31. tovaglie e strappare la mozzarella

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Giugno.
Che mese strano. Mi piaceva, ma allo stesso tempo non mi stava molto a genio. Era da quando ero piccola, che giugno era sempre un cinquanta e cinquanta, perché quando sei più piccolo vai ancora a scuola anche se poi iniziano le vacanze, ma non so come mai l'estate la iniziavo a sentire solo a luglio. Poi questo tipo di cose te le porti per tutta la vita..

Mia madre quando ero piccola mi raccontava sempre di ciò che era stata la sua infanzia e adolescenza e di come alcune delle sue amiche conosciute a scuola o a qualche corso pomeridiano avessero stretto un forte legame senza vedersi spesso e soprattutto senza sentirsi. Mia madre aveva un'agenda dove scriveva gli impegni e una rubrica dove scriveva i numeri dei telefoni fissi delle sue amiche. Era tutto più vero, tutto aveva un valore diverso, e l'amore più di ogni altra cosa era diverso, ci si innamorava stando insieme per quindici o venti minuti alla fermata del pullman, oppure cinque minuti durante la ricreazione di scuola, ci si scriveva su carta e quando ci si dava un appuntamento non c'era whatsapp dove ci si poteva sentire magari per cancellare l'impegno, si andava e basta, tutto aveva valore.

Ma tornando ad oggi..

Oggi.

Oggi è esattamente il 20 giugno.

Mi trovo a Melrose a scegliere il colore delle tovaglie con Matthew, tovaglie che a me sembrano tutte uguali, perché da un mese a questa parte non riesco a non pensare a lui, a quanto mi conosce bene e soprattutto è un fottutissimo mese che ho in testa la canzone Secret dei maledettissimi Maroon 5, da amarli ero passata quasi a non sopportarli. Tutte le cose che amavo stavano iniziando a darmi fastidio, perché mi portavano a pensare sempre ad Harry e stava iniziando a darmi l'urto questa cosa.

"che dici bianco perlato è carina no?" mi chiese Matthew preso dalle tovaglie.

"scegli tu, io le trovo tutte carine, sono troppo indecisa" risposi sorridendo.

"va bene, mi può far vedere quell'altra tonalità scusi?" chiese lui alla signorina.

"tutto ok? Sei stanca? Abbiamo quasi finito" disse verso di me.

"no no, tranquillo, anzi mentre scegli approfitto e vado a prendermi un caffè qui di fronte"

"va bene, so che non puoi resistere ad un caffè, so che ami il cappuccino con il latte di soia" disse sorridendo.

"si, vado, torno subito" sorrisi nuovamente per poi incamminarmi.

Soia? Soia?! Ma che cazzo! Io odio il latte fi soia!

"latte di soia, io odio il latte di soglia" borbottai tra me e me.

Attraversai la strada ed entrai nel bar mettendomi in fila.

"prego il prossimo" disse il barista, così avanzai.

"buongiorno come sta? Cosa prende oggi signorina?" chiese lui molto gentile.

"buongiorno tutto bene, lei? Prendo un-"

"per la signorina un iced coffee con latte di mandorla senza zucchero, poi un caffè americano per me e facciamo anche due di quelle brioche lì e un red velvet cupcake" disse una voce maschile venendo avanti.

"va bene, potete ritirare tutto lì, sono ventitré dollari" disse il ragazzo.

"visto che sai tutto tu Styles" dissi girandomi sapendo già fosse lui.

"paga tu, vado a prendere l'ordine" dissi facendolo ridere.

Presi i caffè e mentre prendevo il porta bicchiere per entrambi Harry si avvicinò alla mia figura.

"tieni" dissi porgendogli il suo caffè.

"grazie, ma non pensare di farla franca, uno di quei cornetti è mio, non puoi mangiare sempre tutto tu" disse.

Colpita da una stella ||h.s|| 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora