LA PROFEZIA
I miei piedi toccarono il suolo; flettei le ginocchia e la testa dorata del mago cadde rumorosamente sul pavimento.
Mi guardai attorno e scoprii di essere nell'ufficio di Silente. Sembrava che durante l'assenza del Preside ogni cosa si fosse riparata da sola. I delicati strumenti d'argento erano di nuovo al loro posto sui tavolini snelli: borbottavano e ronzavano tranquilli. I ritratti dei Presidi, maschi e femmine, dormicchiavano nelle cornici, la testa appoggiata allo schienale della poltrona o contro il bordo del quadro.
Harry si avvicinò alla finestra e guardò fuori. All'orizzonte era comparsa una fresca linea verde pallido: l'alba si avvicinava. «Stai bene?» gli chiesi, mettendo la bacchetta nella tasca.
«No» rispose Harry «è colpa mia, Lys...»
«Ah... Harry Potter...». Phineas Nigellus sbadigliò e si stiracchiò, fissandolo con gli occhi socchiusi. «Che cosa ti porta qui a quest'ora mattutina? Ah, e c'è anche la tua deliziosa gemella. Questo ufficio dovrebbe essere chiuso per tutti tranne che per il legittimo Preside. O è stato Silente a mandarti qui? Oh, non mi dire...» sbadigliò di nuovo «un altro messaggio del mio indegno pro-pro-nipote?»
«Non parli di Sirius in questo modo» dissi stancamente, strofinandomi il viso.
Anche altri ritratti si erano svegliati. Harry si diresse verso la porta e afferrò la maniglia. Non si aprì. Eravamo chiusi dentro. «Spero» disse il mago corpulento col naso rosso, appeso dietro la scrivania del Preside «che la vostra presenza qui annunci un pronto ritorno di Silente»
Harry si voltò. Il mago lo osservava con profondo interesse. Annuì. Armeggiando dietro la schiena, tentò di nuovo la maniglia, che rimase immobile. «Bene» disse il mago «senza di lui è stata una noia, qui, una vera noia». Si sistemò sul seggio simile a un trono sul quale era stato ritratto e sorrise benevolo a Harry. «Silente ha una grande stima di te, come certamente saprai» disse in tono amichevole «una grande stima»
«Tanta da non dirgli un accidente di niente» dissi io sottovoce.
Fiamme smeraldine esplosero nel camino vuoto. Harry si allontanò con un balzo dalla porta. Mentre l'alta figura di Silente usciva dal fuoco, i maghi e le streghe sulle pareti si svegliarono di colpo, e parecchi lanciarono grida di benvenuto. «Vi ringrazio» disse il Preside a bassa voce. Senza guardarci si tolse di tasca la piccola, brutta, spennacchiata Fawkes e la posò con dolcezza sullo strato di soffici ceneri sotto il trespolo dorato sul quale di solito si appollaiava da adulta. «Bene, ragazzi» disse infine, voltando le spalle alla neonata fenice «sarete lieti di sapere che nessuno dei vostri compagni soffrirà danni permanenti in seguito agli eventi di questa notte»
Harry aprì la bocca, ma dalle labbra non gli uscì un suono.
«Madama Chips si occuperà di loro» proseguì Silente «Ninfadora Tonks dovrà forse passare un po' di tempo al San Mungo, ma pare che si riprenderà completamente»
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[1] 𝙒𝙞𝙩𝙝 𝙊𝙥𝙚𝙣 𝙀𝙮𝙚𝙨 » Draco Malfoy
FanfictionVi siete mai chiesti cosa si prova a vivere nell'ombra del mitico Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto? Sì? Be', sappiate che c'è una persona che può rispondervi, se siete curiosi. Harry non era l'unico infante presente in casa Potter a Godric's Hollow la...