Capitolo 33

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POV MARTINA

"Come sarebbe a dire che non partecipi?" gli chiedo io infuriata, non può pensare di poterlo fare. "Te l'ho detto, io dovrei vincere e lui ritirarsi, è una cosa quasi impossibile. E quindi non pensare che mi presenti, non lo farò sapendo che dovrò vedere quel bastardo festeggiare, per non dire che dovrò tornare a casa e parlarne con mio padre. Non se ne parla proprio. Te l'ho detto, scordatelo proprio."

"Jorge, mi stai facendo innervosire, quello che dici non ha senso" gli spiego io. "Ah no? Quale cosa non avrebbe senso nel non voler vedere quello stronzo sbattermi la coppa in faccia eh?" "Tu non sai che vincerà, insomma puoi vincere tu la gara" constato e lui scuote la testa.

"Si ma non dipende solo da me, lo capisci che se vinco e lui finisce tra i primi dieci posti ha vinto lo stesso lui?! Se non prende rischi ha vinto!!" mi dice alzando il tono di voce ed io abbasso lo sguardo. "Scusa, scusa me la sto prendendo con te, con la persona che amo di più in questo mondo, ti prego perdonami" dice immediatamente e lo vado ad abbracciare, come faccio a non sciogliermi?

Il suono del suo cellulare squilla e ci stacchiamo e lui sbuffa non appena vede il nome sullo schermo.

"Non rispondi?" chiedo io non capendo il perché di tale comportamento, insomma perché non risponde a sua madre?

"Perché non ho voglia di andare a pranzare a casa, con i miei e da solo. Mechi non c'è, quindi sarà una tortura vera e propria" dice sconsolato prima di rispondere e mettere il vivavoce.

"Mamma, dimmi" "Jorge, noi mangiamo tra poco.. dove sei?" "A casa di Martina, ma non so se mangerò a casa" dice ricevendo un'occhiataccia da parte mia.

"E perché non mangi a casa?" "Ehm.." alza lo sguardo su me come per cercare un aiuto.. "Perché Martina è sola a casa, e non mi va di lasciarla sola" e trattengo a stento la faccia buffissima del mio ragazzo di fronte alla risata rumorosa della madre, beh in effetti che si ride?

"Ti pare che lascio Martina sola? Falla venire a casa nostra a pranzo" "Ma no mamma non credo che lei.." gli strappo il telefono di mano, deve piantarla con questo atteggiamento da bambino infantile.

"Pattie, certo che vengo, sempre che non disturbo" "Oh cara, no che non disturbi, vi aspetto" dice con tono dolce prima di chiudere la chiamata e guardo Jorge prima di scoppiare a ridere a causa del solletico da lui provocatomi.

"Piccola peste, ti giuro che ti.." "Basta smettila ti prego" dico io tra una risata e l'altra e non appena si ferma mi lascia un dolce bacio sulle labbra per poi andare a vestirsi, si, ancora è a petto nudo con i suoi amatissimi pantaloncini dell'Arsenal.

POV JORGE

Un sospiro abbandona le mie labbra e poco dopo sento la mia ragazza sbuffare. "Allora? Vogliamo stare ancora qui per molto? Insomma ti decidi ad aprire questa dannata porta?!" mi urla e poco prima che possa infilare la chiave nella serratura vedo la maniglia abbassarsi e trovo la faccia confusa di mia madre scrutarci.

"Non volevi entrare?" "Ehm.. non trovavo le chiavi" dico titubante ed andando in cucina dove mio padre sta leggendo un giornale, seduto già a tavola.

"Salve Carlos" lo saluta Martina prendendo posto e mio padre le sorride, come spesso fa solo con mia sorella. "Ciao, Martina. Ti prego non dirmi più salve mi fai sentire vecchio, dimmi solo ciao" dice facendola ridacchiare, ovviamente non mi ha salutato.

"Ciao" dico io, insomma, è pur sempre mio padre e odio questa freddezza tra noi. "Ehi Jorge, stavo leggendo, domani hai l'ultima gara del campionato" io annuisco silenziosamente mentre Martina mi sta uccidendo con lo sguardo.

Per fortuna mia madre riscalda il clima, tipico del Polo Nord, portando la pasta. Si, noi amiamo la pasta, mia madre ha parenti italiani e ne mangiamo in abbondanza. "Spero ti piaccia Martina" dice quasi imbarazzata e mi intenerisco quando vedo gli occhi della mia meravigliosa ragazza illuminarsi.

Alla velocità della luce (Jortini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora