«So che hai riconosciuto il posto» mi sorrise il biondo, mentre attraversavamo le scale.
Cavolo se l'avevo riconosciuto.«Se ci beccano siamo finiti» mormorai ridacchiando.
«Da quando una Potter non infrange le regole?»
«Infrango solo quelle che vale la pena abolire, non ha senso sennò»
Mi sorrise senza spiccicare una parola e nemmeno io aggiunsi nulla, consapevole di avere semplicemente ragione.Continuammo a salire fino alla torre più alta del castello, quella di Astronomia ovviamente. Non c'erano dubbi che mi avrebbe portata proprio lì.
«Non è rilassante?» chiese dopo pochi minuti dal nostro arrivo.
Ridacchiai guardandolo, era così spontaneo che sembrava quasi assurdo che fosse così.. se stesso.
«Che hai da ridere?»«Niente niente» replicai sorridente.
«Ma domani iniziano le vacanze di Natale»«Eh già»
«Ma ci vedremo in questi giorni?» chiesi senza pensarci.
Merda. Ma che accidenti avevo detto? Come mi era venuto in mente? Era palese, evidente che non avremmo potuto.«Moon sai come la pensa la mia famiglia sulla tua, quindi-»
«Hai ragione perdonami, è stata una proposta schiocca» ammisi, nella maniera più sincera possibile.
La sua famiglia detestava la mia, suo padre probabilmente era ancora un Mangiamorte (almeno da quel che diceva Harry), cosa mi aspettavo? Un invito a casa Malfoy?"Ei mamma, stasera a cena viene Moon Potter. Si, la sorella di Harry Potter, sai, il ragazzo che da sempre l'uomo in cui la nostra famiglia ripone più fiducia vuole uccidere.. si, ma niente di serio"
Sarebbe andata più o meno così.«Moon» mi richiamò prendendomi il viso «Hai questo brutto vizio di non lasciar finire le persone mentre parlano»
Soffiò pronunciando le ultime parole e un sorriso dolcemente sincero gli si dipinse sul viso, occupando il posto che solitamente possedeva il ghigno.
«Intendevo dire che sicuramente non posso invitarti al Manor, come immagino io non sia il benvenuto a casa tua o dai Weasley. Il che non mi dispiace più di tanto, posso solo immaginare la pattumiera in cui vivono»Dopo l'affermazione lo fulminai con lo sguardo, non volevo sentire le sue spropositate considerazioni sui miei amici o sulle loro famiglie, ma a volte dimenticavo le rivalità storiche tra di loro.
A seguito di qualche semplice risata rimanemmo per minuti interminabili ad ammirare il panorama da lì, seduti sugli scalini di legno che circondavano la struttura alle nostre spalle in ferro battuto.
«Posso farti una domanda?» chiesi all'improvviso.«Sentiamo»
«Perché stiamo parlando?»
Sembrava spiazzato dalla domanda, probabilmente anche altrettanto confuso.
«Voglio dire, perché mi hai portato qui? Perché stiamo parlando? Perché siamo amici?»«Amici eh Potter» mormorò curvando le labbra in una linea a metà tra in sorriso e, ovviamente, un ghigno malefico.
«Cosa vuoi che ti dica? Mi trovo bene con te, il che mi fa parecchio strano, viste le tue origini, ma c'è qualcosa in te che mi fa sempre uno strano effetto»Sorrisi a quelle parole, ebbi una scarica di brividi all'idea dell'effetto che potevo suscitare in lui. Oh, solo avesse saputo l'effetto che lui faceva a me...
«Lo sai vero che sono una Mezzosangue? Sorella di Potter? No te lo ricordo perché magari hai perso la memoria e stai vaneggiando»
«Stupida» mormorò ridacchiando assieme a me.
«Avevi ragione tu, non centri niente con lui»«Non è un rifiuto umano come credi tu»
«Non penso questo»«Forse sei un po' invidioso?» azzardai a chiedere, immaginando che mi avrebbe preso a cinghiate per aver posto quella domanda.
«In realtà è semplicemente fastidio, qui ad Hogwarts sembra l'abbia sempre vinta lui»
«Non è così, credimi, non è facile nemmeno per lui. E l'unico che sbaglia qui è Silente, la colpa è sua e di nessun altro, andiamo dai, lo evita invece di dargli spiegazioni. Che razza di comportamento è?» sbottai furiosa.
Draco non se ne era reso conto probabilmente, ma a me il preside non era mai andato a genio, Harry si fidava così tanto di lui e continuavo a non capirne il perché dato che erano più le volte in cui lo lasciava solo che quelle in cui effettivamente lo aiutava.«Sarebbe bello se Piton diventasse preside»
«Dai ora non esageriamo» ridacchiai «Stimo Piton, ma il più delle volte è ingiusto e mi crea un ansia che non ti dico»
«Sei esagerata» ribatté.
«Facile per te che sei il suo preferito nonche il più bravo della classe in Pozioni, hai superato persino la Granger» sbuffai «Io vorrei solo la McGranitt come preside»
«Sei matta? La Capocasa Grifondoro?»
«Lei è imparziale almeno, non come Silente»E così rimanemmo a chiacchierare sotto la luce della luna fino a vedere le prime luci dell'alba e capimmo che era ora di tornare in dormitorio per preparare i bagagli. Speravo quella notte non sarebbe mai passata.
*
Arrivammo in sala comune e ci dirigemmo nelle rispettive stanze, svegliai Pansy e parlammo del più e del meno mentre piegavamo gli abiti.
«Guarda che durante le vacanze devi mandarmi qualche gufo perlomeno»
«Lo farò, stai serena» risi «Tu mi raccomando, fa la brava»
«Io sono sempre brava» disse facendomi la linguaccia.
Chiudemmo tutto e scendemmo per fare colazione. Dopodiché il Preside fece il suo congedo di saluto e lasciò andare chi tornava a casa per Natale, dando ulteriori indicazioni a chi invece rimaneva ad Hogwarts per le feste.In sala comune avevano organizzato un piccolissimo banchetto giusto per salutarci qualche ora prima della partenza, alla fine sarebbe stato poco tempo da trascorrere lontano ma sentivo già la mancanza di quel castello che ormai era la mia vera casa.
«È un peccato che la tua famiglia non sia amiche delle nostre, il primo dell'anno lo trascorriamo sempre insieme» disse Theo sgranocchiando le sue patatine.
«Ma potresti venire ugualmente» chiese Pansy speranzosa.
«Se ci sono le vostre famiglie, ne dubito» affermai sconsolata
«Dai che tanto sono solo due settimane» ci incoraggiò Blaise.
Non aveva tutti i torti in realtà, ma il pensiero di non vedere Draco per tutto quel tempo mi rattristiva inevitabilmente.«Andiamo» disse il biondino tirandomi il braccio, non dandomi nemmeno modo di ribattere.
«Dove andiamo scusa?» ridacchiai. Non mi rispose, mi portò in un angolino buio della sala.
«Perché ci siamo appartati?» risi ancora.
Mi prese per i fianchi avvicinandomi a lui, baciandomi più intensamente del solito. Era spettacolare, il bacio si, ma sopratutto lui.«Ho immaginato ti servisse la ricarica per questi giorni»
«Ah si immagino» risposi ironicamente, colpendogli il petto «Sono io che ti mancherò da morire»
«Si ma anche io ti mancherò» disse sicuro di se.
«Dici? E cosa te lo fa pensare?»
«Lo so e basta»«Magari ti sbagli»
«Ah si? Io? No Potter, io non sbaglio mai»
Iniziò ad avvicinarsi pericolosamente, prese a baciare le mie guance fini a scendere al mento e al collo, tracciò una scia di baci languidi fino all'attaccatura del mio maglione, circa sulla clavicola. Quando si staccò avevo le farfalle nello stomaco e lo sguardo completamente perso, probabilmente lo notò dato che scoppiò a ridere.«Ciao Piccola Mezzosangue»
E per la prima volta lo disse davvero in maniera dolce, era già successo due me lo dicesse scherzando ma mai così di cuore, non capii come una cosa che inizialmente era così spregevole divenne poi qualcosa di addirittura quasi romantico, in quel momento lo ammisi a me stessa: mi ero davvero innamorata di Draco Malfoy.
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Piccola Mezzosangue 3 || Draco Malfoy
RomanceTERZO LIBRO DELLA RACCOLTA "Piccola Mezzosangue" *** L'adolescenza si sa, non è mai un periodo facile, ma se ai problemi di cuore si aggiungono draghi, creature marine e maghi cattivi, senza dubbio la situazione non migliora. Il quarto anno di Moon...