⚠️Mi sono accorta di aver sbagliato un piccolo dettaglio! La casa nuova è a tre piani, non due! Gomen TwT. Buona lettura!⚠️
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<<Bene, questo invece è il salotto! Il divano è in pelle nera, come potete vedere, mentre il tavolino al di fronte, ha le gambe di legno di quercia, resistente e scuro. Il televisore, invece…>> il “signor Hinata” continuava a parlare e a fare il suo lavoro normalmente, non rendendosi conto di aver sconvolto tutti i presenti nella sala con solo il suo cognome, ed uno in particolare.Hinata, Shoyo Hinata, per lo shock aveva addirittura paura di lasciare la mano di Kageyama, che oltre ad aver intrecciato le loro dita coprendo il dorso della mano del minore, aveva anche avvolto il suo corpicino con il braccio, come per metterlo al sicuro da minacce esterne al loro piccolo mondo.
Non pensava ad altro, che al profumo tanto familiare di quell’uomo che portava il suo stesso cognome, e forse anche altro.
Sugawara probabilmente era più scioccato di tutti i presenti messi insieme, escluso Shoyo, e per questo tendeva sempre ad affiancarlo, cosa che il mandarino notò, e lo rassicurò leggermente di più.
<<Bene, adesso passiamo al secondo piano!>> disse con un gran sorriso il signor Hinata, per poi essere seguito, sulle scale di legno dai tratti scuri, dai giocatori.
<<Persino il sorriso è uguale al tuo…>> mormorò Suga, facendosi sentire solo da Shoyo, ancora più irrequieto, e Kageyama.
Il tour continuò normalmente, senza che le emozioni e lo shock interferissero in alcun modo. O almeno, non per Hinata. Sentire la voce di quell’uomo, il suo nome, il suo profumo, era tutto troppo familiare. Non gli suscitava nessun tipo di ricordo, ma continui e costanti déjà-vu. I suoi palmi continuavano a sudare, e non stava prestando alcun tipo di attenzione alle informazioni sul materiale degli oggetti, esposte proprio dalla fonte delle sue ansie. Il suo cuore era così esposto, in quel momento, sembrava che mille archi carichi di frecce avvelenate fossero tesi e mirati su di lui, pronti a scoccare una freccia fatale. La freccia fatale, quindi, sarebbe la verità dura e cruda, che si infrange sulla corazza del suo equilibrio mentale, infrangendola.
Senza neanche rendersene conto, però, il tour finì prima che lui potesse riscuotersi dai suoi pensieri. Possibile che era così preso dai suoi ragionamenti, che non si accorse nemmeno di aver percorso altre scale in salita?
<<Benissimo, siamo giunti al termine! Sembrate tutti molto simpatici, come vi chiamate?>> chiese Hideki, mantenendo il sorriso e cercando di instaurare una conversazione piacevole con i suoi clienti.
Il carattere era praticamente identico a quello del nostro Hinata, socievole e solare.<<Io sono Ukai, il loro coach, veniamo dalla scuola superiore Karasuno, e loro, invece, sono i pallavolisti dell’istituto.>> fece le presentazioni Ukai, incrociando le braccia al petto, ora che poteva rilassarsi, non essendo più in un contesto formale.
<<Oh! Ho sentito parlare di voi! E tu? Carotina?- chiese, posando lo sguardo su Shoyo, facendo sbiancare tutti i presenti.- siamo molto simili!>> ridacchiò l’uomo tanto allegro.
<<E vedo che sei anche impegnato! Su, parlami un po’ di te, non capita tutti i giorni di trovare persone dai tratti tanto simili!>><<E-emm…sono Hinata Shoyo…vivo nel paese vicino questa città, sui monti…e…ho una sorellina, Natsu Hinata, e mia madre si chiama Aimi Sakai, e…>> non riuscì a continuare. Le parole gli morirono in gola, senza fiato per esprimersi, e forse era un bene. Shoyo fissava quell’uomo, a cui il sorriso era stranamente scomparso, nella speranza che emettesse qualsiasi suono, anche un respiro leggermente più profondo. Studiava i tratti del suo viso, bruciando con le pupille persino i pori della sua pelle.
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𝑭𝒐𝒓𝒆𝒗𝒆𝒓 𝑻𝒐𝒈𝒆𝒕𝒉𝒆𝒓 [Hᴀɪᴋʏᴜᴜ]
FanficPer un insulso scherzo, inizierà la convivenza più significativa che i nostri giocatori preferiti potessero fare. Purtroppo, però, la vita non è molto gentile come ci vuole far credere nei film, e la nostra bizzarra famiglia dovrà aiutarsi a vicenda...