CAPITOLO 26

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<<Cugini?!>>

-Flashback-
Passarono tre giorni, assieme al weekend. Le cose andarono per il verso giusto per Hinata e Yamaguchi, le giornate proseguirono normalmente. Sugawara, Kageyama e Tsukishima erano sempre attenti ai minimi cambi d’umore dei minori, e anche se la paranoia aveva preso possesso del loro cervello per qualche ora, la loro vita procedeva normalmente, come se i vecchi bulli dei due non fossero mai esistiti.

Un giorno grigio, di lunedì, Hinata ricevette una chiamata dalla madre appena arrivò a casa, e quando le rispose non fece in tempo nemmeno a salutarla che venne obbligato ad andare a casa della donna. Ovviamente si fece accompagnare da Kageyama, ma quando stavano per uscire dall’appartamento, Noya li fermò ad un passo dall’uscita.

<<Hey! Shoyo aspettami!>>
Velocemente il libero scese le scale e raggiunse i due del primo anno, e insieme uscirono di casa.

<<Noya-san! Dove vai di bello?>> chiese Hinata con un sorriso, nel tentativo di iniziare una conversazione con il ragazzo del secondo anno.

<<A casa di tua madre!>> rispose con convinzione con un sorriso a trentadue denti, sistemandosi lo zaino che portava in spalla.

<<…COSA?!>> domandò lo schiacciatore, giustamente sorpreso e stranito. Persino Kageyama fece una smorfia.

<<Ha detto che voleva parlarci! Forse si è dimenticata di dirtelo…>>
Continuarono la conversazione a lungo, per tutto il tragitto, accompagnati dalle nuvole che li guardavano dall’alto del cielo, fino a quando arrivarono a casa della genitrice.

<<Mamma! Siamo q->> Hinata subito entrò in casa senza nemmeno bussare per l’eccitazione e l’adrenalina, si tolse le scarpe velocemente, e con un sorriso enorme ad incorniciargli il volto si precipitò in cucina, dove si soffermò alla vista di una chioma arancione simile alla sua.

Restò qualche minuto con lo sguardo sui suoi occhi chiari come la luce lunare, creando una catena di titanio immaginaria, per poi spostare le iridi su quelle della madre, che erano lucide e arrossate.  

<<Ciao…Shoyo.>> salutò l’uomo con gli occhi lucidi a sua volta, e con un sorrisino che non riusciva proprio a trattenere.

<<Hideki…?>> sussurrò con stupore il ragazzo.

<<L’agente immobiliare?!>> chiese Nishinoya irrompendo nella stanza, con tutta la sua delicatezza per il momento.

<<Si…ciao piccolo Yuu!>> salutò allegramente l’uomo.

<<Come sai il mio nome?>> il libero fece la prima delle tante domande che gli affiorarono alla testa appena sentì il suo nome essere pronunciato dalle sue labbra.

<<Sedetevi, per favore…- prese la parola la madre di Hinata, e continuò dopo che tutti si fossero sistemati di fronte al tavolo –ecco…vedi, Shoyo, dieci anni fa ci fu un incidente stradale, in cui è stato coinvolto anche lui…perse la memoria, e la nonna, che è sempre stata contraria al nostro matrimonio, fece in modo che non si ricordasse di noi…ma adesso è tutto risolto! Lui è qui, di nuovo! Quest’uomo è Ryo Hinata…tuo padre…>> confessò la donna, sussurrando l’ultima parte.

All’improvviso, sembrò che il mondo cadde addosso al povero Shoyo, che sentì una forte fitta al cuore per lo shock. Una sfilza di domande si crearono nel suo cervello, ma la sua bocca sembrava paralizzata, cucita con del cotone di ferro. Era come se in quel momento vedesse tutto bianco, come se una corda elettrica lo tenesse per il collo. 

<<…hai qualche doma->>

<<Perché la nonna è contraria al vostro matrimonio? Perché mi avete tenuto nascosto l’incidente stradale?  Come ha fatto la nonna a non fargli ricordare della sua famiglia? Quanto tempo fa è accaduto l’incidente? Perché allora la nonna non mi ha mai respinto?!>> espresse tutto d’un fiato, rimanendo senz’aria nei polmoni.

Kageyama, che gli era rimasto accanto tutto il tempo, gli strinse la mano, per rassicurarlo, facendolo riprendere a respirare di nuovo.

<<La nonna mi ha sempre vista come una donna di campagna, una povera contadinella che va in strada a lucidare le scarpe ai ricchi per pochi spiccioli…portò via Ryo dall’ospedale prima che io potessi andare nella sua stanza, precisamente nove anni fa. Ti ha sempre trattato bene perché dopotutto sei suo nipote, il figlio di suo figlio…capisci?>> la madre rispose a tutte le domande, con una calma disarmante, stringendo la mano di suo padre visibilmente teso e preoccupato.

La Terra sembrava essersi fermata. Shoyo non sapeva cosa dire, cosa fare, e soprattutto sembrava che non si ricordasse nemmeno come riuscire a far battere di nuovo il cuore. Era in shock totale, e se non fosse per la stretta di Kageyama, sarebbe già scoppiato a piangere. 

<<Quindi…tu s-sei sul s-serio mio padre…>> constatò a voce alta lo schiacciatore, con lo sguardo fisso su un punto indefinito del tavolo di legno davanti a loro.

<<Emm…scusate, ma cosa c’entro io?>> chiese Nishinoya, leggermente imbarazzato.

-fine flashback-

<<Cugini?!>>

🥀
~
Ok, allora, so che fa schifo e mi dispiace tanto, ma sono davvero molto impegnata con i compiti che stanno aumentando mano a mano, e non riesco a stare al passo con il programma.
Comunque, continuerò a pubblicare, ma farò capitoli molto più corti, altrimenti scrivo anche peggio di così
Anyway, come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto, scusate per eventuali errori di battitura e alla prossima! Un abbraccio!✨

𝑭𝒐𝒓𝒆𝒗𝒆𝒓 𝑻𝒐𝒈𝒆𝒕𝒉𝒆𝒓 [Hᴀɪᴋʏᴜᴜ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora