Capitolo 19

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La mattina seguente io e don Raul facemmo colazione insieme, alla pensione. Donna Ines ci scrutava con sguardo sospetto e non ci toglieva gli occhi di dosso manco per un istante.

"Ecco a voi signori" disse Juliana portandoci tutto ciò che avevamo richiesto per la colazione facendomi un occhiolino.

"Wow, certo che in questa pensione ti trattano benissimo. Si mangia divinamente"

"Già, donna Ines e sua nipote Juliana sono le migliori..."

"Lo vedo..." finì dicendo don Raul iniziando a mangiare

"Tesoro, alla fine non mi hai più parlato nello specifico della festa. Per quale evento importante state organizzando questo ricevimento?"

"Oh già..." disse Raul inghiottendo il boccone di tortilla che aveva addentato "hai ragione, ieri andavo di fretta e non ti ho spiegato tutto per bene. In pratica stiamo organizzando questa festa in quanto vogliamo inaugurare nuove banche in altri paesi esteri che ovviamente sono al di fuori della Spagna. Qui abbiamo già cinque banche che portano il nome della famiglia de Rojas e ora vogliamo iniziare a portare il nostro cognome anche all'estero come ad esempio in Francia e in Italia. Per questo verranno persone molto importanti dai paesi che ti ho detto e il giorno dopo il ricevimento partiremo insieme per firmare dei documenti che ci daranno la possibilità di portare a termine quest'impresa. La festa è solo un modo per celebrare ciò che abbiamo realizzato con molti sacrifici nel corso di molti anni. Don Cesar si trova già in Francia, a Parigi, e noi lo raggiungeremo il giorno dopo..."

"Hai detto noi?" chiesi stupita

"Oh beh si... ho dato per scontato che tu volessi accompagnarmi in questo viaggio, staremo fuori solo tre giorni tranquilla, non porterò via del tempo prezioso al tuo lavoro; sempre che tu voglia venire, questo è chiaro..."

"Mi stai proponendo di fare il nostro primo viaggio insieme?" urlai eccitata

"Certo, sempre se per te non è un problema..."

"Ma certo che no! Ti accompagnerò con molto piacere. Finalmente visiterò un paese diverso dalla Spagna!" dissi sognante.

"Vuoi dire che non sei mai uscita dalla Spagna?" chiese al quanto sconcertato don Raul

"Beh vedi, non tutti nascono ricchi come te, mio caro don Raul" dissi con tono ironico

"Bene, allora farò in modo che questo tuo primo viaggio sia speciale amore mio. Sarà l'inizio di una lunga serie..."

"Oh come sono felice! Non vedo l'ora!"

"Vedo che sei molto entusiasta di questa mia proposta. Mi fa piacere..."

"E come posso non esserlo! Ogni posto è bello se ci sei tu con me, che sia la Spagna, la Francia o l'Italia, non importa. A me importa solo starti accanto"

Don Raul mi guardò con sguardo penetrante, poi si avvicinò a me per baciarmi ma quando le nostre labbra stavano per toccarsi, donna Ines si precipitò dritta al nostro tavolo e ci staccò.

"Nella mia locanda niente smancerie, andate in un luogo più riservato!" strillò la donna con tono di rimprovero.

"E dai nonna, non essere antiquata. Questi due giovani si amano. Lasciali in pace" Disse Juliana avvicinandosi e portando la nonna con sé nell'altra stanza. Poi la ragazza si girò verso di noi e vidi le sue labbra che si mossero in un sussulto e mi parve di cogliere il verbo "Continuate" tra i suoi movimenti labiali.

Io e Raul ci guardammo e ci scambiammo un sorriso. Poi mentre finivamo di mangiare, mi venne in mente che potevo chiedergli di quel garzone che accompagnò me e Ramòn quella sera in quel parco nascosto.

Come una rosa bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora