"Alicia, amica mia, non ce la faccio più a vederti così giù di corda, è passata una settimana e tu ancora non hai fatto niente per smascherare quell'uomo orribile, tra l'altro stasera si terrà la festa e Raul noterà che qualcosa non va. Non fai altro che respingerlo, pover'uomo!" disse Juliana accarezzandomi i capelli mentre eravamo sdraiate entrambe sul mio letto.
"Juliana dimmi, cosa posso fare? Chi crederà a una povera levatrice come me? Don Ramòn è un uomo ricco e potente, avrà alle sue spalle i migliori avvocati della città, perderei di sicuro la causa. Per quanto riguarda Raul non voglio vederlo, proprio perché voglio evitare che lui venga a scoprire tutto questo; andrebbe a finire sicuramente in tragedia"
"Si ma stasera c'è il ballo, come puoi evitarlo? Sarai la sua accompagnatrice!"
"Stasera mi mostrerò felice e spensierata, come se niente fosse successo. Non lascerò che don Ramòn rovini una delle serate più belle per me e Raul. Piuttosto andrò a parlare con Ramòn, voglio sentire direttamente da quella sua lurida bocca cosa mi ha fatto e se avrà ancora il coraggio di negare o se dirà la verità..."
"Starai scherzando spero?"
"Affatto, anzi ci vado subito!" dissi convinta. Volevo arrivare in fondo a quella questione; e don Ramòn doveva guardarmi dritta negli occhi mentre confessava ciò che aveva fatto.
"Alicia, ti prego non andare!" disse Juliana gridandomi da dietro, ma era troppo tardi, io ormai ero uscita dalla pensione e mi stavo dirigendo alla tenuta per affrontare la realtà dei fatti e per vedere negli occhi il mostro che mi aveva violata.
"Adelina, sto cercando il signor Ramòn, è in casa?" chiesi molto agitata alla domestica appena arrivata alla villa.
"Si, è nel suo studio, ha detto che non vuole essere disturbato, è molto occupato. Ma dimmi, va tutto bene? Ti vedo agitata..." mi domandò scrutandomi preoccupata.
"Oh si, va tutto alla grande" mentì.
"Alicia non puoi andare!" mi urlò da dietro la ragazza vedendomi diretta allo studio del suo signore, ma io non la sentì, continuai spedita e senza neanche bussare spalancai la porta ed entrai. Seduto dietro la scrivania a controllare delle scartoffie, c'era l'uomo che più odiavo al mondo, era talmente concentrato che il mio piombare di soprassalto nella stanza lo spaventò, poi appena mi vide riuscì a captare un cenno di scocciatura sul suo volto.
"Oh bene, quindi ora ti scoccia pure vedere la mia faccia dopo quello che mi hai fatto?" dissi urlando
"Alicia di cosa stai parlando, ancora con questa storia? Ti prego di uscire e di urlare meno, non vorrei mai che qualcuno ci sentisse. Tra poche ore inizierà la festa e non posso perdere tempo con te, sono molto impegnato..." disse con aria di totale menefreghismo.
"Oh no, tu invece ora mia starai a sentire" dissi io chiudendo la porta dello studio in modo tale che nessuno sentisse la nostra discussione.
"So tutto mio caro Ramòn. Come hai potuto farmi questo?"
"Alicia, sembri una pazza. Te lo chiedo per l'ultima volta. Esci!"
"Una pazza dici? Perché è da pazzi dire che tu mi hai violentata, sfruttando della mia perdita di memoria per raccontarmi un sacco di bugie?! Questo si che è da matti!"
"Alicia, sono molto pentito di quello che ho fatto. Ti giuro non volevo. Eravamo entrambi ubriachi..."
"No, tu mi hai drogata!"
"Si, ma ti giuro che sono molto dispiaciuto... perdonami"
"Credi che le tue scuse mi bastino? Pagherai per tutto ciò che mi hai fatto. Per prima cosa andrò a parlare con vostra suocera; vediamo cosa ne pensa, poi starà a lei decidere se dirglielo a tua moglie, anche se credo proprio di si, una madre non vuole che la propria figlia passi il resto della sua vita con uno stupratore!"

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Come una rosa blu
Romance•Completa• Primi anni del 1900; Alicia Castro, una giovane ed ambiziosa ragazza proveniente da un paesino vicino al mare nel nord della Spagna, decide di trasferirsi a Madrid per cambiare vita in seguito ad una tremenda delusione d'amore. Qui incon...