POV MARTINA
Un raggio di luce mi risveglia dal mio profondo sonno, vedo ancora tutto offuscato, non riesco ancora a ricordarmi bene quanto successo ieri sera, poi però mi rendo conto di aver un sorriso stampato sulle labbra, e tutto, e dico tutto, mi ripassa davanti.
Dal bellissimo concerto, alla dichiarazione di Jorge, ed infine alla nostra nottata, solo nostra. Non credevo che fare l'amore fosse una cosa così intensa, insomma si, ammetto di avere sempre avuto alte aspettative, ma quello che è accaduto è andato ben oltre.
Jorge mi ha trattato da regina, non ha mai smesso di baciarmi e soprattutto di guardarmi negli occhi, credo che ieri sia stato probabilmente il giorno più bello della mia vita, anzi, senza credo, lo è stato.
Sento una stretta ben salda sulla mia vita e sorrido come una scema sentendo quel qualcuno alle mie spalle e sapendo, anche grazie al suo buonissimo profumo, di chi si tratta. Credo che stia ancora dormendo, faccio per girarmi dalla sua parte per guardarlo ma le sue braccia me lo impediscono, mi sta quasi stritolando, ma non mi sta dando fastidio, anzi, amo questa sensazione.
Ridacchio leggermente quanto sento dei piccoli baci sulla spalla e capisco che anche lui è sveglio e non appena mi giro non faccio in tempo a dire nulla che trovo le sue labbra sulle mie.
"Mmh buongiorno" dico con voce impastata dal sonno e sbadigliando rumorosamente. Lui mi sorride e inizia a lasciarmi baci sul collo facendomi scoppiare a ridere. "Vorrei sempre questi buongiorno" dico sorridendogli dopo avergli lasciato un bacio a stampo.
"Io vorrei sempre quelle buonanotti invece" dice malizioso, e sento il mio cuore scoppiare per la felicità. Amo sentire che non ne ha mai abbastanza di me, mi fa sentire amata, desiderata. "Jorge.. dobbiamo.. andare.. a scuola" dico interrotta in ogni parola dai suoi baci e quando si stacca, facendo combaciare le nostre fronti, mi sorride, ho già capito le sue intenzioni, può scordarselo.
"No Jorge, non salterò le prime due ore di inglese" dico cercando di essere seria, ma scoppio a ridere di fronte alla sua faccia da bimbo. "Infatti non ho mai detto di saltare le prime due ore"
"Ah no?" "No, ti stavo dicendo di non andarci per niente a scuola" "Jorge.. non ho mai marinato la scuola e non lo farò nemmeno oggi" si, sto cercando di fare l'autoritaria, ma il mio tono di voce sembra tutto tranne che autoritario. "Mi stai dicendo veramente che preferisci un giorno di scuola piuttosto che una mattinata in compagnia del tuo dolce ragazzo che vuole solo farti le coccole?" vi assicuro che sarebbe da fargli causa per la dolcezza della sua voce e del suo viso.
Ok, ammetto che come idea mi attira parecchio, non devo cedere, dai Tini resisti.
"No Jorge, dai, dobbiamo andare a lezione" dico con voce instabile. "Ti prego, daii" mi fa il labbruccio, no devo resistere, forza e coraggio, Martina. "Jorge.." "Dai amore mio, restiamo a letto"
Ma seriamente? Posso dirgli di no? Con quale forza?
"Non fiatare" dico a Jorge prendendo il mio telefono e componendo il numero di mia cugina. "Ehi Tini" "Cande, non vengo a scuola oggi, dillo tu a mio fratello così avverte mia madre" "Eh? Per quale motivo dovrei dirglielo io?" "Perché se glielo dirai tu non mi potrà fare la ramanzina, o almeno non direttamente, quindi fallo per me.. ti preeego" gli spiego e la sento sorridere. "Dopo voglio tutti i dettagli Tinita" scuoto la testa e chiudo la chiamata sapendo che la sua minaccia si tramuterà in realtà una volta tornata a casa.
Poco dopo un urlo abbandona le mie labbra quando mi trovo sospesa a mezz'aria visto che quel folle del mio ragazzo mi ha preso in collo e mi sta portando non so dove. "Ehi Jorge! Dove andiamo?" dico ridendo e solo poco riconosco che siamo in bagno.. aspettate ma io sono nuda??!
"Mi faccio la doccia e tu.. sei sporca" "Mi stai dando della sudicia?" dico ridendo "No sto solo trovando un modo gentile per farti venire in doccia con me" "E se declinassi l'invito?" "Oh, ti ci porterei ti forza Tini" "Sei tremendo" gli sussurro a fior di labbra e scompigliandogli il ciuffo prima di andare nella doccia e.. beh, il resto immaginatevelo da soli dai.
"Jorge" dico fissando i suoi addominali, ora stiamo facendo colazione e, lui, come sempre a petto nudo, si sta divorando una scatola di cereali. "Dimmi piccola" si acciglia guardandomi.
"Stavo pensando.. a quella storia di Felix.. mi manca un dettaglio" alzo lentamente lo sguardo, anche se non ho paura di farlo, ho il terrore che tutto ciò possa farlo soffrire, so quanto ci è stato male, ma sto venendo divorata dalla curiosità.
"Dimmi" a quella parola guardo il sorriso che ha dipinto sulle labbra e mi tranquillizzo immediatamente. "Ehm.. mi chiedevo.. dopo l'incidente, cosa è successo di preciso? Scusa, se non ne vuoi parlare tranquillo io.." "Ehi, vieni qui" dice battendo le mani sulle sue cosce e mi metto a sedere sulle sue gambe.
"Tranquilla, se sono con te posso affrontare tutto.." dice sospirando e io gli accarezzo una guancia, quanto lo amo.
"Dopo l'incidente ero letteralmente distrutto a livello psicologico, insomma mi ritenevo colpevole di tutto. Il padre di Felix e suo fratello, Pepe, incolparono me di tutto questo, dicendomi che lo avevo provocato appositamente e che ora stato io ad uccidere uno dei miei migliori amici. Addirittura cercarono di dimostrare la volontarietà del tutto ed è per questo che sono finito in carcere, anche se per 5 giorni" dice mentre una piccola lacrima, poi da me asciugata, gli riga il suo viso perfetto.
"E tuo padre?" "Mio padre, ha smesso di parlarmi dopo quello che successe tre giorni dopo" io lo guardo come per invitarlo a continuare e lui sospira pesantemente.
"Avendo vinto il campionato venni notato da degli osservatori, quelle persone che trovano i piloti più giovani e promettenti per poi portarli nelle categorie maggiori, e anche a me venne fatta un' offerta simile. La Ferrari mi aveva proposto di entrare a far parte del loro programma per giovani piloti, ma io ero troppo scosso per poter correre. Volevo abbandonare quel mondo perché ogni volta che vedevo una pista, un casco o altro io pensavo a Felix. Per questo mio padre, deluso da me, credeva che avessi perso l'occasione della vita e non cercò nemmeno di tirarmi fuori da quella gattabuia in cui ero stato ingiustamente sbattuto, fortunatamente il padre di Ruggero, che è un avvocato, riuscì a dimostrare la mia innocenza"
Profondamente colpita da questa storia lo abbracciai fortissimo lasciandogli qualche bacio tra i capelli, posso immaginare quanto il mio povero Jorge abbia sofferto. E quando osservo quel mare verde che mi ha fatto perdere letteralmente la testa beh sento perdere duecento battiti. Non posso vedere i suoi occhi così lucidi, no che non posso.
"Mio padre non accettava che non avessi continuato a correre, insomma immagina per lui che smacco anche a livello mediatico vedere il figlio che rifiuta l'offerta del colosso della Formula 1, per questo spesso mi sento una merda, ma semplicemente non ce l'avrei fatta. Abbiamo un carattere diverso, lui pensa solo a correre e tutto quello che accade fuori, rimane fuori, Io invece spesso sono troppo emotivo, e poi il fatto che lui non mi parlò più per lungo tempo aggravò il tutto ed ancora oggi ne risento. Non ho possibilità di battere Pepe anche perché per vincere ci vorrebbe una mia vittoria ed un suo ritiro, ed è per questo che alla gara finale.. non mi presenterò"
Cosa?
ANGOLO AUTORE:
Ehi! Come va? E' un periodo non facile questo e non credevo avessi aggiornato oggi, ma ce l'ho fatta. I nostri Jortini sono diventati due coniglietti e il capitolo è incentrato su loro e su Jorge che ci spiega gli screzi col padre e decide di rinunciare all'ultima gara del mondiale, riuscirà Tini a convincerlo? Vedremo che succederà, i capitoli dovrebbero essere 35, quindi siamo quasi alla fine. Spero il capitolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere con un voto e un commento, alla prossima!
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Alla velocità della luce (Jortini)
PertualanganMartina, figlia di un noto uomo appassionato di macchine e corse, conduce una vita più che tranquilla in compagnia della sua famiglia e dei suoi amici. Non ha fatto però i conti con l'arrivo di un suo nuovo compagno di classe. Il suo nome? Neanche...