei sempre più curiosa.

"No, non proprio, oggi è stata la prima volta con cui ci ho parlato con lui in maniera civile, non andiamo molto d'accordo, tende sempre a stuzzicarmi" dissi imbarazzata.

"Anche tuo padre lo faceva con me e nemmeno a me stava simpatico al inizio" disse lei sorridente.

"Non vedo papà da qualche giorno, sai come sta?" chiesi io allora per cambiare discorso.

"L'ho sentito ieri sera, ha detto che tornerà per mercoledì ma dovremmo ripartire insieme venerdì per una settimana, tu riuscirai a stare da sola?" disse lei allora comprensiva come se fosse venuta in camera solo per questo.

"Certo, non vi preoccupate, sapete che me la so cavare" dissi con un sorriso.

"Sai che puoi invitare anche delle amiche, basta che non distruggiate la casa, ora devo andare, ci vediamo più tardi, tornò dopo cena, tu mangia" disse per poi darmi un bacio sulla fronte e andarsene.

Rimasi con la casa vuota e nulla da fare, quelli erano i momenti in cui invidiavo i tre fratelli e la sorella di Charlotte, loro non si annoiavano mai, ne sentivano soli, mentre io ho imparato a stare da sola a dieci anni, la babysitter non voleva mai giocare e quindi imparai ad arrangiarmi.

Chiamai Charlotte chiedendole di venire ma mi disse che doveva portare i suoi fratelli a una festa di compleanno e che lo aveva già promesso a sua madre ma che mi avrebbe chiamato dopo cena.

Le dissi che andava bene e la ringraziai ma mi ritrovai nuovamente senza nulla da fare.

Provai anche a chiedere a Lia, Tomiko e Rainbow ma avevano detto che loro fossero ancora a scuola, il club di scacchi che frequentavano era l'unico che poteva restare fino a chiusura totale della scuola alle sette di sera per finire le partite e quindi erano ancora lì.

Rimasi un po' suoi social e poi decisi di uscire a fare un giro in centro, Charlotte mi aveva mostrato come arrivarci e le strade da prendere quindi in poco più di dieci minuti mi ritrovai a passeggiare sul viale di piccole boutique dai vestiti sfarzosi.

Una di queste in particolare mi attirò, la vetrina risplendeva di vestiti eleganti e morbidi e dai prezzi alti, per me non era un vero problema il costo, i miei sapevano che spendevo responsabile e che quindi anche se mi fossi presa un vestito che costava un po' di più del solito non avrebbero fatto storie su ciò.

Entrai e una ragazza sorridente mi accolse dicendo di chiederle per qualunque cosa, la ringraziai e mi misi a girovagare nel piccolo negozio.

Scelsi un paio di vestiti che mi piacevano particolarmente e li provai e alla fine scelsi di prenderne solo uno dei due poiché l'altro aveva un colore che non mi si addiceva troppo.

Faccia d'angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora