UN RUGGITO POSSENTE
Il giorno più caldo dell'estate volgeva al termine, e un silenzio sonnacchioso gravava sulle grandi case quadrate di Privet Drive. Le automobili di solito scintillanti sostavano impolverate nei vialetti, e i prati un tempo verde smeraldo si stendevano incartapecoriti e giallognoli per via della siccità che aveva colpito il paese in quei mesi. In mancanza delle loro consuete abitudini, gli abitanti di Privet Drive si erano rintanati nella penombra delle loro case fresche, con le finestre spalancate nella speranza di indurre una brezza inesistente ad entrare. L'unica persona rimasta all'aperto era un adolescente che giaceva disteso sulla schiena in un'aiuola fuori dal numero quattro.
Harry mi era cresciuto sotto gli occhi ad una velocità impressionante da quando eravamo tornati a Privet Drive. Si era alzato di svariati centimetri, a differenza mia che ne avevo acquistati solo un paio; era anche dimagrito, e aveva una perenne aria sciupata visto che dormiva veramente molto poco -e faceva dormire poco anche me, visto che ci separava neanche un metro. La notte lo sentivo gemere e chiamare Cedric. Non aveva smesso un attimo di incolparsi per la sua morte, come me d'altronde. Stavamo affrontando la cosa in modo diverso, però.
Lo osservai assorta dalla finestra aperta del salotto, pensando a quanto ci stavamo allontanando. Era diventato piuttosto taciturno, e quando parlava era scontroso, tutto il contrario rispetto a sei mesi prima. «Sono lieto che il ragazzo abbia smesso di girarci tra i piedi, a differenza di qualcuno» disse zio Vernon, riferendosi palesemente a me (che lo ignoravo apertamente) «dov'è, comunque?»
«Non so» rispose zia Petunia indifferente «non è in casa»
Zio Vernon grugnì. «Guardare il telegiornale...» disse sprezzante «vorrei sapere che cos'hanno in testa. Come se a due ragazzi normali potesse importare di quello che dicono al telegiornale... Dudley non ha idea di quello che succede; credo che non sappia neanche chi è il Primo Ministro! Comunque, non ci può essere qualcosa che riguarda i loro simili nel nostro telegiornale...»
«Vernon!» gemette zia Petunia «La finestra è aperta!»
«Ti sbagli, zio Vernon» dissi annoiata. Harry alzò lo sguardo e si accorse che lo stavo osservando. Sbatté pigramente le palpebre e tornò a guardare il cielo.
«La finestra è aperta!» ripetè zia Petunia severa.
Produssi un rumore che era metà tra uno sbuffo e una risata. «Grazie, zia. E io che pensavo di avere la faccia premuta contro il vetro...»
Sul volto di Harry comparve un mezzo sorriso, appena appena accennato. Quasi una vittoria. «Che cosa hai detto?» sibilò zio Vernon.
«Niente» risposi in tono piatto mentre l'attacco della sigla del notiziario risuonava nel piccolo salotto. Mi girai e mi appoggiai di schiena al davanzale.
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[1] 𝙒𝙞𝙩𝙝 𝙊𝙥𝙚𝙣 𝙀𝙮𝙚𝙨 » Draco Malfoy
FanfictionVi siete mai chiesti cosa si prova a vivere nell'ombra del mitico Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto? Sì? Be', sappiate che c'è una persona che può rispondervi, se siete curiosi. Harry non era l'unico infante presente in casa Potter a Godric's Hollow la...