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LA TERZA PROVA


«Lumos»

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«Lumos»

Dalla mia bacchetta partì un fascio di luce che illuminò parzialmente il corridoio di siepi davanti a me. Il fragore della folla era completamente sparito. Presi un bel respiro, facendomi coraggio e procedetti con cautela per circa centocinquanta metri, trovandomi al primo bivio.

Imboccai istintivamente il sentiero a destra proprio mentre il secondo fischio partiva. Harry e Cedric erano entrati nel labirinto; accelerai appena, continuando ad avanzare. Svoltai a destra e poi ancora a sinistra, dove iniziai a sentire uno strano rumore, una specie di scatto. Raggiunsi la fine del corridoio che stavo percorrendo; mi inginocchiai al suolo e diedi una sbirciata dietro l'angolo.

Un enorme essere decisamente troppo familiare stava... be', non avevo idea di che cazzo stava facendo, in realtà. Sembrava stesse scavando per terra con la bocca, ma sospettavo che stesse cercando di mangiare qualcosa.

Ecco perchè Hagrid stava allevando gli Schiopodi. Merda...

Lo studiai attentamente, stringendo la bacchetta nella mano destra. Sembrava un enorme scorpione. Non riuscivo a distinguerne il sesso, il che mi metteva in una certa difficoltà visto che i maschi potevano sparare il pungiglione a distanza e le femmine succhiavano il sangue delle vittime con una specie di organo sulla pancia. La corazza era in grado, da quanto avevo appreso dalle lezioni di Hagrid, di respingere gli incantesimi; il ventre molle era la parte vulnerabile.

Dovevo distrarlo. Magari farlo girare...

Guardai per terra, cercando un sasso abbastanza grande. Ne trovai uno che era più o meno delle dimensioni di una pallina da ping pong. «Wingardium Levosa» sussurrai. Prese a levitare davanti a me.

Con molta cautela lo feci svolazzare sopra lo Schiopodo, mandandoglielo alle spalle e lasciandolo sospeso lì, a circa un metro sopra la simpatica bestiolina. Strinsi la mascella e pregai che funzionasse. «Bombarda»

Il sasso esplose con un piccolo fragore, quel tanto che bastava per far girare lo Schiopodo e fargli emettere un suono simile ad uno strillo rabbioso. Presi per bene la mira mentre si guardava in giro. «Stupeficium!»

L'incantesimo lo colpì di poco sotto... be', la coda. Avrei detto sulle chiappe se non fossi stata troppo occupata a saettargli accanto per superarlo, per niente desiderosa di rimanere lì per aspettare che si riprendesse.

Andai dritto per svariati metri, scartando bruscamente a sinistra e poi di nuovo a destra, dove andai a sbattere contro un muro di edera e ricaddi a terra di schiena con un tonfo sordo che mi svuotò i polmoni.

«Merda» mi lamentai, tirandomi lentamente su a sedere. Presi un bel respiro e mi alzai, cercando di capire dove mi ero infilata. Era sicuramente un vicolo cieco; feci per riprendere il corridoio da cui ero venuta, ma qualcosa mi afferrò la caviglia e d'improvviso il mio mondo si rovesciò.

[1] 𝙒𝙞𝙩𝙝 𝙊𝙥𝙚𝙣 𝙀𝙮𝙚𝙨 » Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora