24.Bei ricordi

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La mattina dopo

Mi svegliai tra le braccia di Klaus.

Nonostante il fatto che siamo fidanzati da più di sei anni, ogni volta che mi sveglio al suo fianco, sul suo petto è come se fosse sempre la prima volta, ogni volta che li sto accanto mi sento viva, è come se lui in qualche modo mi completasse, come se a lui appartenesse gran parte del mio cuore, se lui se ne dovesse andare una parte di me morirebbe dentro.

"Non riesci proprio a non pensarmi eh?" la voce di Klaus mi riportò alla realtà.

"Come fai a sapere che ti sto pensando?" chiesi ridendo.

Il fatto che lui ogni volta riesca a capire a cosa stia pensando mi fa impazzire, è come se mi leggesse il pensiero.

"Ho tirato ad indovinare." rispose.
"A cosa pensavi?" chiese.

A volte vorrei mentirgli ma non ci riesco, quando gli dico delle bugie mi sento un peso dentro che mi opprime fino a quando non gli dico la verità quindi è praticamente inutile dirgli bugie.

"A te." risposi.
"Questo lo avevo capito tesoro."
"Adoro quando mi chiami tesoro."
"Senti tesoro non cambiare argomento, sai dopo un po' inizio a capire le tattiche che usi per cambiare argomento." disse.

Mi alzai e lo baciai cercando di fargli dimenticare la domanda ma come al solito lui si staccò dal baciò e mi guardò come per dirmi 'se non me lo dici tu, ti soggiogo'.

"Pensavo a noi."
"Sii un po' più precisa."
"Pensavo a quanto fossi fortunata a stare con te."
"Belle parole ma ti sembro scemo? Amore oramai riesco a capire quando mi menti, il tuo tono della voce e il tuo battito cardiaco ti tradiscono sempre. Quindi a cosa stavi pensando?"
"Acuto" risposi
"Si molto, quindi?"
"Pensavo a quanto mi senta viva quando sto con te." risposi
"E mi chiedevo anche come cavolo tu faccia sempre a sapere a cosa sto pensando." dissi dopo un po'.

Lui iniziò a ridere.

"Col tempo si impara teso-"
"Ma allora lo fai proprio apposta?!" dissi ridendo e dandogli una pacca sul petto, venendo seguita poi dalla risata di Nik.

Subito dopo mi alzai e mi vestì.

"Dove vai? Rimani qui a letto ancora un po'."
"Ho fame."
"Vuoi che vada a soggiogare qualcuno che faccia al tuo caso?" disse sapendo che non mi piace quando uccide qualcuno.
"Klaus sai che non mi piace bere da una vena."
"Ma è più buono."
"Su questo non ti do torto ma se fossi ancora umano ti piacerebbe che qualcuno ti uccidesse solo perché ha fame? O anche solo che beve da te, non è bello."
"Devi sempre metterti nei panni degli altri?"
"Quando ce n'è bisogno si. Non ti dico di non bere mai più da una vena, io non potrei mai cambiare il tuo stile di vita e non sono qui per cambiarti ma almeno non parlarne davanti a me ok?"

Lui mi guardò, si alzò dal letto e mi venne davanti.

"Devi sapere che non bevo da una vena da tantissimo tempo. Tu anche se non vuoi mi stai cambiando, non sono più quel mostro di prima ormai da anni."
"Non sei mai stato un mostro."
"Questo lo dici perché non mi hai visto qualche decennio fa."
"Non sei mai stato un mostro, hai solo avuto una vita complicata, è normale che con un padre del genere non uscissi gentile come Gesù." dissi ironizzando sull'ultima parola.
"Elijah è sempre stato gentile nonostante avessimo avuto lo stesso padre."
"Tu non sei Elijah e poi non ha odiato Elijah come ha odiato te. Non capisco come un padre possa essere stato un tale stronzo col proprio figlio."
"Non sono suo figlio Giulia."
"Ti ha cresciuto."
"Cresciuto non amato."
"Senti forse lui non ti ha amato e probabilmente a causa sua hai fatto cose brutte ma il passato è il passato, tu sei migliore di lui in tutto. Io non lo conosco e preferirei non conoscerlo mai ma sappi che tu sei l'esatto opposto di lui. Sei gentile, dolce, simpatico ma soprattutto sei un padre fantastico. Tu non sei lui." dissi marcando il 'non'.
"Se mai lo dovessi incontrare penso che gli spaccherei la faccia." dissi.

𝕀𝕠 𝕥𝕚 𝕒𝕞𝕠 ℕ𝕚𝕜𝕝𝕒𝕦𝕤 𝕄𝕚𝕜𝕒𝕖𝕝𝕤𝕠𝕟Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora