Capitolo 1

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"Venite tutti qui" radunai il mio gruppo nella sala riunioni del nostro edificio, lí dove passiamo la maggior parte del nostro tempo e dove ci occupiamo di molti affari.

Sono Logan, Logan Anderson, ho 24 anni e sono il capo della mia gang, una delle gang più temute di Los Angeles, ma non solo, siamo conosciuti come i Black Angels, con noi nessuno ne esce vivo soprattutto se toccano ciò che è mio, una delle regole molto importanti per me è "tocca ciò che è mio o tocca ciò che mi appartiene e ti uccido", nessuno osa sfidarmi, nessuno tranne uno, James Cooper, il mio più grande nemico, capo dei Demons.

Già dalle nostre famiglie, che poi hanno ceduto il loro potere a noi, c'era solo odio reciproco, noi siamo cresciuti con quest'odio, un'odio presente da generazioni, non abbiamo mai capito il perché, precisamente, ma sicuramente per via del territorio e degli affari. Io e James una volta eravamo migliori amici, ci conoscemmo a scuola, non ci fregava poi così tanto il fatto di essere rivali, ci volevamo bene davvero, avremmo fatto di tutto l'uno per l'altro, ma un giorno a causa di un'evento, di cui ora non ho voglia di parlare, tutto cambiò, da un giorno all'altro ed è proprio da quel momento che non ci rivolgemmo più la parola.

Andrò da lui per il semplice fatto che sia io che i miei ragazzi notammo, già da parecchi giorni, che i suoi stanno vendendo nel mio territorio e deve girare al largo se non vuole finire male.

"È successo qualcosa di urgente?" mi chiese il mio migliore amico, Trevor

"Andrò dai Demons per parlare con Cooper, deve capire che deve girare al largo, non mi piace minimamente che i suoi ragazzi vengano nel mio territorio per farsi i cazzi loro" ero incazzato a morte con lui

"Io vengo con te" mi disse mentre gli altri ragazzi mi guardarono annuendo e d'accordo con me

Ci avviammo verso la mia Lamborghini prendendo la strada per andare da quel coglione.

Arrivati li scendemmo dall'auto e all'entrata del loro edificio vidi i suoi ragazzi venirci incontro con delle pistole, risi e alzai le mani in segno di resa vedendo quella scena.

"Sono venuto in pace, devo solo parlare con Cooper di una cosa"

"È dentro, venite con me e poggiate le pistole sul tavolo, ora" disse alzando la voce

"Tranquillo amico, te le lasciamo volentieri, non ne abbiamo bisogno, queste fanno solo da contorno" dissi io con sorriso provocatorio in volto

Lui senza rispondermi e con sguardo infastidito ci portó dal suo capo, bussò alla porta e ci fece entrare.

"Che onore, Logan accompagnato dal suo braccio destro" disse James ridendo "cosa ti porta qui?" continuò sempre con quel cazzo di sorriso di merda

"Devi dire ai tuoi cazzo di ragazzi di allontanarsi dal mio territorio, sai quanto io odi che si avvicinino alle cose che mi appartengono" dissi alzando un po' il tono della voce

"Vedrò quello che posso fare, anzi vedrò quello che voglio fare, ma comunque non ne sapevo niente" mi rispose

A quelle parole strinsi i pugni e quando stavo per ribattere si aprì la porta da cui siamo entrati mostrando così la bellezza che era appena entrata in quella stanza, non avevo mai visto tanta meraviglia in vita mia, così tanta che solo a guardarla potei iniziare a sudare, aveva i capelli marroni proprio come gli occhi, delle labbra carnose e rosee e un corpo che dire meraviglioso fu poco, avevo la ragazza perfetta proprio in piedi davanti a me e credo proprio quel tipo di ragazza che chiunque vorrebbe avere al proprio fianco.

"James di chi è quella Lamborghini fuori?" chiese la ragazza sorpresa al coglione

"È mia" mi feci avanti

Lei si voltò verso di noi e puntando lo sguardo su di me sorrise arrossendo, così facendo mi fu facile capire che aveva intuito bene chi fu a parlare.

"Complimenti" mi disse sorridendo prima di voltarsi verso Cooper

"Le chiavi della mia macchina dove le hai messe?"

"Cazzo le ho lasciate a casa, me ne sono completamente dimenticato di prenderle, andavo di fretta, scusami" rispose

"Ma James, una volta che mi sono addormentata qui vedi che succede, ti ho anche chiamato per tre volte ricordandoti delle chiavi, ti ho chiesto una semplice cosa e non l'hai fatta, io devo andare a una festa e nessuno può accompagnarmi a casa, tantomeno tu che hai sempre da fare, chiamo qualcuno per farmi venire a prendere, idiota " disse lei salutandoci con un sorriso e uscendo dalla porta

"Andiamo anche noi, non voglio restare qui più di un altro minuto, ricorda ciò che ho detto, Cooper" dissi serio

"Vedremo Anderson, vedremo" mi rispose prima che uscissi definitivamente da quella porta

Ci dirigemmo verso l'auto e vidi la ragazza di prima, quella che parlava con James, seduta sul ciglio del marciapiede con il cellulare in mano intenta a chiamare qualcuno, mi avvicinai a lei presentandomi immediatamente.

"Ehi sono Logan, tu come ti chiami?"

"Madeline" rispose sorridendomi, ha un sorriso bellissimo

"Se vuoi ti accompagno io, c'è solo il mio amico con me, Trevor"

"No, tranquillo ora chiamo la mia migliore amica, mi verrà a prendere lei"

"Dai, non disturbare la tua amica ora, sali ti accompagno io, non mordo mica" dissi sorridendo facendo ridere anche lei che si stava alzando per avvicinarsi all'auto

Feci cenno a Trevor di mettersi dietro in modo che lei potesse stare avanti con me.

"Allora come conosci Cooper?" le domandai una volta salita in auto

"James è mio fratello" rispose tranquillamente

"Che? Cazzo" dissi grattandomi la fronte guardando il mio amico dallo specchietto

"Perché c'è qualche problema?" domandò stranita e spaesata

"No, nessuno, a parte il fatto che io sono Logan, Logan Anderson"

"E allora? so chi sei, mio fratello mi parla sempre di te, mi dice di starti assolutamente lontana, una volta mi fece vedere anche una tua foto nel caso ti saresti avvicinato a me, così da sapere che eri tu, ma a me non interessa, io non sono come mio fratello o come la mia famiglia e anche se dovrei, soprattutto a voi, per mia sfortuna non riesco a odiare nessuno e poi per quale motivo dovrei odiare persone che non conosco neanche" rispose lei con uno sguardo ovvio tutto d'un fiato

"Ah, quindi se ti chiedessi di uscire non rifiuteresti, giusto?" domandai

"Dovrei?" rispose sorridendo

Arrivammo a casa sua, dopo che lei mi diede le coordinate, prima che scese del tutto dall'auto la presi per il polso stringendomela quasi addosso, li feci l'occhiolino porgendoli il mio cellulare.

"Il tuo numero piccola"

Lei lo afferrò e lo scrisse per poi salutarci ed entrare in casa.

Trevor passó avanti e prima di premere l'acceleratore guardai il mio amico e commentai .

"Mai vista tanta bellezza in vita mia"

"Già tanta roba, amico, tanta roba, speriamo non sia come il fratello perché se così fosse è sprecata" rispose accendendosi una sigaretta

"Non è come il fratello, glielo si legge in faccia";

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