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Portai le mie valige nella nuova stanza e iniziai a sistemare tutto.

"Oh Moo sei a-" Disse Chung Hee sorridendo, prima di rendersi conto che non ero il suo migliore amico.

"Ouh... Ecco... Moo non verrà, ho preso il suo posto"

"Ah... Capisco... Beh mi dispiace che Moo non sia qui con me, gli ho fatto qualcosa di sbagliato?"

"No non preoccuparti, sono stato io a chiedergli di cambiare stanza...mi dispiace..."

"Non c'è problema, avrai i tuoi motivi, spero di poter andare d'accordo con te" Disse poi sorridendo a trentadue denti.

Nel frattempo...
Moo pov.

"Dove sono tutti i vestiti di Cha? E le valigie?" Chiese Dae rientrato da poco in camera dopo la partita

"Sono venuti ad avvisarmi che la mia stanza si era liberata, Cha non mi ha dato il tempo di parlare e ha proposto all'organizzatore di trasferirsi"

"Lui che???" Disse urlando abbastanza sconvolto

"È colpa tua hyung! come fai a non credere al tuo migliore amico?" Inveii urlandogli contro

"Perché lui la odia da sempre e sono solo scuse, anche tu, come puoi reggere una sciocchezza del genere?" Disse Dae abbastanza irritato

A quel punto rimasi in silenzio e chiusi gli occhi, qualche lacrima mi scese in volto ma cercai di non farmi notare. Era troppo il dolore intrappolato in me, molte volte mi soffocava e non riuscivo neanche ad esprimermi.

"Sai, Daeshim? Ci sono molte cose che non sai di me, che non sai di Soo Mi, e non te le dirò perché voglio vedere fino a che punto arrivi tu con Cha, fino a che punto arriva lei con te, presto ti renderai conto di tutto"

"Non mi interessa, non credo a niente di tutto questo."

"Come ti pare, io vado, non mi aspettare stasera"

"Dove vai?"

"Da qualcuno che si fida dei suoi amici"

Girai i tacchi e me ne andai per raggiungere gli altri.

"Wow, davvero gli hai risposto in quel modo?" Mi chiese Hee esterrefatto

"Già, di solito sono molto educato con i miei sunbae... E l'ho chiamato anche hyung, alcune volte mi dimentico che ci conosciamo solo da un mese e mezzo"

"Idiota" Sussurrò Cha alzando gli occhi al cielo

"Hei che ho fatto?"

"Non... Non ero riferito a te"

Dopo qualche secondo cadde un silenzio profondo. Vidi Cha alzarsi, mettersi la tuta e buttarsi nel letto. Sicuramente non fu dell'umore giusto per ridere e scherzare, me ne sarei dovuto rendere conto.

"Ragazzi domani torno a casa per un po' approfitto del fatto che ci sta tornando anche So Ri, per stare un po' con lei" Disse poi girandosi verso di me

"Starai bene?"

"Starò bene. Ora credo che andrò a bere qualcosa, non riesco proprio a stare fermo stasera. Chi viene con me?"

"Io devo consegnare un esame importante domani e devo continuare a studiare, non posso, mi dispiace" Disse Hee con fare mortificato

"Andiamo insieme, offro io" Risposi poi dandogli una pacca sulla spalla.

"Ragazzi fate attenzione, è molto tardi"

"Torneremo subito" Dissi rassicurando Hee

Durante il tragitto però l'atmosfera iniziò a farsi pesante, iniziai a percepire una brutta sensazione.

Velocizzammo il passo, ci rendemmo conto che ci stavano seguendo, qualcuno più grande e grosso di noi che non avevevamo la ben che minima idea di chi fosse. All'improvviso ci avvolsero un bavaglio intorno alle vie respiratorie, e dopo qualche secondo vidi il buio più totale. Da lì non ricordai più niente.

Qualche ora dopo mi svegliai accasciato su un terreno con l'erba molto fitta e iniziai a sentire dei dolori lancinanti, tanto che non ebbi neanche la forza di alzarmi velocemente. Piano piano provai a resistere al dolore e riuscii a mettermi in piedi, ma quando mi alzai e vidi Cha per terra privo di sensi, iniziai ad urlare come un matto.

Aveva lividi e graffi dappertutto e una grossa macchia di sangue sulla felpa.

"Amico ti prego rispondi!!!"

"Cha ti prego!!! Qualcuno ci aiuti!!!"

Notai che il posto in cui eravamo non era molto lontano dal campus, purtroppo però non riuscii a trovare i nostri cellulari.

Cha non si svegliò, così, nonostante fossi distrutto dai dolori decisi di prenderlo in braccio per riuscire a farmi vedere da qualcuno che avrebbe potuto aiutarci, anche se l'orologio segnava le due di notte e l'unico che avrebbe potuto aiutarci era il portinaio.

Arrivai davanti al dormitorio n.5 e appena il controllore puntò la torcia su di noi cercai di fargli segno così che potesse aiutarci.

Chiamò i soccorsi in modo precipitoso e ci portarono in ospedale.

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