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L'OCCHIO RISPONDE


Ero al centro della Sala Grande, ma le tavole delle quattro Case erano scomparse

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Ero al centro della Sala Grande, ma le tavole delle quattro Case erano scomparse. C'erano invece oltre un centinaio di tavoli più piccoli, tutti rivolti nella stessa direzione, ciascuno occupato da uno studente chino a scrivere su un rotolo di pergamena. L'unico suono era il raspare delle piume e il raro fruscio di una pergamena smossa. A quanto pareva, era in corso un esame. I raggi del sole si riversavano dalle alte finestre sulle teste ricurve, traendone riflessi castani, ramati o dorati. «Hai messo la testa nel Pensatoio?» mi chiese Harry.

«No» replicai, confusa «ti ho solo toccato. Non ho idea del perchè lo stia vedendo anche io». Mi guardai in giro. «Quello è Piton» dissi, indicandogli un punto alla sua destra.

Harry voltò il capo. Il giovane Piton aveva un aspetto pallido e smunto. Aveva sottili capelli flosci e unti che sfioravano il banco, mentre scriveva col naso adunco a un centimetro dalla pergamena. Alle sue spalle c'era l'intestazione dell'esame:


DIFESA CONTRO LE ARTI OSCURE

GIUDIZIO UNICO PER I FATTUCCHIERI ORDINARI



«E' il G.U.F.O.» dissi, guardandomi di nuovo in giro. Piton doveva avere quindici o sedici anni, più o meno la nostra età. Il che voleva dire che anche mamma e papà dovevano essere lì.

«Ancora cinque minuti!»

La sommità della testa del professor Vitious attirò la nostra attenzione. Passò accanto a un ragazzo con arruffati capelli neri... poteva essere...? «Harry...»

«Sì» disse lui, scivolando come in sogno attraverso due corridoi tra i banchi. Lo seguii. La nuca del ragazzo bruno era più vicina: si raddrizzava, riponeva la piuma, prendeva il rotolo di pergamena per rileggere quello che aveva scritto...

Ci fermammo davanti al tavolo e abbassai lo sguardo su nostro padre. Nostro padre a quindici anni.

Sembrava che qualcuno avesse fatto una copia carbone di Harry, cambiandogli giusto un paio di connotati. James aveva gli occhi nocciola, il naso un po' più lungo di quello di Harry (quello era identico al mio) e nessuna cicatrice sulla fronte. Però avevano lo stesso viso sottile, la stessa bocca, le stesse sopracciglia; i capelli di James stavano ritti esattamente come quelli di Harry, le sue mani avrebbero potuto essere quelle di Harry, e sapevo che quando James si fosse alzato, sarebbero stati più o meno della stessa altezza.

James sbadigliò e si passò una mano fra i capelli, arruffandoli ancora di più. Poi, dopo un'occhiata al professor Vitious, si voltò per rivolgere un sorriso a un ragazzo seduto quattro tavoli dietro di lui. Vidi Sirius, rilassato sulla sedia in bilico sulle gambe posteriori, rivolgere a James un cenno soddisfatto.

[1] 𝙒𝙞𝙩𝙝 𝙊𝙥𝙚𝙣 𝙀𝙮𝙚𝙨 » Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora