Capitolo 10.

296 19 5
                                    

Il week-end arrivò più velocemente di quanto sperassi e, in un battito di ciglia, arrivò anche il sabato sera.

Paranoica com'ero, cominciai a prepararmi per la serata già dalle cinque del pomeriggio, consapevole che avrei dovuto approfittare del bagno in quei momenti, prima che Adele lo occupasse per il resto delle ore.

Il galà si sarebbe svolto al Nairobi Arboretum, un giardino vastissimo situato a diversi chilometri di distanza dal centro della città, famoso soprattutto per le centinaia di specie floreali differenti che abitavano in quell'area.

Ero tremendamente agitata e ad ogni mio passo pregavo mentalmente di non cadere rovinosamente sui ciottoli, davanti al resto degli invitati.

Al mio fianco, Adele si destreggiava perfettamente a suo agio nel suo tubino bordeaux.

Sembrava appena uscita dalla passerella di una sfilata di Dolce&Gabbana e, nonostante fosse più piccola di me, con la sua altezza vertiginosa riusciva a farmi sembrare una ragazzina alle prese con la pubertà.

"Dio, quanto mi stringe 'sto coso!" si lamentò Anwar, tirandosi con forza il cravattino nero che, appena qualche minuto prima, Kato aveva annodato con pazienza e minuziosità.

Mi voltai verso di lui e gli bloccai le mani per evitare che continuasse a toccarsi, rovinando il nodo e stropicciando il colletto della camicia.

"Cerca di resistere almeno per questa prima ora, vedrai che più tardi, quando tutti avranno fatto il tris di Champagne, nessuno si accorgerà della tua cravatta scomparsa" gli feci un occhiolino e Anwar si limitò a sbuffare sonoramente.

"Chissà se Aron è già arrivato" bisbigliò Adele e le lanciai un'occhiata inquisitoria.

I suoi occhi balzavano velocemente da un posto all'altro di quel giardino, alla ricerca smaniosa di Aron, ma lo specializzando sembrava non essere da nessuna parte.

Non mi stupii.

Al solito, era in ritardo.

"Vedrai che arriverà a momenti" la tranquillizzai e Adele mi sorrise entusiasta "Potresti proporti e chiedergli un ballo, durante la serata"

Adele sgranò gli occhi, sconvolta, e scosse con forza la testa.

"Cosa? Io dovrei chiedergli di ballare?" mi limitai ad annuire e lei per poco non si strozzò con la sua stessa saliva "Assolutamente no! E' lui che deve fare il primo passo!"

"E secondo quale legge?" infierii, colta sul vivo.

Ero contro qualsiasi discriminazione di genere e sapere che una ragazza, nel 2020, pensava ancora che erano i ragazzi a dover fare per forza il primo passo, mi faceva catapultare all'istante nel Medioevo.

Non c'è assolutamente niente che una donna non possa fare, tantomeno chiedere a un ragazzo di ballare con lei.

Potevo capire perfettamente Adele.

In fondo, tutti abbiamo paura di essere rifiutati e io per prima, da inguaribile romantica, ho un debole per i gesti più galanti e per i ragazzi che sanno prendere l'iniziativa.

Ma dobbiamo anche renderci conto che, nel momento in cui l'esemplare di genere maschile di cui stiamo parlando è Aron Lynch, allora, tutti gli esempi più famosi di galantuomini che la storia del cinema ci ha trasmesso, spariscono, di fronte al suo animo rozzo e menefreghista.

Le guance di Adele si imporporarono e mi strinsi più vicina a lei per infonderle coraggio.

"Vedrai, Aron non potrà assolutamente dire di no alla ragazza più bella e brillante di questa sera" la rassicurai e lei mi sorrise grata, lasciandosi scappare un risolino nervoso.

Chimera || CanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora