Capitolo 26.

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Il Lux era pieno di gente e la serata era appena iniziata. 

Giovanni mi era venuto a prendere puntualissimo a casa dei Kayn con la sua vecchia Ford Focus grigia e, nonostante fosse un mio superiore, riuscivo a sentirmi perfettamente a mio agio con lui. 

Nonostante i primi tempi mi fosse sembrato un tipo freddo e taciturno, mi erano bastate un paio di settimane per ricredermi. 

Giovanni era sicuramente il più maturo della nostra equipe, ma il suo umorismo sottile mi aveva da subito conquistata. 

"Sicura di voler entrare? Siamo ancora in tempo per scappare" prese parola Gio, guardandosi intorno alla ricerca di un parcheggio libero. 

Sorrisi divertita e abbassai il finestrino completamente alla disperata ricerca di un filo di vento.

Quella sera faceva particolarmente caldo e i 37°C, accoppiati all'umidità della notte, rappresentavano una combo particolarmente pericolosa per i miei capelli da poco piastrati. 

Percepivo già le mani iniziarmi a sudare.

"Anne e Ron si vendicherebbero obbligandoci ad andare ogni settimana alle feste del Lux, direi di non rischiare" feci spallucce e Gio scoppiò a ridere, annuendo il capo in accordo con me.

Dopo svariati giri attorno all'edificio, riuscimmo finalmente a trovare parcheggio e, senza neanche darmi il tempo di uscire dall'auto, Giovanni corse ad aprirmi la portiera.

"Non era necessario" lo ammonii imbarazzata "Ma ti ringrazio"

A volte non sapevo come interpretare i gesti di Giovanni.

Provavo a convincermi che fosse semplicemente gentile, eppure, il mio cuore, temeva che non fosse esattamente così.

Ma forse ero io che mi facevo troppe paranoie e scambiavo l'educazione di Gio nei miei confronti con un interesse che superava la semplice amicizia.

Sicuramente mi sbagliavo.

Giovanni era sempre cordiale con tutti ed io mi facevo troppi film mentali. 

Il Lux era frequentato prevalentemente da giovani adulti e la sicurezza all'ingresso serviva ad impedire che qualche minorenne potesse imbucarsi all'interno del locale.

Ci bastò mostrare l'invito che ci aveva dato precedentemente Ron per ritrovarci in un attimo all'interno del Lux.

A volte avevo paura delle conoscenze che aveva Ron e del suo giro d'amici.

Non era facile riuscire ad ottenere i pass per il Lux e gli invitati o erano giovani rampolli dell'alta borghesia, o figli di imprenditori, o celebrità.

E nessuno di noi rientrava in quelle categorie. 

"Gli altri sono già arrivati?" domandò Gio, avanzando al mio fianco all'interno del locale.

"Anne mi ha scritto che si sono avviati adesso" risposi, lanciando un'occhiata al cellulare.

Intorno a noi la pista da ballo era già stracolma di ragazzi e mentre il dj incitava la folla ad alzare le braccia, io e Gio ci avviammo verso i divanetti posizionati ai lati del locale, a ridosso delle mura specchiate. 

Gli specchi che ricoprivano l'intero perimetro del locale creavano un gioco di luci e di spazi che sembravano rendere il Lux ancora più ampio e luminoso.

 "Scusa se non te l'ho detto prima, ma sei bellissima stasera" urlò Giovanni al mio orecchio, nel tentativo di sovrastare la musica a tutto volume. 

Fortunatamente il locale era poco illuminato e le luci psichedeliche e colorate della console del dj illuminavano prevalentemente la pista da ballo, in modo tale che Giovanni non poté accorgersi di come il mio volto diventò improvvisamente paonazzo per l'imbarazzo. 

Chimera || CanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora