16.Il destino è un bastardo

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Mi svegliai presto quel giorno e come al solito feci una doccia e andai a scuola.

A lezione non riuscivo a stare attenta, continuavo a pensare a questi due ultimi giorni, sono successe più cose in due giorni che in tutta la mia vita.

Pensavo a Klaus e alle parole che Jenna, Rebekah ed Elijah mi hanno detto; tutto riguardava Nik.

Lui mi ha fatta soffrire più di quanto una persona abbia mai fatto in tutti questi 19 anni di vita, ma nonostante tutto ho la costante voglia di abbracciarlo, di andare sotto casa sua, di sorridergli, di parlargli senza litigare ma soprattutto avevo la costante voglia di baciarlo.

Ma non potevo, non so se merita il mio perdono, non so se mi merita.

"Signorina Smith la stiamo per caso disturbando?" mi chiese la professoressa di letteratura che mi odia senza una ragione valida.

"No, prof continui pure io la ascolto." risposi mentendo spudoratamente e facendo un sorriso falso.

"Bene, sappi che se vedo ancora che non stai attenta ti interrogo."

In quel momento la volevo uccidere ma mi limitai a sorriderle; l'odio che provo nei suoi confronti è il triplo di quello che provo per Klaus.

Durante la lezione mi arrivò un messaggio da uno sconosciuto.

Da Anonimo:
Esci o uccideremo tua zia Jenna e il tuo insegnante preferito.

Mi arrivò subito dopo una foto di Jenna e di Alaric mentre si baciavano.

Mi arrivò subito dopo una foto di Jenna e di Alaric mentre si baciavano

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Guardai la foto spaventata e uscii subito dalla classe.

"Signorina Smith dove crede di andare? Torni subito qua." mi urlò la professoressa.

Mi arrivò un altro messaggio.

Da Anonimo:
Bene ora che sei fuori, vedi quella macchina nera alla tua sinistra?

Mi girai e la vidi.

Da Anonimo:
Si quella. Voglio che ci sali senza esitare e voglio anche che subito dopo che leggi il messaggio metti a terra il telefono, il capo non vuole che chiami la tua amichetta Bonnie, rovinerebbe il nostro piano.

Il capo? Piano?

Mi guardai intorno ma non c'era nessuno, appoggiai il telefono a terra e andai verso la macchina guardandomi sempre intorno, salì in macchina e non c'era nessuno finché non salì un uomo con gli occhiali che mi bloccò subito in macchina.

"Cosa volete da me?"

Mise in moto e disse
"Vendetta."

𝕀𝕠 𝕥𝕚 𝕒𝕞𝕠 ℕ𝕚𝕜𝕝𝕒𝕦𝕤 𝕄𝕚𝕜𝕒𝕖𝕝𝕤𝕠𝕟Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora