Capitolo 18

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Settembre lasciò il posto ad Ottobre. Il freddo iniziava a farsi sentire e le strade erano adornate di vivacissimi tappeti di foglie colorate. L'autunno aveva fatto definitivamente il suo ingresso nell'anno 1911. Un anno che per me si era, e si continuava a rivelare abbastanza complicato, ma a rallegrarmi le giornate ci pensava Raul.

Io e don Raul avevamo continuato a frequentarci, e nel giro di un mese eravamo diventati molto affiatati. Uscivamo per lunghe passeggiate il pomeriggio tardi, quando il sole iniziava a tramontare, e mi veniva a prendere la mattina presto per fare colazione insieme per poi darmi un passaggio fino alla tenuta de Rojas in modo tale che potessimo usufruire di quei pochi minuti di carrozza dalla città alla tenuta per continuare a stare insieme.

Nonostante sembrasse che le cose incominciassero a migliorare, a rovinare il tutto vi erano i numerosi, e sempre più frequenti, incubi che facevo dopo la caduta e la botta alla testa. Mi vedevo sdraiata su un letto con un ombra scura molto possente che mi sovrastava impedendomi di muovermi e che mi faceva del male.

Malgrado io mi sforzassi di ricordare chi fosse quell'enorme ombra che incombeva su di me non riuscivo a fare luce sulla situazione; ciò che sapevo con certezza era che la storia del signor Ramòn mi puzzava e non poco. Sapevo che non diceva la verità e dovevo fare di tutto per scoprirla.

"Alicia, vorrei parlarti un attimo..." disse Raul prendendomi per mano mentre stavamo nella mia stanza seduti sul letto (ovviamente donna Ines non sapeva niente di tutto ciò. Se fosse venuta a conoscenza che nella sua pensione c'era un uomo e per giunta nella mia stanza, si sarebbe fatta una strana idea su di me) "Devo farti una proposta..."

"Raul mi stai mettendo agitazione, sai che non sopporto troppo la suspense; non sarà qualcosa di male spero?" dissi io agitata

"No, niente di male" affermò tranquillizzandomi, poi continuò dicendo: "Voglio proporti di farmi da accompagnatrice alla festa che avrà luogo la prossima settimana alla tenuta di mia madre. Sai, ormai è un po' che ci frequentiamo e vorrei presentarti a tutti, compresa la mia famiglia, come mia fidanzata a tutti gli effetti" disse guardandomi dritto negli occhi.

Quelle parole mi fecero molto felice, solo che poi pensai alla gente. Cosa avrebbero detto le persone? Un signore che si fidanza con una semplice levatrice. Le differenze sociali erano abbastanza evidenti in fondo.

"Raul, io accetterei molto volentieri, ma cosa penserà la gente e la tua famiglia?"

"Alicia, a me non importa cosa dice la gente" disse tenendomi tutte e due le mani nelle sue "A me importa solo di te. Se tu hai piacere ad accompagnarmi, ti prego, vieni...; non pensare a ciò che dirà la gente. E riguardo a mia madre non farti problemi, ha già acconsentito le nozze di mia sorella Elena con Ramòn figuriamoci se farà storie su di noi. Se rifiuti ci andrò da solo, capisco la tua situazione..."

"No, hai ragione! Non posso permettere che il giudizio delle persone abbia la meglio. Io verrò a quella festa con te, costi quel che costi. Quindi accetto" dissi decisa

"Brava amore mio!" strombazzò all'improvviso Raul dandomi un bacio sulla guancia "Non sai quanto ti amo! La prossima settimana tutta Madrid saprà che noi due stiamo insieme!"

"Va bene tesoro, calmati adesso. Ora devo provvedere al vestito..."

"Puoi venire anche in camicia da notte, per me sei sempre bellissima" disse sorridendomi.

"Ma cosa dici!" dissi io facendo un sorrisetto alquanto imbarazzato. Raul non faceva altro che farmi complimenti; mi faceva sentire donna a tutti gli effetti. Mi faceva sentire speciale...

"Dico quello che ho detto, che per mei sei e sarai sempre bella come una rosa"

"Mi farai montare la testa un giorno con tutti i complimenti che mi rivolgi" dissi io ironicamente.

"So che non lo faresti mai, sei troppo pura per abbassarti a simili sciocchezze. Comunque ora vado. Il tempo stringe e io devo tornare a lavoro. Ci vediamo domani" disse dandomi un altro bacio.

"A domani..." dissi chiudendomi la porta alle spalle con aria sognante.

Già mi immaginavo alla festa accanto a Raul. Affianco all'uomo che amavo e che mi faceva battere il cuore. Il resto non mi importava, ciò che era davvero importante era che finalmente io e Raul saremmo diventati una coppia a tutti gli effetti e che potevamo dimostrare il nostro amore anche alla tenuta, senza il bisogno di nasconderci in qualche stanza remota per trovare un po' di privacy. Mi sentivo invincibile e sentivo anche che niente ci avrebbe ostacolati.

Quella notte rifeci sempre lo stesso incubo che mi tormentava da più di un mese ormai. Mi svegliai molto presto in preda al terrore. Ero tutta sudata, la mia camicia da notte era fradicia e il cuscino pure.

Non riuscì più a prendere sonno e quindi decisi di andarmi a fare un bagno rigenerante per sciogliere i nervi.

Raul era al corrente di questi miei incubi che mi tormentavano ma sosteneva che ero solamente troppo stressata per via del mio lavoro.

Quella mattina a colazione Juliana vide che ero più inquieta del solito. Anche lei era al corrente della causa della mia insonnia.

"Alicia, amica mia, cos'hai? Stamattina hai proprio una brutta cera..." disse addentando una magdalena.

"Oh... è che sono molto stanca. Stanotte non ho chiuso occhio, per via degli incubi..."

"Ancora con questi incubi! Alicia, ormai non sono più dei semplici sogni angosciosi, ma stanno diventando sempre più frequenti e sempre più assillanti. Ogni mattina che passa sei sempre più stanca e distrutta. Devi cercare di fare qualcosa..."

"E cosa potrei fare? Sono convinta che con tutto questo c'entra don Ramòn..."

"Alicia, sono sicura che puoi arrivare a scoprire la verità in un altro modo... anche senza l'aiuto di don Ramòn..."

"E come?" dissi affranta "Se c'è una soluzione trovamela perché io veramente non ne posso più! Continuo a sognare questa enorme ombra che mi opprime e che mi toglie il fiato..."

"Ok, calma. Riflettiamo..." disse Juliana giocherellando con i suoi capelli rossi. Era il suo modo per concentrarsi; io invece feci un lungo respiro profondo in modo tale da tranquillizzarmi.

"Ci sono!" a Juliana le si illuminarono gli occhi "Sulla carrozza, quella sera, vidi anche un facchino, un garzone per meglio dire, che guidava la carrozza..."

"Si, giusto. Ora che mi ci fai pensare è vero; è stato tutto il tempo a vigilare la carrozza..."

"Benissimo! Quindi adesso abbiamo la chiave per scoprire cosa è successo veramente quella sera. Devi solamente trovare quell'uomo e chiedergli come sono andate davvero le cose, se la versione di don Ramòn è vera e se lui sa qualcosa..."

"Si, e come faccio a trovarlo, dimmi?"

"Beh, sicuramente lavorerà ancora alla villa come facchino o come garzone. Quando finisci la tua visita alla signora cerca di trovarlo; è semplice..."

"Come farei senza di te amica mia! Grazie mille!" schiamazzai saltandole al collo per abbracciarla "Finalmente posso mettere fine a questo incubo! O almeno lo spero..."

"Ma si... vedrai che quell'uomo ha tutte le risposte che cerchi..." disse Juliana rivolgendomi un sorriso rassicurante e dandomi una pacca sulla spalla.

Come una rosa bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora