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Aspettai che sparisse dalla mia vista prima di rientrare, salutai velocemente mio padre e senza fermarmi andai in camera mia chiudendomi dentro.

La sensazione delle sue labbra leggere sulla mia pelle mi avevano provocato mille emozioni che non sapevo controllare o identificare e non volevo che tutto ciò mi scombussolasse.

Mi feci una doccia e mi misi a letto. Il mio sonno fu vuoto ma non tranquillo finché il giorno successivo non venni svegliata da Charlotte che mi sgridava dicendo che fossimo già in ritardo.

Mi buttó giù dal letto e mi fece cambiare al volo prima della nostra prima tappa. Aveva organizzato una giornata di preparazione e la prima tappa era l'estetista per le unghie, ovviamente a tema Halloween e abbinate ai vestiti.

Dopo quelle che avrebbero preso tutta la mattina saremmo andate a pranzo poi dal parrucchiere e infine a farci truccare prima di tornare a casa e cambiarci poco prima di andare alla festa.

La giornata sembrava più impegnativa di quanto non lo fosse in realtà, Charlotte aveva anche recuperato Lia e Lilith per avere compagnia il che significava che me ne sarei stata tranquilla a ripassare sulla mia poltrona lasciando che fossero gli altri a fare tutto.

Quando finimmo il trucco Charlotte portò a casa loro le sue amiche e noi andammo a casa mia a finire di prepararci visto che avevo promesso a lei di darle il vestito che avrei dovuto indossare mentre io avrei messo quello portatomi da mio padre.

Ci cambiammo in fretta e poi andammo alla festa con solo mezz'ora di ritardo.

"July vieni, facciamo due foto prima di entrare" disse per poi trascinarmi dal fotografo che mi fece indossare un boa arancione e a lei un paio di enormi occhiali blu prima di scattarci una foto.

Al ballo l'atmosfera sembrava già molto vivace nonostante fosse appena iniziato. Feci qualche passo nella sala affollata e come prima cosa persi Charlotte, non avevo dubbi a riguardo e mi ero messa apposta in borsa uno spray al peperoncino per il ritorno. Non mi feci problemi e mi avvicinai al buffet dove presi un bicchiere di ponche e poi scorsi Lia che chiacchierava con Tomiko.

Mi avvicinai a loro, la prima indossava un abito al ginocchio rosso fuoco e la seconda quello che sembrava essere la versione tradizionale Giapponese del vestito del amica dello stesso colore.

Le salutai e dopo un paio di complimenti sul aspetto delle altre ci ritrovammo il Dj che ci urlava di trovare un partner e unirsi a lui per il primo lento della serata.

"Tomiko, vorresti ballare?" sentimmo dire da un ragazzo, mi voltai e capii che doveva essere Kendall, il ragazzo a cui aveva accennato un paio di volte e accettò di buon grado la proposta.

"Ok, non se ne parla che io e te siamo le uniche due a non ballare, ti va di fare un giro?" dissi a Lia rendendole la mano con un sorriso.

"Ok, ci sto" disse ridacchiante per poi prendermi la mano e lasciare che la trascinassi nella pista. Ballare non era il mio forte e nemmeno il suo a quanto sembrava ma ci stavamo comunque divertendo e pochi minuti dopo Rainbow ci trovò unendosi a noi  e così poco dopo le lasciai sole per andare a prendere qualcosa da bere.

"Sei stupenda" sentii dire da una voce che mi fece sobbalzare facendomi cadere la bibita.

"Scusa, non volevo spaventarti, ti sei sporcata?" chiese Jungkook prendendomi per un fianco.

"Sto bene, scusa, non me lo aspettavo, no, non mi sono sporcata, vuoi da bere?" chiesi versando del ponche anche a lui.

"In genere non sono i ragazzi che offrono da bere alle ragazze?" chiese divertito però accettando.

"Non ho bisogno di nessuno che badi a me, ho appena offerto un ballo a Lia, se vuoi ne posso offrire uno anche a te" dissi divertita.

"Fatto trenta facciamo anche trentuno, voglio proprio vederti" disse sorridente.

"Dammi il tempo di finire di bere e ti porto a ballare, intanto toglimi una curiosità, in realtà la camicia rossa è stata fatta con il tuo sangue perché tuo padre ti ha preso a frustate ieri sera?" chiesi suscitando una risata in entrambi.

"No, in realtà non mi ha solo voluto parlare, ha aspettato che tornassi per poi guardarmi, scuotere la testa e andare a letto, per me non va male" disse sorridente mentre lasciavo il bicchiere vuoto sul tavolo e gli porgevo la mano per invitarlo a ballare che accettò di buon grado.

Andammo in mezzo alla pista e iniziammo a ballare ma fu ovvio che lui fosse molto più capace di me al riguardo.

"Non sai ballare?" chiese divertito e io scossi la testa allegra.

"Allora facciamo che ora conduco io" disse per poi farmi passare le braccia attorno alle sue spalle e tirarmi a sé per i fianchi.

"E come quando facciamo taekwondo, senti i battiti della musica e muovi i piedi di conseguenza, senti il ritmo del tuo partner" disse lui al mio orecchio praticamente urlando per sovrastare la musica. Seguire il ritmo della musica non mi veniva bene ma seguire lui sì così mi adatto ai suoi movimenti e iniziai a muovermi con il suo stesso ritmo.

"Già meglio, ma ci metterei una mano sul fuoco che non stai seguendo la musica ma me" disse sorridente.

"Può essere come no, chi lo sa" dissi divertita.

Ballammo per un po' poi uscimmo a riposarci e la prima cosa che fece fu accendere una sigaretta.

"Lo sai che non ti fa bene fumare, vero?" chiesi divertita per poi prendergli la sigaretta dalle mani e spegnerla con il sorriso.

"Ti odio quando fai così" disse lui, ma il sorriso che aveva stampato in volto non diceva lo stesso.

"Preferisco che mi odi ma che tu stia bene che non che tu mi ami stando male" dissi io con un sorriso.

"Il problema è che ti amo indipendente dalla mia salute" disse lui in un sussurro che percepii appena.

Rimasi spiazzata e il mio sorriso si tramutò in sbalordimento.

"Cosa?" chiesi stranita da quello che mi aveva detto, mi aspettavo che scoppiasse a ridere e che mi dicesse che sembravo scema con quel espressione non di certo che sì avvicinasse a me e che mi baciasse.

Faccia d'angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora