"Di può sapere perché tanta fretta?" chiesi appena arrivammo in camera.
"Mia nonna prevede il futuro, nessuno sa come o perché ma lo fa e lo scrive su delle lettere, sta al destinatario decidere se leggerle o meno, qualunque cosa ci sia scritta nella busta è la verità e si avvererà, io lessi la mia lettera da piccolo, diceva che il secondo colpo alla porta sarebbe stata la persona giusta, sei la seconda che ho fatto entrare in casa e la cosa strana è che mia nonna scrisse la lettera prima che mia madre sapesse di che sesso fossi e prima che decidessero il nome e la inviò per posta in modo che arrivasse 24 ore dopo la mia nascita, mia nonna non sapeva nemmeno il tuo nome prima di oggi eppure lo ha scritto sulla busta, ora la scelta è tua se leggerla o meno" disse lui ansioso e sincero.
"Qui c'è scritto davvero il mio futuro?" chiesi incuriosita.
"Si, tutto ciò che ti serve sapere" disse lui allora.
"Allora non mi interessa, non ho bisogno di sapere come sarà il futuro, so già che sarà con te" dissi io e misi la busta nella mia borsa.
"Se non ti interessa perché non la butti?" chiese lui allora.
"Un giorno la leggeremo e scopriremo che la nostra storia era già scritta nel destino e la cosa ci rincuorerà" dissi io per poi andare a baciarlo.
Continuammo a leggere il libro iniziato il giorno precedente e poi ci preparammo per la cena, ci volle un po' questa volta per convincere Jungkook a vestirsi bene ma alla fine ci riuscii.
Questa volta quando ci unimmo alla festa alcuni invitai erano già presenti e noi ci unimmo ad alcuni di loro per parlare finché non mi incantai a osservare la donna al fianco del padre di Jungkook nella balconata sopra alle scale.
"July tutto bene? Sembri distratta" disse Jungkook ma io non smisi di guardare la donna.
"Quella è mia madre" dissi con un aria assente che mi riportò al momento in cui era stato lui a dirmi che l'amante di mia madre fosse suo padre.
"Vieni, andiamo da loro" disse lui prendendomi per i fianchi e avvicinandomi a loro. Ogni passo sembrava sempre di più lei, la linea del vestito era la stessa che portava sempre e quello era uno dei suoi vestiti preferiti, i capelli ordinati e il portamento non lasciavano dubbi ma mi stupii ugualmente guardandola in faccia e scoprendo che i miei sospetti erano confermati.
"Mamma, che sorpresa, pensavo che tu fossi a Toronto" dissi tranquilla ma con la rabbia che mi ribolliva dentro.
"Ho voluto farti una sorpresa, ho letto che saresti stata qui dal agenda familiare" disse lei con un sorriso sincero che mi fece rabbuiare.
"Non uso l'agenda da due anni mamma e tu non te ne sei mai accorta" dissi seria con voce distaccata, orami non faceva più male sapere di essere ignorata ma la rabbia per il fatto che mi avesse lasciata da sola per andare alla festa del suo compagno era insormontabile.
"Non dire stupidaggini July, tutti usiamo quel agenda" disse ancora lei ovvia.
"No mamma, ho smesso di usarla per vedere quanto tempo ci avreste messo ad accorgervene, sono passati due anni senza che vi importasse cosa facessi o chi vedessi" dissi io con la voce sempre più ovattata dalla rabbia.
"Ma cosa dici, certo che ci importa di te, sei la nostra bambina" disse lei per poi provare ad abbracciarmi ma feci un passo indietro per evitarla e mi ritrovai appoggiata al petto di Jungkook che era rimasto lì.
"Non mentire, non sai nulla di me, scommetto che non ti ricordi nemmeno che cintura sono a taekwondo o quale sia il mio stile di disegno, purché ti ricordi che mi piaccia l'arte" dissi io sempre più seriosa.
"La tua tecnica di disegno è dura, come quella con cui avevi dipinto il suo ritratto e tu non fai taekwondo, fai atletica, questo me lo ricordo" disse lei e mi resi conto che era davvero rimasta indietro di due anni, da quando avevo smesso di informarli di ciò che facevo.
"Sei davvero un genitore pessimo come dice July allora, la tecnica di disegno di July è morbida, ha usato solo una volta quella dura per dipingere Jungkook proprio perché quella era la sua e lei è una cintura nera terzo Dan, l'ho vista fare allenamento con mio figlio, sembra che voli, le piacciono gli ambienti aperti e la sua stagione preferita è l'autunno, proprio come Jungkookle piace studiare e vorrebbe laurearsi in scienze del arte, fare la pittrice e andare a vivere in un appartamento in centro a Manhattan, abbastanza piccolo perché riesca a badarci da sola perché lei è una guerriera bianca, non ha bisogno di nessuno" disse il padre di Jungkook e per un attimo mi sentii sollevata al idea che qualcuno mi avesse davvero ascoltata.
"Non fingerti un genitore migliore di me con mia figlia, sono io il motivo per il quale è cresciuta così bene" disse mia madre sulla difensiva.
"In realtà no, è marito delle babysitter che mi portavano alle mostre e in biblioteca, delle donne delle pulizie che mi compravano le cose per dipingere e i vestiti per taekwondo e dei maggiordomi che mi portavano a comprare i regali per te e papà per i vostri compleanni, gli anniversari e le festività, scommetto che non sai nemmeno che il vestito che hai te lo regalo io e mi ricordo il Natale in cui ti convincesti che la collana con l'infinito che porti sempre te la regalò la tua migliore amica e non io, fece male sapere che non riuscivi nemmeno a riconoscere la mia scrittura, ma mi diede una lezione, che era più una mia parente Charlotte, con cui mi fingevo una sorella che tu che avevi un vero legame di sangue con me" dissi io ormai sconsolata.
"Debra, io ho sempre pensato che scherzasse quando dice che sarebbe stata fortunata se avesse avuto da voi un decimo delle attenzioni che io davo a Jungkook ma a quanto pare è vero, ho sempre pensato che mio figlio avesse deciso che è un cavaliere nero per qualche ragione di gioco e che lei avesse fatto lo stesso dicendo di essere una guerriera bianca ma mentre mio figlio ho capito essere un solitario per natura tua figlia è stata costretta a diventarlo" disse lui.
"Nel tempo mi sono sempre chiesta cosa avessi fatto per le vostre disattenzioni ma la risposta è sempre stata solo una, nulla, non ho mai fatto nulla di sbagliato, ora scusate devo prendere una boccata d'aria" dissi per poi allontanarmi. Jungkook mi seguì e andammo al giardino sul retro.
Restammo lì un po' di tempo e lasciai che mi consolasse dicendo che ciò che era successo mi aveva ressa unica e stupenda. Quando finalmente riuscii a fare sbollire la rabbia rientrammo.
Non rivolsi più la parola a mia madre, avevo faticato a sopprimere le emozioni e non volevo che scattassero come una scatola a molla.
La serata fu piacevole tutto sommato ma mi allontanai nuovamente, questa volta da sola, quando vidi che mia madre aveva consegnato il suo ultimo regalo a Jungkook dandomi credito nel pensare che non fosse affatto lì per me. Girovagai un po' tra le stanzr, la maggior parte chiuse, finché non trovai una stanza piena di quadri, la tecnica era quella di Jungkook, ne ero certa, la maggior parte erano firmati con il suo nome e solo un paio con quello che doveva essere della sorella o della madre.
Mi sedetti su un divanetto al centro della stanza e osservai i muri coni quadri attentamente incorniciati e ben disposti. Pensai ai miei quadri stipati in un angolo della mia stanza, senza una cornice o qualcosa a proteggerli dalla polvere e senza essere mai guardati e poi mi immaginai il padre di Jungkook arrivare in quella stanza a fatica sulle sue gambe stanche a fine giornata e sedersi su quel divanetto a osservare fiero le opere del figlio che gli davano sollievo dalle fatiche della giornata o la mattina quando la luce filtrava dal unica finestra e lui osservava quei quadri per darsi forza e prepararsi alla giornata.
Capii che io mi sentivo più a casa lì, in quella stanza piena di quadri che non a casa mia, un enorme casa dalle stanze vuote che riecheggiavano a ogni mio passo. Per quanto la casa in cui mi trovavo in quel momento fosse più grande della mia ad ogni angolo potevo trovare qualcuno a salutarmi con un sorriso e il rumore riempiva di vita quelle mura, gli arredi donavano colore e non venivo mai lasciata sola a badare a me stessa.
Dopo qualche ora mi decisi a tornare in salone, ormai era vuoto se non per un paio di cameriere che avevano iniziato a risistemare.
Rubai una bottiglia di champagne con due bicchieri e un paio di nastri per poi tornare in camera di Jungkook che trovai vuota, probabilmente mi stava cercando.
Posai la bottiglia e i bicchieri sul suo comodino e mi legai un nastro attorno al collo e uno sulla coscia ad altezza giarrettiera.
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Faccia d'angelo
FanfictionIl classico cattivo ragazzo che incontra la classica secchiona, ma la loro storia è intrecciata nel destino fino dal principio