I giorni fino al giorno di San Valentino passarono veloci e volevo fare una cosa speciale per Jungkook ma non avrei mai saputo cosa quindi decisi di fare un'altra aggiunta alla sua collezione. fu davvero difficile riuscire a trovare qualcuno che la facesse ma alla fine ci riuscii.
Quel giorno la mattina avremmo dovuto avere scuola ma nessuno si presentò così chiesi a Jungkook di venire a casa mia, nuovamente vuota e lui accettò, orami aveva un paio di chiavi e quindi fu lui a farmi una sorpresa arrivando con un vassoio di pancake e un pacchetto grande quanto un palmo.
"Buongiorno" dissi sorridente per poi dargli un bacio.
"Buongiorno e buon San Valentino" disse per poi darmi il regalo.
Lo aprii e ci trovai dentro due braccialetti uniti da una piccola calamita.
"Che braccialetti particolari" dissi osservandoli incuriosita.
"Sono braccialetti del destino, ti portano alla persona che indossa l'altro" disse lui e così ne prese uno e me lo mise e così gli misi anche il suo e notai che le calamite cercavano di riunirsi a tutti i costi.
"Ora tocca al tuo" dissi per poi passargli un pacchetto poco più grande del suo.
Lo scattò e trovo un altra palla di cristallo con la rappresentazione di noi due sul ghiaccio, la nostra prima uscita con quei biglietti del regalo di compleanno.
"È stupenda" disse baciandomi.
"Non è finita" dissi per poi azionare una piccola leva sottostante che azionò il meccanismo che iniziò a fare andare gli omini.
Vidi gli occhi di Jungkook brillare e il suo sorriso allargarsi ancora di più se possibile.
"C'è un altra cosa nella scatola" dissi ancora io e così ne prese entusiasta un biglietto aereo.
"Un biglietto per Seattle?" chiese stranito.
"La prossima settimana ci vado per un paio di giorni, vorresti venire con me?" chiesi e il suo sorriso si spense.
"Ho promesso a mio padre che lo avrei accompagnato a dei controlli, gli serve qualcuno che guida al ritorno" disse lui dispiaciuto.
"Ti porterò un souvenir e ti farò sapere il giorno in cui torno perché non lo so nemmeno io" dissi io per consolarlo.
"Va bene ma devi assolutamente tenermi aggiornato, ti farò anche sapere i risultati di mio padre ma non chiederli a lui, dice che non vuole che si sappia nulla in giro" disse lui e io annuii per poi abbracciarlo.
La giornata fu tranquilla, al ballo fu tutto regolare eccetto una scenata di Emily perché Jungkook era scappato l'ultima volta e anche il fatto che lo fecimo anche questa volta.
I giorni prima della partenza cercai di spenderli il più possibile con Jungkook e fu lui stesso a accompagnarmi in aeroporto.
Appena arrivai a Seattle mi preoccupai più di fare un sacco di foto che di quello che dovevo fare effettivamente, cioè presenziare a una mostra di miei quadri e firmare autografi.
Il viaggio a Seattle fu divertente, il proprietario della mostra si preoccupò di farmi conoscere sua figlia, mia grande fan, che mi mostrò tutti i locali più In e si premurò di non farmi mai annoiare, ma la parte che preferii fu il ritorno, avevo detto a Jungkook il giorno sbagliato così da potergli fare una sorpresa, avevo preso dei souvenir come regalo e li avevo sistemato a dovere in una scatola che avevo tenuto con me perché ero sicura che se fosse caduta le palle di cristallo al interno sarebbero finite in mille pezzi.
Il viaggio in aereo fu piacevole, pranzai a bordo e mi godei i panorami, al atterraggio trovai un facchino ad aspettarmi mandato dal padre di Jungkook a cui avevo detto del mio piano.
Il viaggio fu tranquillo, Jerome, il facchino, mi chiese se avessi viaggiato bene e se avessi bisogno di qualcosa prima di andare a casa ma gli dissi che ero stata bene e gli chiesi se avesse potuto portarmi a casa prima di andare da Jungkook e lui acconsentì. Lasciai la mia valigia e tenni con me solo le chiavi di casa, sia della mia che di quella di Jungkook e il regalo prima di tornare in macchina.
Quando arrivai a casa loro trovai il padre di Jungkook ad aspettarmi per chiedermi come stavo.
"Signor Jung, le ho preso un souvenir, sono stata bene comunque" dissi passandogli un pacchetto molto più piccolo di quello che stringevo a me.
"Mi piacciono le calamite, finirà sul frigo, è bello da parte tua avermi pensato" disse lui sorridente dopo aver aperto il pacchetto.
"Si figuri, ho visto la collezione, ho pensato ci stesse bene, vado da Jungkook prima che la sorpresa si rovini trovandomi in giro per casa" dissi per poi andare in camera sua.
Aprii la porta e lo vidi steso sul letto sopra a Emily, lui era a torso nudo e si stavano baciando, nemmeno mi sentirono aprire la porta da quanto presi erano, non mi sentirono finché non lasciai cadere il pacchetto mandando in mille pezzi tuttoquello che si trovava al suo interno. Lasciai che gli occhi mi si riempissero di lacrime e mi chinai solo a raccogliere un piccolo mazzo di chiavi prima di andarmene.
Corsi lungo i corridoi ormai familiari e lungo la strada presi addosso al padre di Jungkook e non riuscii a non fermarmi ad aiutarlo a rialzarsi.
"July, che è successo?" chiese premuroso appena fu in piedi. Scossi la testa sconsolata e ripresi la mia corsa e alle mie spalle sentii il padre fermare il figlio chiedendoli cosa avesse combinato e pochi attimi dopo la voce di Emily chiamare Jungkook.
Uscii di casa e tornai a piedi fino a casa mia, non a quella dei miei genitori ma alla mia nuova casa, quella di cui avevo avuto le chiavi il giorno prima della partenza e che doveva essere una sorpresa per Jungkook, le chiavi che avevo raccolto erano proprio di quella casa.
Una volta arrivata mi chiusi dentro, non lo avrei perdonato nuovamente e non con la stessa persona, faceva male e versai lacrime per giorni prima di affogare lo sconforto nello studio. Scoprii da Lia che Jungkook si era ritirato da scuola e così io ripresi ad andarci. I pochi mesi che mi separavano dal mio diploma erano quanto mi bastava per dare il massimo, ma abbandonai entrambi i corsi pomeridiani, i crediti extra che mi servivano riuscivo in ogni modo a farli arrivare dalle mostre e non volevo che tutti mi vedessero così.
Il giorno del mio diploma mi finsi malata per evitare gli guardi su di me e sulle mie guance che nonostante i mesi si continuavano a rigare di lacrime. Le distrazione erano tante ma nonostante tutto Jungkook continuava a riaffiorarmi alla mente come una ninfea in uno stagno e nei momenti più inopportuni scoppiavo a piangere e mi chiudevo da qualche parte per darlo a vedere.
Decisi ugualmente di voltare pagina e mi trasferirò a Manhattan, in un piccolo appartamento in centro, mi iscrissi al università di storia del arte e aprii una piccola mostra in cui i miei quadri venivano esposti assieme ad altri artisti emergenti.
Mi sforzai in tutti i modi di non trascinarmi nei ricordi, ma non ci riuscivo finché un giorno mi capitò tra le mani una busta con sopra scritto il mio nome in maniera elegante.
Mi tornò alla mente Jungkook che mi diceva che sua nonna prevedeva il futuro, così ricacciai indietro l'ultima lacrima che volevo versare per lui e aprii la busta.
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Faccia d'angelo
FanfictionIl classico cattivo ragazzo che incontra la classica secchiona, ma la loro storia è intrecciata nel destino fino dal principio