Mi tremavano le mani ma presi coraggio e, rompendo il sigillo di ceralacca nera, aprì la lettera e iniziai a leggere. Era scritta a macchina.
"Signorina Castro, so che è alquanto confusa nel leggere questa lettera e che sia anche abbastanza spaventata, ma non temete, se farà tutto ciò che le dirò non le succederà nulla, glielo prometto.
Chi le scrive è il GUFO, le ho fatto recapitare questa lettera per mettermi in contatto con lei in modo tale da darci un appuntamento per poi incontrarci. Devo discutere con lei di un argomento molto delicato e dobbiamo parlare in un posto molto riservato.
Ci incontreremo domani sera alle 23.00 in punto sulla strada sterrata che porta all'uscita di Madrid. Lì nessuno ci disturberà.
Confido molto nella sua intelligenza e che lei si presenti; altrimenti mi ritroverò costretto a mostrare a donna Pilar la foto che le ho spedito insieme alla lettera. Ovviamente non cerchi di strapparla perchè ne ho una copia, e non ne parli con nessuno nemmeno con la polizia. Non servirà a niente ogni suo tentativo di scappare da me.
A domani, signorina Castro, sono più che convinto che verrà e anche in perfetto orario."
Un brivido mi attraversò la spina dorsale, deglutì pesantemente e poi nascosi la scatola nel mio armadio.
Chi era quell'uomo? E che cosa voleva da me? Avevo deciso di non dire niente a nessuno, anche a Juliana. Dovevo essere una tomba e rispettare tutto ciò che il GUFO mi aveva detto.
Mi misi nel letto ma quella notte dormì poco e niente. Non riuscì a chiudere occhio, ero troppo agitata e non vedevo l'ora di incontrare quel tizio l'indomani.
La mattina seguente visitai donna Elena e feci finta che niente fosse successo. Mi mostrai molto serena e tranquilla e dopo la villa, passai il resto della mattinata a fare il mio solito giro di controllo alle donne gravide della città.
A pranzo Juliana aveva capito che qualcosa non andava, mi vedeva taciturna e pensierosa, non era da me.
"Amica mia, cos'hai? Sei strana oggi; è successo qualcosa alla villa per caso?"
"Non ho niente, alla villa le cose vanno alla grande, è che sono solo un po' stanca, tutto qui..."
"Se lo dici tu..." disse Juliana sparecchiando la tavola e fissandomi con occhio sospetto.
Il pomeriggio lo passai leggendo e rileggendo quella dannata lettera. Mi scervellavo nel tentativo di capire chi fosse il mittente ma non mi veniva in mente nessuno che ci avesse potuto fotografare o qualcuno che avesse un motivo per farlo...
Arrivate le 22.45 uscì dalla mia stanza, salutai Juliana e mi chiusi la porta della pensione alle spalle. A Juliana sembrò molto strano che io fossi uscita a quell'ora ma mi inventai la scusa di dover assistere ad un parto imminente e che dovevo andarci per forza. Forse avrei dovuto dirle la verità in modo tale che se mi fosse successo qualcosa lei avrebbe saputo dove cercarmi; ma a quanto avevo capito nessuno doveva essere a conoscenza di quella lettera e così decisi di rispettare i patti tra me e il GUFO.
Arrivata al punto d'incontro verso le 23.00 trovai un uomo molto alto con un completo elegante e con un cappello in feltro nero.
"Lei deve essere la signorina Castro, non è così?" disse l'uomo rivolgendosi a me
"Si, sono io..." dissi molto distaccata. Avevo molta paura ma come sempre non lo feci vedere.
"Bene, sono contento che sia venuta e che abbia rispettato i patti..."
"E lei come fa a sapere che io non abbia raccontato tutto a qualcuno?" dissi spavaldamente.
"Ho occhi e orecchie dappertutto io, signorina. Se avesse detto qualcosa a qualcuno sicuramente non starebbe qui difronte a me"

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Come una rosa blu
Romance•Completa• Primi anni del 1900; Alicia Castro, una giovane ed ambiziosa ragazza proveniente da un paesino vicino al mare nel nord della Spagna, decide di trasferirsi a Madrid per cambiare vita in seguito ad una tremenda delusione d'amore. Qui incon...