Capitolo 6.

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Sdraiato a terra e con il corpo del suo avversario che lo sovrastava, vedevo Anwar agitarsi inutilmente, mentre l'altro ragazzo lo scuoteva con forza per le spalle, facendogli sbattere ripetutamente la testa contro il pavimento.

Scattai in avanti e mi feci largo tra la folla ignorando le proteste che si elevavano al mio passaggio.

Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella scena.

L'uno addossato all'altro, sembravano due animali coinvolti in una lotta all'ultimo sangue, dove solo uno poteva sopravvivere.

Il presentatore e altri due ragazzi si avvicinarono all'avversario di Anwar e, solamente in quel momento, mi accorsi che il suo naso grondava sangue.

L'avversario, sentendosi sollevare di peso da dietro le spalle, si voltò un attimo, ma, quell'attimo di distrazione, bastò ad Anwar per sollevarsi con il busto e sferrargli una gomitata sotto il mento.

"Anwar!" urlai sconvolta e Anwar dovette accorgersi di me perché, voltandosi nella mia direzione, i suoi occhi neri incontrarono i miei.

Un sorriso entusiasta si fece largo sulla sua bocca e mi accorsi che, a causa del labbro spaccato, il sangue gli aveva imbrattato tutti i denti.

Senza pensarci due volte, salii sul soppalco e raggiunsi Anwar.

"Cosa diamine ti è saltato in mente?" sbottai furiosa, scuotendolo con forza per le spalle.

Aveva la maglietta strappata e una ferita aperta sulla spalla che non ne voleva sapere di smettere di sanguinare.

"Andate tutti al diavolo!" sbraitò l'avversario alle mie spalle e, voltandomi, riuscii a vederlo liberarsi dalla presa di alcuni ragazzi con un violento strattone.

I suoi occhi si puntarono nei miei e trasalii quando lo vidi sputare a terra un grumo di sangue.

"Quando sarai morto, giuro che la prima cosa che farò sarà scoparmi la tua ragazza" prese parola l'avversario, avanzando con cautela nella nostra direzione.

Era un predatore pronto ad avventarsi sulla sua preda.

Rimasi immobile dov'ero e vietai ad Anwar di fare un solo passo mettendomi davanti a lui.

Intorno a noi era calato un silenzio surreale.

Nell'aria si riusciva a respirare l'adrenalina dell'attesa.

In tutti aleggiava la stessa ed unica domanda.

Chi avrebbe attaccato per primo?

Quel ragazzo di fronte a me era completamente fatto.

Con gli occhi spiritati e le pupille dilatate, mi guardava come se fossi l'ultima bottiglia d'acqua in un deserto senza fine.

Era completamente accelerato, non riusciva a tenere ferme le mani e la sua fronte era imperlata di sudore.

Alzò la mano chiusa in un pugno, pronto a colpire, ma il suo braccio fu prontamente bloccato dal principe orientale che, con un solo gesto, lo fece cadere di faccia a terra e gli impedì di muoversi da quella posizione posizionandosi a sua volta su di lui e bloccandogli i polsi dietro la schiena.

Quando provò a dimenarsi, scalciando come un bambino al quale avevano tolto il giocattolo nuovo, quel ragazzo dai lineamenti orientali fu ben presto raggiunto dai rinforzi, che presero il suo posto e immobilizzarono quel tossicodipendente.

Quando si sollevò da terra, i suoi occhi color nocciola incontrarono i miei e un sorriso triste si dipinse sulle sue labbra.

"Questa serata è stata troppo tranquilla, non trovi?" domandò ironico, raggiungendomi in poche falcate.

Chimera || CanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora