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"Chi scusa?" chiese stranito mio padre ma senza rabbia, sapeva che badare a me stessa mi riusciva bene ma sembrò stupiti che non gliene avessi parlato prima.

"Jungkook è un mio amico, è venuto da me venerdì sera per un progetto e è rimasto a dormire visto che dovevamo finire" dissi io tranquilla.

"Che corsi fare insieme?" chiese allora lui incuriosito.

"Tutti, è in tutti i corsi avanzati anche lui e fa anche arte, sia normale che avanzata e anche il corso di Taekwondo nel quale siamo in coppia insieme visto che siamo i più preparati" dissi ancora mentre preparavo un toast che mio padre si offrì di imburrare.

"Come mai sei tornato prima?" chiesi allora dubbiosa chiedendomi se avesse parlato con mia mamma.

"Una riunione saltata perché un direttore non è stato bene così mi hanno dato una settimana di vacanza, so che la mamma è partita prima ma ci divertiremo comunque insieme e aspetteremo che torni, è da un po' che non la vediamo" disse lui per poi darmi un bacio sulla tempia e sparire con una valigia nel suo ufficio.

Non aveva parlato con la mamma, non potevo credere alla codardia di mia madre, o stava aspettando che lo dicessi io? Come capro espiatorio? Non ebbi abbastanza tempo per fare chiarezza perché mio padre era tornato e teneva un pacco regalo tra le mani.

"Tieni, un piccolo regalo per farmi perdonare della mia assenza, prometto che sarò più presente d'ora in poi" disse mio padre tendendomi una scatola enorme con un nastro blu sopra.

La presi e la aprii prendendone uno stupendo vestito.

"So che hai già preso il vestito per halloween ma vedendo questo ti ho pensato e magari puoi tenere quello per il prossimo ballo o prestarlo a Charlotte" disse mio padre con il sorriso.

"Vado a provarlo" dissi per poi correre in bagno lasciandogli un bacio sulla guancia.

Lo misi e tornai da lui, il vestito era lungo in pizzo nero e sotto di esso una stoffa arancione rossiccia dava l'impressione che il vestito stesse per prendere fuoco, come un tizzone ardente che mi faceva brillare a ogni movimento, era sensuale e la spaccatura lungo la gamba sinistra lo rendeva perfetto.

"È bellissimo papà, lo metterò sicuramente" dissi per poi abbracciarlo.

La settimana che divideva noi dal ritorno della mamma nonché dal ballo di Halloween passò velocemente, in teoria mia madre sarebbe dovuta tornare il primo novembre invece, ma la cosa che mi stranì maggiormente era che mio padre continuasse a ricordarmelo e così iniziai a temere che mia mamma ci avesse davvero parlato con mio padre e così lo dissi a Jungkook della cosa e mi disse solo che lo dovevo avvertite ogni volta che mio padre avesse menzionato il ritorno di mia madre.

Jungkook era un buon amico e aveva ragione, evitarlo sarebbe stato impossibile quindi sarebbe stato meglio essergli amico, alla fine era un buon compagno di banco, non disturbava e mi lasciava dare un occhio ai suoi appunti se mi serviva così come glielo lasciavo dare con i miei, ad arte era serio e concentrato e durante taekwondo era un compagno affidabile e preparato, per non parlare del supporto che mi stava dando.

Venerdì sera mi trovavo sul divano davanti alla TV con mio padre quando tirò nuovamente fuori il discorso che mia madre sarebbe tornata a breve, in quel momento non c'entrava molto e non mi andava di pensarci, la mia mente era ai preparativi per il ballo del giorno successivo ma presi ugualmente il telefono e mandai un messaggio a Jungkook con scritto che ne aveva parlato ancora. Questa volta però non mi rispose con un semplice ok ma mi disse che stava arrivando e fui io a dirgli un ok prima di rendermi conto di ciò che aveva detto e che gli avevo risposto che mi stava bene.

Cinque minuti dopo sentii suonare il campanello e mi precipitai alla porta prima che mio padre di rendesse conto che avessimo ospiti.

"Jungkook cosa vuoi fare? Perché sei venuto?" chiesi bloccandolo al entrata.

"Devi parlare con tuo padre, prima che torni tua madre" disse lui serioso prendendomi per le spalle.

"Non oggi, non voglio rovinarmi il ballo di domani con quello che mi dirà, Domenica mia mamma tornerà la sera, avrò tutto il tempo, ti prego, capiscimi" dissi quasi supplichevole.

"Certo che ti capisco, vedrai che andrà bene" disse dolce per poi tirarmi a sé in un abbraccio. Appoggiai la testa al suo petto in cerca di consolazione e non poi fare a meno di sentirlo andare a mille ma non mi scostai, il suo battito così accelerato mi sembrava così familiare ormai. Lo sentivo durante gli allenamenti di taekwondo che batteva allo stesso ritmo frenetico dei nostri piedi sul tatami, in aula d'arte mille volte più forte dei nostri pennelli sulle tele ogni volta che mi osservava o che sentiva la mia voce e in classe al mio fianco, ogni volta che gli scostavo il braccio per dare un occhio ai suoi appunti o che gli ponevo una domanda. Non sapevo cosa provasse per me, ne in realtà cosa io provassi per lui ma in quel momento tutto quello sembrava così tranquillo e consolante.

"Scusa, vuoi entrare? Ti offro qualcosa" dissi scostandomi da lui imbarazzata.

"Volentieri, se non disturbo, mio padre ha voglia di uccidermi al momento" disse lui un po' divertito e un po' imbarazzato.

"La cosa non mi stupisce, vieni, ti presento mio padre, ti piacerà" dissi sorridente.

Lui lasciò i suoi scarponcini in entrata e mi seguì verso il salotto per andare in cucina.

"Papà, lui è Jungkook, il mio amico di cui ti avevo parlato, Jungkook, mio padre" dissi abbastanza imbarazzata presentando i due che si strinsero la mano.

"È un piacere conoscerti, gli amici di July qui sono sempre i benvenuti, sono felice, quando ci siamo trasferiti avevo paura che non si intregasse, ma sembra che tu sia anche meglio del amico stresso che aveva nella vecchia scuola, Marck giusto?" disse mio padre entusiasta.

"Non me ne ha mai parlato ma è bello sentirlo" disse Jungkook stranito.

"Noi andiamo in cucina" dissi per poi trascinare Jungkook lontano da mio padre prima che gli dicesse altre cose che non volevo divulgare. In cucina mi tuffai nel frigo a cercare due misteriose bibite, tutte nello sportello, mentre speravo di fare sparire il rossore o che si confondesse con il fresco generato dal frigo.

"Non c'è bisogno che fingi con me, chi è Marck?" chiese Jungkook gentile avvicinandosi e scostandomi dal frigo per prenderne due lattine di pepsi prima di chiuderlo. Mi tese una lattina che presi e iniziai a bere senza rispondere.

"Era il tuo ragazzo?" chiese lui allora per spronarmi.

"Si, anzi no, cioè, è complicato" dissi a occhi bassi abbastanza imbarazzata.

Lui mi prese per i fianchi e mi fece sedere sul bancone per poi sedersi accanto a me e prendermi sotto braccio.

"Io ho tempo, se me la vuoi raccontare sono qui" disse dolce al mio orecchio facendomi correre un brivido lungo la schiena e facendo affiorare la pelle d'oca che vide e mi coprì con la sua giacca in pelle.

Faccia d'angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora