21. arrabbiata e giocare

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Dopo essermi tuffata di nuovo nella quotidianità, detta anche realtà, dopo le vacanze era bello ritrovare Los Angeles esattamente come l'avevo lasciata. Avevo sempre immaginato Los Angeles e l'avevo sempre descritta come Carrie descriveva New York mentre scriveva al suo computer davanti la finestra del suo monolocale: casa, opportunità e amore; che per lei era Big.

E se Matthew fosse stato il mio Big? Chi poteva dirlo.

Mentre mi stridevo nel vano tentativo di capire, online tramite un quiz della BBC molto accurato, il mio carattere e quindi schierarmi se essere una buona o una cattiva persona; continuavo a pensare ad Harry e a come mi mancasse il suo tocco, le sue labbra, il suo profumo, lui.

Era ormai mezz'ora che rileggevo sempre le stesse tre righe del pdf per il prossimo esame che avrei dovuto dare; ma non riuscivo a concentrarmi.

Messaggio da Zayn:
cibo cinese, 21:00, casa mia.
io:
ricordati i ravioli con la salsa piccante :)

Decisa più che mai che quel pomeriggio non avrei concluso nulla, mi arresi e raccattai con svogliatezza le mie cose dalla scrivania della biblioteca prima di uscire e dirigermi verso un bar per prendere un caffè.

Entrata nel bar mi misi in fila dietro una signora che stava aspettando il suo ordine e iniziai a guardarmi in torno, la mia attenzione venne catturata dalla tv alla parete che stava trasmettendo uno di quei servizi sulle celebrità del momento; tipo buzzfeed qualcosa però in tv. Il servizio sfortuna della sorte era riguardante Harry e la sua fidanzata Phoebe; quando però sentii le parole "il nostro playboy ha messo la testa a posto ed è pronto per il grande passo" non solo mi si congelò tutto in torno, ma la mia voglia di caffè andò a farsi fottere, proprio come la mia vita in quel momento e l'unica cosa che riuscivo a provare era stranamente rabbia.

Arrabbiata, delusa e anche non curante di nulla, ero decisa ad andare subito da Harry, venti minuti dopo mi trovavo agli studi della sua casa discografica, avevo chiamato Zayn per chiedergli dove si trovasse il coglione del suo amico dato che non mi rispondeva al telefono e quest'ultimo mi aveva detto che era in riunione con il suo team.

L'ascensore si aprì e feci il mio ingresso alla reception più arrabbiata che mai, guardai la segretaria seduta dietro la scrivania ed andai diretta da lei.

"buongiorno signorina, come posso esserle utile?" chiese cordialmente con un sorriso ad ottomila denti.

"devo vedere Harry" risposi semplicemente.

"mi scusi signorina, temo questo non sia possibile, il signor Styles è in riunione con il management, può lasciare un messaggio se vuole" rispose continuando a sorridere, cosa che mi fece innervosire ancora di più.

"ok senti Amanda" dissi leggendo il nome sul cartoncino attaccato al collo.

"non mi interessa se Harry sta avendo una riunione con il management, per quanto mi riguarda potrebbe anche essere nel mezzo di un tè con la Regina, non mi interessa" sputai acida.

"quella che mi interessa è il vederlo adesso e dirgliene quattro a lui e alla sua faccia da culo, quindi, se gentilmente potessi chiamarlo e dirgli che sono qui per parlargli ne sarei felice" aggiunsi con un sorriso falso alla fine guardando la segretaria che mi stava fissando con la bocca aperta dallo stupore.

"certo" disse per poi deglutire ed alzare la cornetta del telefono.

"si-signor Styles, c'è una persona per lei" disse al telefono.

"ecco- è una ragazza" aggiunse dopo.

"sono Jessica, digli di muoversi" dissi.

"ha detto di chiamarsi Jessica" disse per poi riportare la cornetta al suo posto.

Colpita da una stella ||h.s|| 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora