CAPITOLO 19

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C’era puzza di alcool, in quella stanza.

I ragazzi non persero tempo a darsi alla pazza gioia: Nishinoya e Tanaka portarono alcolici di tutti i tipi, e alla vista delle bottiglie ancora fredde, ai ragazzi luccicarono gli occhi. Era il modo migliore che conoscevano per festeggiare, e iniziarono già da subito a prendere vari bicchieri di plastica, comprati sempre dai due migliori amici. Immediatamente cominciarono a bere, ridendo, scherzando e parlando di cose futili.

Nel momento in cui Hinata prese il terzo bicchiere, però, entrò spalancando la porta Sugawara, che appena vide la scena rimproverò con lo sguardo i due colpevoli, avendo già capito chi fossero.

<<Hey! Che ti è successo?>> chiese Asahi, andando immediatamente in stato di allerta vedendo gli occhi di Suga lucidi e rossi. Gli altri se ne resero conto solo dopo la domanda di Azumane, e trovarono strano, molto strano che Daichi non fosse lì a consolarlo o ad abbracciarlo, ma attesero comunque un segno del vice.

Velocemente il ragazzo appena rincasato passò le maniche del maglione che indossava sulle palpebre, asciugandosi il viso, per poi avvicinarsi in fretta al tavolo.

<<Niente, tornate a divertirvi.>> affermò quasi in un sussurro con un debole sorriso, prendendo con noncuranza la prima bottiglia piena a portata di mano, per poi correre nella camera scelta con Daichi al secondo piano.

Tutti i presenti rimasero scioccati: mai avrebbero immaginato che Sugawara Koushi avrebbe fatto una cosa simile. L’atmosfera si fece silenziosa e triste: era ovvio ad ognuno di loro che qualcosa non andasse.

<<Io…non credo che questo sia il momento giusto per parlargli…>> constatò Ennoshita, per poi sorseggiare la bibita lentamente, interrompendo la quiete creatasi.
<<G-già>> provò a dire Hinata con tono fermo, fallendo miseramente per via dell’effetto dell’alcool. Probabilmente, aveva alzato troppo il gomito.

<<Possibile che tu sia già andato dopo tre bicchieri?>> chiese ironicamente Kageyama accanto a lui, prendendogli delicatamente il bicchiere da mano e posandolo sul tavolo, per poi attirare Hinata sulle sue gambe, facendolo sedere lì.

<<N-non sono…ubriaco>> affermò il mandarino rosso come un peperone, facendo una smorfia di disapprovazione e provando a riprendere il bicchiere. Kageyama, ancora lucido, gli diede un piccolo schiaffetto sulla mano.
<<No, basta così per stasera.>> disse, girandogli il viso con due dita e guardandolo negli occhi.

<<T-Tsukki, mi sento male…>> affermò Yamaguchi in un lamento, tenendosi la pancia. Era dall’altra parte del grande tavolo, come sempre accanto a Tsukishima, che non aveva bevuto nemmeno un goccio.

<<Ok, che ne dici di andare a dormire? Ubriacarsi la sera prima di una mattinata scuola non mi sembra una buona idea.>> propose il biondino, aiutando il minore ad alzarsi dalla sedia, per poi scomparire sulle scale.

E mentre Asahi ed Ennoshita cercavano di badare a Noya e Tanaka ubriachi fracidi, il capitano era scomodamente seduto su una panchina di legno gelido e umido, non che lui se ne fosse accorto.

Aveva lo sguardo perso nel vuoto, pensando al grande sbaglio appena commesso: la risposta era arrivata troppo tardi.
Appena Sugawara lo scansò, si sentì improvvisamente risvegliato da una scarica elettrica, ed era troppo tardi per dirgli tutto ciò che provava. Sentì un blocco, una forza esterna gli vietò di fiatare, facendolo tacere in una nota dolorosa.

“Davvero gli piace? E se intendesse solo abbracciarmi? E allora perché mi ha scansato? E perché è corso via? Ero sicuro che fosse etero…e se mi stessi sbagliando?” non faceva altro che ripetersi queste domande, in continuazione, erano tutte concentrate nella sua mente, come se una lama gli avesse trafitto il cranio. Più il tempo passava, più il nostro caro capitano si poneva domande, sentendosi impotente, e non avendo la minima idea sulle risposte, facendosi venire un mal di testa.
Non sopportava la tensione, sembrava che stesse seduto su quella panchina da ore.

𝑭𝒐𝒓𝒆𝒗𝒆𝒓 𝑻𝒐𝒈𝒆𝒕𝒉𝒆𝒓 [Hᴀɪᴋʏᴜᴜ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora