Capitolo 16

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Mi risvegliai soltanto l'indomani mattina, nella mia stanza con un fortissimo mal di testa. Sembrava che una morsa stesse stringendo sempre di più la mia testa fino a comprimerla del tutto. Affianco a me distinguevo la folta chioma rossa di Juliana che mi parlava, ma sentivo la sua voce molto ovattata.

"Alicia, Alicia!" disse la ragazza scuotendomi lievemente ridestandomi del tutto

"Ehi..." dissi aprendo gli occhi molto lentamente.

"Amica mia, ma cosa hai combinato?"

"Mi fa male la testa!" dissi cercando di alzarmi

"Oh no, tu resti qui... hai battuto la testa ieri sera. Ma come hai fatto?"

"Non ricordo niente..." dissi massaggiandomi le tempie...

"Ieri sera tardi, don Ramòn ti ha portata qua dicendo che eri scivolata nel parco dove ti aveva portata. Mi ha detto di mantenere il segreto ovviamente, non vuole che si sappia in giro che è stato con un'altra donna nel bel mezzo della notte..."

"Già... don Ramòn. Ricordo che dopo avermi portata in questo parco lontano dal centro città e abbastanza nascosto, ci siamo seduti su una panchina a parlare con un bicchiere di vino; e mentre parlavo, di colpo ho perso i sensi. Fine, non ricordo altro..."

"Ma come è possibile che non ricordi della scivolata? Sarà a causa della botta in testa forse? Devi farti vedere da un medico..."

"Oh no sto bene... chiederò a don Ramòn cosa è successo, magari lui potrà schiarirmi le idee e farmi tornare la memoria sul resto della serata..."

"Va bene, fa come vuoi. Ma la botta che hai preso non è una cosa da nulla, devi riposare..."

"Oh no, sto bene... devo andare alla villa... che ore sono?"

"Sono le 7.30. Ma per oggi non è meglio che resti qui a riposarti?"

"Juliana, grazie ma sto bene. E poi non posso saltare troppi giorni di lavoro. Donna Pilar mi ha appena aumentato la paga e non posso comportarmi da irresponsabile..."

"Eh va bene, vai. Però cerca di tornare un po' prima e di non stressarti troppo..."

"D'accordo, ora mi preparo e poi esco..." dissi a Juliana baciandole la guancia.

Arrivata alla villa mi guardavo intorno per cercare di intravedere don Ramòn ma niente. Era sparito.

Dopo aver fatto la solita visita alla signora, chiesi a donna Pilar dove fosse don Ramòn e lei mi rispose che era in un viaggio di lavoro molto importante e che era partito la notte precedente in fretta e furia.

Non ricordavo che don Ramòn mi avesse parlato di un viaggio di lavoro, ma forse la botta in testa mi aveva fatto scordare anche quel particolare; comunque alla fine decisi di non pormi tante domande, di ringraziare la signora per l'informazione e di andarmene verso casa.

Scendendo le scale della villa, ero sovrappensiero, stavo cercando di ricordare cosa fosse successo la sera prima dopo la caduta, ma ancora non riuscivo a ricordare.

A ridestarmi dai miei pensieri ci pensò don Raul che in evidente sovrappensiero anche lui, si scontrò con me facendomi cadere la borsa dalle mani.

"Oh perdonami tanto Alicia, non volevo..." disse aiutandomi a raccogliere la borsa da terra. Mi inchinai pure io e le nostre mani si toccarono. Un tocco lieve che fece sì che io e don Raul ci guardassimo dritti negli occhi. I suoi occhi grigio intenso guardavano profondamente i miei come se volesse leggermi nel pensiero.

Poi mi risollevai e don Raul mi ridiede la borsa.

"Caspita ma che ti sei fatta, lì sulla fronte... è una brutta ferita..." disse l'uomo guardando l'enorme livido sulla mia fronte.

"Oh niente sono solo inciampata ieri sera per strada. Colpa della mia goffaggine..." dissi inventando una scusa.

"Beh dovresti fare più attenzione, mi dispiacerebbe molto che ti facessi male sul serio..." disse con premura "Comunque Alicia ora che ti vedo colgo l'occasione per farti una proposta: che ne dici se un giorno andiamo a prenderci qualcosa? Magari ad una caffetteria... che ne diresti di domani mattina? Prima che tu venga qui a lavorare andiamo a fare colazione e poi sarò io stesso ad accompagnarti. Cosa ne pensi?"

"Certamente don Raul, mi farebbe molto piacere passare del tempo con lei..."

"Perfetto, allora ci vediamo domattina alle 7.00 in punto davanti la pensione dove alloggi?"

"Va bene signore, a domani..."

Quella proposta da parte del signor Raul mi colse un poco alla sprovvista. Non era usuale vedere un signore che invita a far colazione a una semplice levatrice di città. Ma dato che don Raul aveva sempre stuzzicato la mia curiosità, avevo intenzione di conoscerlo un po' meglio, e quale migliore occasione di farlo davanti a una bella tazza di caffè bollente?

Don Raul salì le scale diretto al secondo piano e io le scesi diretta all'uscita della villa.

Come una rosa bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora