Capitolo 82 - Tieni a me?

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L'idea di fondare un esercito era altamente rischiosa, ma non potevamo permetterci di essere impreparati all'eventuale arrivo del Signore Oscuro, anzi, avevamo davvero bisogno di qualcuno che sapesse insegnarci qualcosa di concreto.
Una volta terminata la riunione eravamo rimasti in otto: io, Harry, Ginny, Hermione, Ron, Neville, Fred e George, che eravamo di ritorno a scuola.

«Innanzitutto ci serve un posto dove esercitarci che la Umbridge non possa scoprire» esordii mio fratello.

«La Stamberga Strillante?» propose Ginny.
«È troppo piccola» rispose Harry

«La Foresta Proibita?» provai io
«Non se ne parla nemmeno!» intervenne Ron, spaventato al solo pensiero.
Come non detto.

«Harry, e se la Umbridge lo venisse a scoprire?» domandò Neville

«Chissene importa! Voglio dire, è piuttosto eccitante, no? Infrangere le regole»
Non avevo sentito davvero quelle parole uscire dalla bocca della riccia, vero?

«Chi sei tu? Che ne hai fatto di Hermione Granger?» chiese basito Ron.
Lo eravamo un po' tutti, chi aspettava di sentir dire proprio a lei una cosa del genere.

«Comunque Cho non riusciva a toglierti gli occhi di dosso» feci notare ad Harry.
Ridacchiai, sapevo che avesse una cotta per la Corvonero. Lo vidi arrossire in maniera piuttosto evidente.

«Comunque, ognuno di noi in questi giorni deve farsi venire in mente un paio di posti dove esercitarci» rispose, cambiando discorso. Il solito!

Rientrammo velocemente nel Castello e avevo intenzione di passare del tempo con Draco, volevo raccontargli del piano, perciò mi stavo dirigendo in sala comune quando beccai una chioma color platino appoggiata a una delle finestrelle che dava sul cortile interno, sembrava intento a leggere qualcosa. Mi avvicinai toccando la sua spalla destra, mentre ero sulla sinistra, per farlo girare nella direzione sbagliata e poi piantarmi dinnanzi a lui.

«Ma come siamo simpatici oggi» ridacchiò squadrandomi da testa a piedi.

Sorrisi inevitabilmente anche io sotto il suo sguardo.
«Che leggi?» domandai curiosa, affacciandomi con la testa verso il libro che teneva tra le mani.

«Rune Antiche, studio per domani» mi informò accarezzando una delle pagine del manuale.

Ah Rune Antiche, che materia sottovaluta! In pochi la apprezzavano realmente come meritava.
«Sai che è una delle mie materie preferite?»

«Buon Salazar, questa materia può piacere giusto a te e alla Granger» rispose chiudendo violentemente il libro tra le sue mani.

«Solo perché voi non avete buon gusto, non puoi farcene una colpa»
E dopo aver ridacchiato ancora lo vidi fissarmi. Mi guardava e basta. Spesso mentre eravamo anche insieme agli altri, notavo che si fermava ad osservarmi, chissà che pensava.
«Senti Draco, volevo parlarti di una cosa»

«Dimmi tutto» rispose mettendosi comodo e rivolgendomi tutte le sue attenzioni.
Non lo nego, una parte di me era assalita dai dubbi: avrebbe tenuto la bocca chiusa? Potevo davvero fidarmi tanto quanto pensavo?

«Moon!» urlò una voce «Devi venire subito!» disse Hermione correndo nella mia direzione con l'affanno nella voce.

«Arrivo!» urlai di rimando, vedendola piuttosto allarmata.
«Ci vediamo stasera sul ponte?» domandai rivolgendomi a Draco.

«Si, va bene»
Così lo congedai e raggiunsi la riccia.

«Che succede?» chiesi spaventata.

«Andiamo» mi trascinò per il polso «Guarda!»
Eravamo davanti a una porta mai vista, vi erano i gemelli Weasley con Ron, Harry e Paciock.
«Ce l'hai fatta Neville, hai trovato la Stanza delle Necessità»

«La.. cosa?» chiese Ron,

«È anche nota come la stanza va e vieni» rispose la riccia «La Stanza delle Necessità appare solo quando c'è qualcuno che ne ha realmente bisogno e ha sempre tutto quello che serve a chi la cerca»

«Quindi diciamo che avevi bisogno del bagno» affermò il rosso. Che carino.

«Delicato Ronald» lo riprese la riccia «Ma si, questa è l'idea in generale»

«È magnifica!» affermò Harry «È come se Hogwarts volesse farci combattere»
Aveva ragione, eravamo decisamente pronti.

*

La sera arrivò in fretta dopo la scoperta fatta e ci trovammo in poco tempo a cenare nel banchetto della Sala Grande, con in sottofondo le interessantissime chicchere dei miei compagni di casa.

«Piton stamani era di pessimo umore» spiegava Blaise, mentre addentava un pezzo del suo tacchino arrosto.

Cercavo di seguire i loro discorsi ma la mia mente cercava solo di elaborare un bel discorso da poter fare al biondo. La mia gamba destra tremava incessantemente sotto il tavolo.
«Va tutto bene? Ti vedo pensierosa» mi disse Draco vicino l'orecchio, poggiando una mano sulla mia gamba, cercando di arrestare il tremolio.

«Possiamo uscire?» domandai, lui, prontamente, annuì.
Ci allontanammo sotto lo sguardo attento della sala e dei miei amici del Grifondoro, in particolar modo mio fratello che probabilmente aveva intuito che stessi andando a raccontargli del nostro Esercito, infatti era proprio così.

Quando arrivammo al ponte io ero sempre più pensierosa, dubbiosa e incerta sul da farsi.
«Se non si sono fatti strane idee vedendoci uscire insieme, sta pur certa che non se le faranno mai. Potter dev'essere una cosa seria, ti vedo così turbata. Che hai?» domandò preoccupato.

«Mal di testa»

«Potter, non raccontarmi balle» mi rimproverò immediatamente. Odiavo il modo in cui era sempre così attento a ogni mio minimo gesto o movimento.

«Sto bene»

«Parlami» mi sussurrò, avvicinandosi pericolosamente a me.

«Ma se io ti raccontassi una cosa, terresti la bocca chiusa?»

«Io non tradisco mai le persone a cui tengo»
Draco Malfoy stava forse ammettendo di tenere a me? Doveva essere forse un sogno.

«Stai dicendo che tieni a me?»
Lo vidi avvicinarsi a me, avvolgendo le braccia intorno al mio collo e schiacciando il mio viso contro il suo petto.

«Si ma dirlo a nessuno» mormorò ironicamente facendo colorare un sorriso sul mio volto.
Era una continua sorpresa quel ragazzo.

Piccola Mezzosangue 3 || Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora