Le parole di donna Pilar mi avevano fatta agitare molto, io avevo mantenuto la calma alla perfezione, ma dentro di me un pizzico di timore lo provavo; la minaccia che mi fece era molto grave.
Dirigendomi verso il salone, vidi Raul che con lo sguardo, stava cercando di trovarmi in mezzo alla folla; poi mi vide: "Alicia, tesoro, ma dove sei stata? È da un bel po' che ti cerco..."
"Amore scusa, hai ragione, mi sono trattenuta troppo in bagno, sai com'è, noi donne..."
"Va bene non fa niente, gli invitati stanno iniziando ad andarsene, volevo che ci congedassimo insieme da loro, la festa è finita..."
"Va bene, rimedio subito, verrò con te a salutare gli ultimi ospiti rimasti, poi mi accompagni alla pensione d'accordo?"
"Oh no, è molto tardi, se vuoi puoi rimanere a dormire qui, sai nella mia stanza c'è un letto comodo che ci aspetta" disse sussurrandomi nell'orecchio.
"Raul, vuoi che a tua madre venga un infarto? Sarebbe troppo per lei scoprire che dormiamo insieme e per di più sotto il suo stesso tetto; diamole tempo per farle metabolizzare la notizia del nostro matrimonio..."
"E va bene, hai ragione. Ma sappi che non potrai sfuggirmi per sempre, prima o poi sarai mia..."
"Ma io sono già tua..." dissi rivolgendogli un sorriso provocatorio.
"è vero, ma non ancora del tutto, hai capito cosa intendo. Ora andiamo o gli ultimi ospiti rimasti se ne andranno..."
Mi prese per mano e andammo ad augurare buon rientro agli invitati che piano piano stavano lasciando la villa. Una volta che tutti se ne erano andati, Raul mi accompagnò in una delle stanze degli ospiti della tenuta; appena si entrava nella stanza, si poteva vedere un enorme letto a baldacchino con lenzuola candide e pulitissime, i mobili pregiati in legno massello, davano alla stanza un aspetto regale e fine; si poteva sentire il buon odore delle lenzuola appena lavate e il profumo del legno dei mobili che evidentemente erano stati utilizzati pochissimo.
"Bene questa è la tua stanza, sicura che non vuoi venire a dormire da me?" disse Raul cercando di convincermi a pernottare nella sua stanza.
"Raul, ne abbiamo già parlato, non insistere, avremo tempo per fare tutto, non corriamo troppo, ti prego sii comprensivo..." dissi io accarezzandogli la guancia.
"Va bene, come vuoi tu amore mio. Non vedo l'ora che diventi mia moglie, così potrò averti al mio fianco durante tutte le ore della giornata"
"Anch'io non vedo l'ora, ma adesso dobbiamo andare a letto, domani ci aspetta un lungo viaggio"
"Buona notte..." disse Raul dandomi un bacio sulle labbra.
"Buona notte..." dissi io perdendomi nel suo sguardo.
La mattina dopo, prima di partire verso la Francia salutammo donna Pilar e donna Elena, don Ramòn invece, era uscito di tutta fretta all'alba per questioni di lavoro; anche se io era vivamente convinta che se ne fosse andato prima per evitarmi. In fondo era meglio così, io non vedevo lui e lui non vedeva me. Donna Pilar augurò buon viaggio al figlio e a me non degnò manco di uno sguardo. Elena invece quella mattina era di ottimo umore, ci abbracciò e ci fece delle raccomandazioni per il viaggio che durò ben 6 giorni. Durante questi sei giorni Raul mi fece visitare i vari posti della Francia per i quali eravamo di passaggio. Visitare un paese diverso dalla Spagna era bellissimo, non avevo mai viaggiato prima e ammirare le enormi distese di verde francesi e il paesaggio suggestivo mi fece innamorare perdutamente di quella terra.
"Raul, questi posti sono magnifici, vorrei vivere qui un giorno, se sarà possibile..."
"E non hai ancora visto l'Italia! Se vuoi possiamo andarci in viaggio di nozze, così valuti bene il paese in cui vivere..."

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Come una rosa blu
Romance•Completa• Primi anni del 1900; Alicia Castro, una giovane ed ambiziosa ragazza proveniente da un paesino vicino al mare nel nord della Spagna, decide di trasferirsi a Madrid per cambiare vita in seguito ad una tremenda delusione d'amore. Qui incon...